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“No al carbone – io ci metto la faccia”, è la nuova iniziativa lanciata dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica contro la centrale a carbone.
Basta prendere un foglio e un pennarello e scrivere “No al carbone – Io ci metto la faccia”, o qualsiasi altro messaggio di dissenso contro lo scellerato progetto della SEI-Repower, scattare e pubblicare la foto sulla bacheca dell’evento creato su facebook “NO AL CARBONE – IO CI METTO LA FACCIA” o inviarla a info@nocarbonesaline.it.
Sono già numerosissime le foto arrivate non solo dal territorio calabrese, ma da ogni parte d’Italia, alcune anche dall’estero. Ognuno nei modi più diversi ha voluto mettersi in prima linea, forte del coraggio delle proprie idee e dell’amore per una terra che vuole proteggere dall’ennesimo scempio che si vuole perpetrare ai suoi danni.
A metterci la faccia anche l’Arcivescovo di Reggio-Bova Mons. Fiorini Morosini, il quale ha recentemente affermato, come riportato dalla stampa locale, che “In questa Regione abbiamo alle spalle molti errori, oggi c’è il timore della realizzazione della centrale a cabone di Saline Joniche che non può assolutamente essere una prospettiva di sviluppo per la Calabria: lo dobbiamo dire chiaramente”
Come sempre il popolo che si batte in difesa della propria terra, contro il carbone, non ha paura di esporsi personalmente e di dire in modo chiaro e netto il proprio NO al carbone.
Questa è una logica estranea alla SEI-Repower che, nel corso degli anni, ha sempre celato la propria faccia, preferendo nascondersi e tramare nell’ombra piuttosto che guardare negli occhi la gente, sulla testa della quale desidera collocare una gigantesca spada di Damocle.
Una logica estranea agli pseudo comitati pro-carbone che non mostrano la loro vera faccia per paura di far scoprire il trucco che sta dietro, comitati formati sempre da una sola persona, sempre dalle stesse persone, creati nel goffo tentativo di gettare fumo negli occhi della gente.
C’è anche chi la faccia la perde, come i sindacati nazionali del settore energetico che, seguendo una logica aberrante, plaudono al carbone disposti ad accettare qualche manciata di posti di lavoro, barattandoli con la vita e la salute delle persone, facendo pagare il prezzo più alto ai bambini, ponendo una pesante ipoteca sul loro futuro.
C’è chi di facce ne ha più di una, come Confindustria che prima dichiara di voler intraprendere tutte quelle iniziative necessarie per far crescere la nostra terra e poi sigla accordi con la SEI-Repower per costruire un mostro a carbone, legando così una zavorra pesantissima alle ali dello sviluppo, che lo farebbe colare a picco ancor prima di iniziare a spiccare il volo.
C’è chi con la faccia assonnata da un letargo che, evidentemente, dura da quasi sette anni, si sveglia dichiarando che “…si dovrà dire una parola definitiva sull’area della ex Liquichimica di Saline Joniche per decidere sulla proposta di realizzazione o meno della centrale a carbone…” forse ignaro di tutto il dibattito svoltosi in questi anni e delle prese di posizione nette da parte dell’opinione pubblica e di tutta la classe politica locale e nazionale, contro il progetto della SEI-Repower.
Tutti coloro che si battono contro quest’assurdo progetto ci mettono da anni la propria faccia, ognuna con i propri tratti che la caratterizzano e la distinguono dalle altre, ma tutte accomunate dall’essere facce pulite e oneste, che nessun fumo velenoso che esce dai camini potrà mai contaminare.
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