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La multidisciplinarietà in oncologia 2019: svolto il congresso organizzato dall’Unità operativa oncologica del “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo. La positiva testimonianza di Angela in reparto.
La multidisciplinarietà in oncologia 2019
“La multidisciplinarietà in oncologia 2019”, questo il titolo di un convegno che si è svolto nei giorni scorsi a Roghudi Nuovo; presso la Sala Congressi “Access Point dell’Area Grecanica”.
L’iniziativa, alla quarta edizione, è stata infatti organizzata dall’Unità operativa oncologica del “Tiberio Evoli”. I responsabili scientifici del progetto sono stati il Dott. Pasquale De Stefano e il Dott. Antonino Iaria.
L’evento ha rappresentato un momento di conoscenza, ma non solo. Tante le occasioni di aggiornamento e di discussione sulle conoscenze biologiche e cliniche; sull’impatto dei nuovi farmaci e terapie, sulla ricerca clinica, sulla prevenzione. La due giorni, svolta il 5 e 6 aprile, ha richiamato circa duecento medici, provenienti da diverse regioni.
L’esperienza di Angela al “Tiberio Evoli”
In chiusura dell’importante appuntamento medico ha avuto particolare rilievo la testimonianza di una paziente oncologica. Si tratta di Angela Randazzo, di 40 anni, residente a Bagnara Calabra, paese del quale è anche assessore comunale in carica. Dopo quasi un anno di paure ed incertezze oggi Angela può infatti tornare a sorridere.
«Ho voluto testimoniare – spiega a Giuseppe Toscano, de la Gazzetta del Sud – di essere stata presa in carico da un reparto portato avanti da professionisti seri e preparati, in un clima accogliente e rassicurante allo stesso tempo. Esprimo quindi la mia gratitudine per la sensibilità, nonché per la riservatezza, riscontrati durante l’intero ciclo di chemioterapia, affrontato per fermare il carcinoma mammario che avevo scoperto quando era già in fase avanzata».
La prevenzione
Angela, alla fine di un incubo, ci tiene poi a ribadire quanto sia importante la prevenzione.
«Fare prevenzione, poter fare diagnosi precoci – dichiara infine alla Gazzetta del Sud – in modo da poter giocare la partita per la vita al meglio».
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