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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Vincenzo Crea, Referente unico dell’ANCADIC Onlus e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”:
“Si fa seguito alla segnalazione del 20 ottobre 2015, di cui non si hanno notizie, per rappresentare che presso il cimitero di Ciosso ricadente nel Comune di Motta S G permangono le carenze strutturali alla chiesetta e all’obitorio, nonché gravi condizioni igienico sanitarie. Si è provveduto a rimuovere il materiale caduto sul pavimento della chiesetta e a collocare la porta.
Lungo le pareti della chiesetta sono evidenti i segni di muffa e nel tetto sono venute meno le condizioni per un’efficace protezione delle armature, che si sono in gran parte degradate facendo “espellere ” il copriferro. Dal tetto si staccano pezzetti di laterizi. La struttura adibita a obitorio e sala autopsie versa ancora in condizioni di degrado e in gravi condizioni igienico sanitarie.
Il muro portante sovrastante la porta d’accesso presenta vistose lesioni. Non si è proceduto all’abbattimento delle barriere architettoniche. Rinnoviamo la necessità di mettere a norma il camposanto. Presso il cimitero non ci sono lavori in corso o materiali che facciano pensare ad interventi edilizi, né vi è esposto il relativo cartello di cantiere.
La particolare attenzione rivolta da questa associazione ai luoghi sacri destinati ad accogliere e custodire la memoria, immaginando che lo stato di degrado e di abbandono dei nostri cimiteri sia una cosa generalizzata in tutto il Sud-Italia, cose che al nord non si verificano e volendo ribadire che il nostro pensare va alla conservazione della memoria e al rispetto dei defunti, cosa di non poco conto, ci ha spinto lo scorso 4 gennaio a rivolgerci a tutti i sindaci della città metropolitana di Reggio Calabria, chiedendo loro se ci facessero avere necessità specifiche su questo argomento, unitamente a documentazione e foto, specificando se sono stati richiesti finanziamenti e se sono stati negati e quant’altro, al fine di poter chiedere al ministero competente finanziamenti ad hoc per questo intervento di religiosa e cristiana memoria. Purtroppo, con grande amarezza e delusione rileviamo che su 97 comuni soltanto il Comune di Sant’Ilario dello Jonio e quello di San Pietro di Caridà, nel territorio di quest’ultimo esistono tre cimiteri, hanno fatto pervenire solamente delle note, che si producono, con le quali si rappresentano condizioni di estrema precarietà delle strutture.
Visto che, come anzi detto, soltanto due Comuni hanno dimostrato sensibilità e interesse verso la importante e delicata tematica in questione, segnalandoci le condizioni di precarietà in cui versano i cimiteri, mi permetto di esternare il mio pensiero ovvero che solamente per questa sensibilità e interesse dimostrato, e non è poco, i due Comuni andrebbero premiati, mediante la concessione di adeguati finanziamenti. A tal fine chiedo al competente Ministero di voler valutare la possibilità di comunicare anche direttamente (se si ritiene) ai sopracitati due Comuni la procedura per richiedere i finanziamenti”.
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