Montebello, interpellanza di Macheda su deposito gas C.da Cosentino

Fabio Macheda

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E’ stata presentata dal consigliere Fabio Leandro Macheda, durante il Consiglio Comunale del 16.01.2017, un’interpellanza ai sensi dell’art. 18 comma 1 dello Statuto Comunale e dell’art. 11 del “Regolamento disciplinante il funzionamento del Consiglio comunale” relativamente al “Deposito gas metano per la fornitura della rete cittadina, gestito da GRECANICA GAS Srl, società del Gruppo CPL CONCORDIA, ubicato in C.da Cosentino di Montebello Ionico”al Sindaco del comune di Montebello Jonico e all’Assessore all’Urbanistica del comune di Montebello Jonico:

Il sottoscritto Fabio Leandro Macheda, nella sua qualità di consigliere comunale eletto nella lista “L’Officina delle idee” e capogruppo dell’omonimo gruppo consiliare.

Premesso:

  1. che in C.da Cosentino di Montebello Ionico, in prossimità del bivio di collegamento tra la S.P. 22 “S. Elia – Fossato” e la S.S. 106, insiste un impianto finalizzato all’anticipo della metanizzazione per le reti cittadine di Montebello Jonico e Melito di Porto Salvo, composto da n. 2 autoserbatoi, da condotte di alimentazione e di scarico ed altre apparecchiature di controllo ed esercizio dell’impianto stesso.
  2. che in data 14.01.2017, presso la strada di accesso dell’impianto in oggetto si è verificato un incidente che ha visto coinvolto un carro bombolaio, utilizzato per il rifornimento di detto impianto attraverso sostituzione dell’autoserbatoio vuoto e il posizionamento di un nuovo autoserbatoio pieno;
  3. che detto incidente ha causato la chiusura di un tratto di strada provinciale e del bivio di accesso alla stessa in ambo le direzioni e per numerose ore, nonché gravi rischi, pericoli e pesanti disagi alla circolazione ed ai residenti;
  4. Che, da informazioni assunte dai residenti della zona, l’impianto di cui in oggetto potrebbe essere stato costruito ed esercitato in parziale o totale difformità rispetto alle previsioni della normativa relativa alla “regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio dei depositi di gas naturale con densità non superiore a 0,8 e dei depositi di biogas, anche se di densità superiore a 0,8”.

Considerato

  1. che stante le informazioni reperite sul sito web della “Fornovogas distribuzione” (società che pare rifornisca l’impianto in parola), i 2 autoserbatoi che stazionerebbero presso l’impianto dovrebbero avere la capacità di 3800 stmc di gas metano cadauno alla pressione di 65 bar per un totale di 7.600.000 litri di gas;
  2.  che pertanto, stante le caratteristiche sopra evidenziate, l’impianto, potrebbe essere assimilato alla normativa relativa alla “Seconda Categoria” dei “depositi di gas naturale in bombole ed in altri recipienti mobili” e quindi al disposto del “Decreto Ministero dell’Interno del 24/11/1984” e s.m.i”;
  3. che conseguentemente la progettazione, la costruzione e l’esercizio dell’impianto in questione, sarebbero dovute sottostare al disposto dell’Allegato II Sez. 3 del predettoDecreto Ministeriale”.
  4. Che dai rilievi visivi effettuati dallo scrivente consigliere, trovatosi casualmente nella zona degli accadimenti subito dopo il loro verificarsi, oltre ad un dir poco carente stato manutentivo della strada d’ingresso all’impianto e ad una probabile inidoneità della stessa al transito di automezzi pesanti (cosa che potrebbe essere tra le principali concause degli accadimenti in parola) sembra possano rilevarsi le seguenti difformità rispetto alle previsione del citato Allegato al Decreto

Ministeriale:
a. Assenza delle previste caratteristiche di sicurezza (di primo o secondo grado che siano) che devono essere conferite ai depositi di gas naturale di seconda categoria. Nello specifico, visivamente, non viene rilevata alcuna misura costruttiva utile a garantire il contenimento, sia lateralmente che verso l’alto, (o anche solo laterale per il secondo grado di sicurezza) di schegge o di altri materiali proiettati in caso di scoppio;

b. Assenza della prevista recinzione “di tipo continuo, realizzata in muratura”, “di altezza pari ad almeno 2,50 m” a delimitazione dell’area di pertinenza del deposito;

c. Assenza di una delle previste “due aperture della recinzione idonee ad assicurare, in caso di necessità, l’accesso dei mezzi di soccorso e l’esodo del personale presente”;

d. Sembrerebbe non rilevarsi la presenza dei previsti impianti di protezione dalle scariche atmosferiche, né del previsto impianto antincendio e della relativa riserva idrica;

e. Parrebbero non rispettate le distanze minime di sicurezza previste tra gli “elementi pericolosi dell’impianto” nonché tra questi e le linee elettriche aeree poste nelle immediate vicinanze dell’impianto.

f. Il cancello d’ingresso all’impianto risulta essere quasi sempre aperto ed incustodito;

g. L’impianto, infine, parrebbe ricadere all’interno di una zona non qualificata quale industriale, dagli strumenti urbanistici vigenti. Ciò, stante le previsioni di legge, comporta che la realizzazione di detto “deposito” sarebbe potuta essere autorizzata “solo a condizione che la densità della edificazione attestata dall’Amministrazione comunale non
risulti superiore a tre metri cubi per metro quadrato nel raggio di 150 m dall’impianto”. Pertanto, concordemente a quanto segnalato dai residenti in parola, l’impianto in questione parrebbe essere stato costruito in difformità alle previsioni di legge e non essere in possesso dei requisiti minimi di sicurezza previsti per la messa in esercizio e il mantenimento dell’operatività.

Tutto ciò premesso e considerato, lo scrivente Consigliere interpella il Sindaco e l’Assessore all’Urbanistica
per sapere:

  1. se erano a conoscenza di quanto sopra rilevato;
  2. se l’Amministrazione comunale ha mai rilasciato la prescritta attestazione circa la densità di edificazione delle aree vicine all’impianto;
  3. se, relativamente all’impianto in parola, sono mai state acquisite da parte del Comune di Montebello Ionico, le dichiarazioni di fine lavori, di idoneità statica, nonché i certificati di collaudo delle opere e degli impianti, la dichiarazione del direttore dei lavori che assevera che le opere realizzate non pregiudicano la sicurezza, la segnalazione di inizio attività relativamente alla distribuzione di gas alla rete;
  4. se l’Ufficio Tecnico Comunale, a seguito delle segnalazioni avute, ha mai effettuato verifiche sulla corrispondenza degli impianti in parola a quanto previsto dalla documentazione progettuale e dalle eventuali autorizzazioni concesse;
  5. se e come il Sindaco e l’Amministrazione comunale intendano agire per far verificare con immediatezza la rispondenza degli impianti in parola ai requisiti di legge;
  6.  quali azioni intendano intraprendere per garantire le condizioni di sicurezza nell’area interessata dagli impianti, qualora dovessero rivelarsi fondati, in toto o in parte, i rilievi sopra mossi”.

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