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Parlare di Calabria in maniera onesta, veritiera, priva di condizionamenti ideologici e senza giustificazioni facili. Questo si propone il volume Una vil razza dannata? Riflessioni sulla Calabria e i calabresi di Aldo Varano e Filippo Veltri, edito dalla Città del Sole Edizioni di Franco Arcidiaco.
Il libro, che nasce dalla discussione dei due giornalisti e dell’editore con un altro grande intellettuale calabrese, il prof. Pasquino Crupi, ormai scomparso, verrà presentato in prima assoluta lunedì 31 Marzo alle 17:00 nella sala del consiglio comunale di Bova.
Instancabile e attento, Crupi credeva nell’utilità delle discussioni, nella potenza del racconto, nell’esigenza di analisi lucide e attente che provassero a raccontare ancora una volta questa terra e questa razza troppo spesso definita “maledetta”.
Il libro propone una selezione di saggi tratti dal numero speciale della rivista Il Ponte diretta da Piero Calamandrei, uscito nel settembre 1950 e interamente dedicato alla Calabria.
Scrittori, intellettuali, storici del tempo, quali Alvaro, La Cava, Rèpaci, Zanotti-Bianco e molti altri raccontarono allora la regione come oggi nessuno sembra più in grado di fare. Cioè, al di là dei cliché in cui è caduta, al di là di quelle immagini che i calabresi si sono lasciati costruire addosso: briganti, mafiosi, emigranti, sempre testa dura, indolenti, passivi, abituati a chinare il capo o a compiere i peggiori crimini.
Questi saggi raccontano esattamente la Calabria del tempo, affrontando i mali della sua arretratezza, della sua miseria, insieme agli elementi storici, sociali e antropologici più pregnanti, senza nascondere nulla, ma allo stesso tempo sorretti da una fiducia nell’avvenire e nelle sue possibilità di riscatto. I processi storici e mediatici che hanno contribuito negli ultimi decenni a disegnare la fisionomia del calabrese sono presentati nel saggio introduttivo di Varano e Veltri.
I due giornalisti si interrogano su come si sia giunti a quello che può essere definito un corto circuito di opinioni e immagini, da cui il calabrese non riesce a uscire, riflesso com’è nel pericoloso gioco di specchi delle “identità”. Alla fine, in un delirio di distruzioni sistematiche e prive di spiegazioni, sembra restare in piedi una sola ipotesi: c’è una ragione antropologica al nostro essere terra irredimibile; come ci piace ripetere, resta in piedi soltanto la tesi che i calabresi siano una vil razza dannata».
All’incontro di Bova, voluto promosso dall’Assessorato alla Cultura del centro Aspromontano in memoria di Pasquino Crupi, saranno presenti oltre agli autori del volume anche, l’editore Franco Arcidiaco, Il primo cittadino Santo Casile, Gianfranco Marino, Vicesindaco con delega alla cultura e, dopo i recenti successi televisivi del Giudice Meschino anche lo scrittore Mimmo Gangemi.
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