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Nella mattinata di ieri 16 dicembre, in esecuzione di una richiesta formulata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, i Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno condotto in carcere, a seguito di un’ordinanza custodiale emessa dal competente GIP, un cittadino indiano 37enne, nullafacente, dimorante a Melito di Porto Salvo (RC). L’uomo è accusato dell’omicidio preterintenzionale del connazionale Singh Jelly di 42 anni.
I fatti risalgono allo scorso mese di giugno, quando i Carabinieri, allertati sull’utenza di emergenza 112, sono intervenuti all’interno dell’ex caseificio “Libri” di Melito Porto Salvo, luogo in stato di abbandono e ormai divenuto rifugio per “senza fissa dimora”, dove era stato segnalato il corpo esamine di un giovane uomo.
Indubbio, già da un primo esame esterno, il fatto che si fosse trattato di omicidio, come testimoniavano le evidenti ecchimosi sul corpo del malcapitato, oltre alle ferite provocate presumibilmente da alcune coltellate.
Le indagini, pur se rese particolarmente ardue dall’ermeticità che caratterizza la comunità indiana melitese, portate avanti anche con attività tecnica e favorite dalla profonda conoscenza delle dinamiche locali che l’Arma vanta, in ragione della propria capillare diffusione sul territorio, si sono da subito dirette nel giusto verso e proprio all’interno della cerchia di connazionali amici del defunto è stato individuato il suo assassino.
A monte del gesto, la vendetta per un danneggiamento subito. Come acclarato in sede di indagini, infatti, alcuni giorni prima dell’omicidio, la vittima, già conosciuta in paese per gli eccessi nell’uso di sostanze alcoliche, aveva incendiato l’abitazione utilizzata dal 37enne , il quale, dopo un’insistente ricerca, aveva infine rintracciato SINGH Jelly presso l’ex caseificio e ingaggiato con lui una discussione, poi degenerata in una vera e propria colluttazione fisica.
L’arrestato, già all’indomani del rinvenimento del cadavere del suo connazionale, più volte sentito dagli inquirenti, aveva fornito varie e contrastanti versioni sui fatti, ammettendo, comunque, sin da subito, di aver colpito Jelly alla nuca con un bastone e di essersi subito dopo allontanato dall’ex caseificio dove, a suo dire, avrebbe lasciato il compatriota ancora in vita.
Il 37enne, al termine delle incombenze di rito, è stato condotto presso la Casa circondariale Arghillà di Reggio Calabria.
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