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“Aniti. Partire e ritornare” è stato il workshop di approfondimento sui temi dell’immigrazione e integrazione, a cura dell’Associazione Culturale Radici di Prunella. L’incontro si è tenuto nei giorni scorsi presso i locali della Scuola Media Corrado Alvaro di Melito di Porto Salvo. Il laboratorio ha visto grande partecipazione dei ragazzi coinvolti, circa 50 ragazzi dell’età compresa tra 12 e 13 anni, che hanno potuto confrontarsi su cosa significhi lasciare la propria terra per costruire il proprio avvenire.
Ecco la dichiarazione di Grazia Spinella, Giuseppe Rodà e Anna Lisa Marino:
“Due giorni intensi e coinvolgenti, in cui abbiamo cercato di raccontare alle giovani generazioni da più punti di vista con ausilio di materiale audiovisivo e testimonianze, le ragioni dell’abbandono della nostra terra, la povertà, l’oppressione e lo sfruttamento delle classi meno abbienti, anche attraverso proiezioni di film sull’argomento, per far conoscere alle giovani menti pensanti l’esodo degli italiani nel XX secolo. I ragazzi hanno così potuto riflettere sul disagio morale e sociale, che hanno contraddistinto le ondate migratorie della prima metà del secolo scorso, e poi si sono soffermati sul fenomeno dell’emigrazione interna della seconda metà del ‘900, dal paese sottosviluppato al paese industrializzato, per arrivare ai giorni nostri sull’emigrazione degli intellettuali e la fuga dei cervelli. L’attenzione si è focalizzata anche sugli effetti sociali dello spostamento delle popolazioni da un luogo a un altro, sulla necessità dell’integrazione sociale e la bellezza della contaminazione culturale, sulla crescita del tessuto sociale attraverso la solidarietà tra le persone che, per ragioni diverse, si trovano a vivere nello stesso territorio.
I ragazzi hanno avuto modo di riflettere e confrontarsi su questi grandi temi, poi, sul fatto che, pur continuando essere un paese di emigrazione, siamo diventati anche un paese di frontiera per l’accoglienza di quanti in Europa cercano l’America. Insieme a tanti altri emigranti, i nostri connazionali hanno contribuito a fare grande e ricca l’Argentina del primo novecento, il Canada, gli Stati Uniti, l’Australia. Insieme a tanti altri hanno contribuito a creare l’identità dei lavoratori europei in Belgio, in Francia, in Germania e hanno contribuito a fare grande e ricca l’Italia. Con le rimesse degli emigranti le generazioni successive hanno potuto crescere economicamente e culturalmente, diventare parte attiva del “miracolo italiano”.
Da diversi anni siamo un paese di approdo e accoglienza sapendo che abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere accoglienza fuori e dentro i confini della nostra Nazione. Decisivi gli interventi e le testimonianze come quella di Piero Surfaro, che gestisce un centro di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati a Bagnara, e di Raimondo Tripodi, coordinatore del gruppo Scout di Melito, i ragazzi hanno toccato con mano l’esperienza dell’accoglienza dei “minori stranieri non accompagnati” (espressione tecnica e spersonalizzante dietro la quale si celano storie di bambini e adolescenti che hanno diritto a una vita “normale”). Ci piace sottolineare che i nostri ragazzi, pur essendo pienamente coscienti della complessità dei temi affrontati, con allegra creatività hanno saputo dare voce alle emozioni delle due giornate vissute insieme con la realizzazione di elaborati originali, attraverso i quali hanno immaginato di tendere la mano ai loro coetanei che tutti i giorni da molti anni approdano sulle nostre spiagge.
La nostra avventura scolastica continuerà nei prossimi mesi. Avremo il piacere di incontrare altri ragazzi dai visi curiosi e gli occhi brillanti che improvvisamente si fanno seri di fronte alle immagini di Ellis Island o delle carrette del mare che approdano al porto di Reggio Calabria, per poi tornare a sorridere, consapevoli che l’incontro con gli altri è incontrare se stessi, ciò che siamo stati e ciò che potremo essere se impareremo a non dimenticare e sapremo continuare a tendere mani ospitali e visi sorridenti a chi ci viene incontro dopo aver attraversato il mare scuro. Grazie ai ragazzi, agli insegnanti, al Preside e a Piero e Raimondo“.
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