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Numerosa la gente che ha preso parte, ieri pomeriggio, all’incontro dal titolo “Le nuove frontiere nel trattamento delle malattie cardiovascolari”, svoltosi presso la Sala Congressi di via del Fortino a Melito di Porto Salvo.
La manifestazione è stata organizzata dalla Fidapa di Melito Porto Salvo, con il patrocinio del Comune di Melito Porto Salvo, della Provincia di Reggio Calabria e dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria.
Ad aprire i lavori è stato il Presidente Fidapa della sezione di Melito Porto Salvo, Giulia Carerj; presenti il Primo cittadino del Comune, Giuseppe Meduri, il Presidente dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano e il Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa.
Ha introdotto l’evento il Dott. Elio Stellitano, Direttore U.O.C di Medicina Interna dell’Ospedale T. Evoli di Melito di Porto Salvo.
A seguire, si è tenuta la Lettura Magistrale “La cardiochirurgia nel terzo millennio tra tradizione e innovazione: dal cuore biologico a quello meccanico” del Dott. Vincenzo Tarzia, Dirigente Medico, MD, PhD, dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia Azienda ospedaliera-universitaria di Padova.
Il cardiochirurgo Vincenzo Tarzia, fa parte di quei giovani melitesi che hanno garantito vanto al proprio paese d’origine e che oramai si distinguono come eccellenza mondiale. Tarzia, lo ricordiamo, aveva fatto parte del team diretto e guidato dal professor Gino Gerosa, che nel 2015 a Padova, aveva eseguito un delicato intervento chirurgico; il trapianto di un mini-cuore artificiale su un giovane di soli 26 anni, affetto da linfoma, causato dai farmaci antirigetto che assumeva in seguito a un primo trapianto di cuore, avvenuto 12 anni prima. L’intervento è stato sperimentato con successo per la prima volta nel Mondo.
Vari i temi trattati durante l’incontro, più volte sottolineata la necessaria e continua ricerca nel campo della cardiochirurgia connessa con l’evoluzione tecnologica. In un prossimo futuro si auspica che la ricerca possa arrivare persino a realizzare un cuore artificiale “biocompatibile”, ovvero il più possibile vicino ai bisogni del paziente e di dimensioni, il più possibile, ridotte per potersi così adattare meglio a donne e bambini. Proseguono tutt’oggi gli studi, insieme all’equipe di Gino Gerosa, tramite “approcci disciplinati” per cercare di utilizzare le cellule staminali dei pazienti per poter “produrre dei cuori in laboratorio”. Traguardo che in via sperimentale è già stato raggiunto e che offre sicuramente nuove speranze e apre nuove frontiere.
A conclusione del pomeriggio, tra gli applausi del pubblico, sono state consegnate delle targhe di riconoscimento al Dott. Vincenzo Tarzia e alla Dott.ssa Tina Caserta.
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