Melito Porto Salvo è fuori dal Consiglio Città Metropolitana

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“Lo abbiamo detto già tante volte – afferma Mimmo Musolino – che Melito di Porto Salvo è la più popolata cittadina della fascia jonica meridionale da Reggio Calabria a Locri, circa 100 Km., e rappresenta il punto di riferimento per tutta i comuni dell’area grecanica. Si era fatto un gran parlare sul ruolo che competeva e doveva avere Melito nel contesto dell’istituenda Città Metropolitana: interviste, convegni, trattative ad oltranza ecc. ecc., e tutto quel fetido, instancabile e vetusto, ma immarcibile, rituale di quando ci sono dei posti di potere politico-partitico da occupare. 

Le liste sono state presentate e nessuno dei componenti il consiglio comunale di Melito Porto Salvo ha avuto la capacità e l’autorevolezza politica di essere incluso in nessuna delle 5 liste presentate . E non mancavano, certo,  i posti disponibili in quanto delle 5 liste presentate solo due liste sono al completo di candidati, 14 per ogni lista. Sono presenti, in primis, e come ideatore  – capolista della lista “ socialista – area popolare“  il nuovo sindaco di Roghudi, Pier Paolo Zavettieri, il sindaco di Condofuri, Salvatore Mafrici, lista  PD, il consigliere di Bagaladi Antonio Perpiglia nella lista della sinistra. Stop. Si voterà il 7 Agosto c.a. La Città metropolitana…ovvero il ritorno alle baronie del  Medio Evo!  Ad esempio: tra l’amministratore comunale di Reggio Calabria che vale 1.054 voti preferenziali e l’amministratore comunale di Roghudi o Bagaladi che vale 26 voti preferenziali (e di tanti altri comuni della provincia reggina) la differenza è di ben 1.028 voti preferenziali disponibili. Si chiamano voti metropolitani. Sempre ad esempio: Un politico “ ‘rriggitanu “ vale 41 volte di più di un politico “Rughudisi “, “ palizzotu”, “ bagaladiotu“, “ santulorenzotu “ ecc. ecc.  o di qualunque altro piccolo comune.

Attenzione! Non stiamo parlando  della votazione per la spartizione del potere politico – economico nel Medio Evo  e né le elezioni per la spartizione del potere politico-economico nelle associazioni ed imprese a carattere economico come, ad esempio, le banche con le differenziazioni tra azionisti, o i Consorzi di Bonifica nei quali il voto dell’elettore  è direttamente proporzionale alla sua ricchezza terriera. Invece è cosi.. proprio così …(con le cosiddette … riforme ) che si forma la classe politica dirigente della Città Metropolitana che stando ai fatti ha tutta l’aria di essere l’ennesima furbata “gattopardesca”  in quanto tale istituzione, di fatto, sostituisce le province. Cosiddette riforme… ma sempre è comunque con un comune denominatore ed imperativo:  togliere ogni potere decisionale al popolo ed impedirgli di scegliere la sua classe  dirigente che deve essere e restare  un fatto privato tra gli stessi detentori del potere politico- partitico.         

Deve essere il potere politico-partitico a decidere tutto di tutti. Si è ragionato di Città Metropolitana Reggio – centrica, ma si pensava anche, ed evidentemente, al sistema di voto. Quando a parità di ruolo e compiti istituzionali un politico vale 0,26% (piccoli comuni) e l’altro 10,54% (Reggio Cal.) non si può parlare di democrazia e di uguaglianza, concetto tante volte ribadito nella Costituzione, ancora non “ rottamata “ ma, molte volte, svilita e disattesa; ma si parla di sistemi economico-politici baronali da Medio Evo che si pensava seppelliti e scomparsi per sempre, sostituiti da sistemi istituzionali  di eguaglianza, libertà e di democrazia  nei quali la sovranità appartenesse, effettivamente, al Popolo.

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