Melito Porto Salvo, cosa é stato fatto per i giovani?

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A Melito Porto Salvo sembra che il tempo si sia fermato.

É passato piú di anno dalla notizia degli arresti di sette giovani per un presunto stupro ai danni di una minorenne. Giornalisti di testate nazionali e locali hanno imperversato lungo le vie del paesino melitese alla ricerca della notizia. I talk show televisivi hanno incentrato la loro attenzione su questa vicenda. Come fare aumentare gli ascolti? É bastato sbattere in mondo visione i volti degli arrestati. Senza dimenticare la vita della ragazzina, sulla quale si é cercato di scovare ogni minimo dettaglio. Nessuno a chiedersi come lei si sentiva realmente.

Nei giorni susseguenti gli arresti, Melito Porto Salvo era ancora sulla bocca di tutta Italia, e non solo, con l’opinione pubblica pronta a puntare il dito contro tutto e tutti. La stessa fiaccolata che é stata organizzata per le vie del Paese non ha sortito l’effetto sperato mentre da piú parti si gridava allo scandalo. E la stessa cosa é stata fatta nei giorni scorsi quando in molti si sono ricordati che erano gia trascorsi ben 365 giorni. Solo un atto dovuto magari reso noto attraverso i social media.

Melito Porto Salvo, quali azioni intraprese?

Molte le parole che sono state spese in questo periodo. Una domanda tuttavia sorge spontanea: in tutto questo tempo cosa é stato fatto soprattutto per i giovani? 

Tralasciando da parte i dettagli di questa vicenda, della quale si interesseranno gli organi preposti, in pochi si sono soffermati sugli aspetti sociali di questo episodio. Si sta parlando di una stupro di gruppo da parte di giovani, quasi tutti ventenni, nei confronti di una ragazzina all’epoca tredicenne. Se questi giovani avessero compiuto questo abuso, vuol dire che il problema é da ricercare altrove. Perché avrebbero agito in questo modo? 

Giornalisti, sociologi, psicologi, rappresentanti di Istituzioni etc si sono eretti a paladini della Giustizia. Una serie di parole, molte volte racchiuse all’interno di comunicati stampa, che hanno lasciato il tempo che trovano. 

E dopo?

Perché non sono stati creati dei grandi momenti di discussione con i giovani, attivitá di svago quali cinema teatro, incontri con gli esperti? Perché non si é messo al centro di tutto la figura del giovane. Cosa si é fatto per capire veramente il disagio che in molti provano in questa terra come la Calabria? 

Ed i politici? Tranne qualche intervento del singolo, nulla da segnalare. É notizia del mese scorso che la Regione Calabria si costituirá parte civile nel processo. Nel frattempo cosa avrebbe fatto per questo paese dove il lavoro manca sempre di piú ed in molti emigrano? Non basta dire che in Calabria la ‘ndrangheta la fa da padrona, se poi non si offrono delle alternative per uscire dalla povertá e dall’isolamento. 

É in questo momento che la societá doveva mettere in campo il suo lato positivo. Invece si attendono ancora input in tal senso.

Sicuramente dopo questo articolo in molti vorranno prendere la parola per esprimere la propria opinione. Ma ció che contano sono i fatti. Ed al momento quelli non si vedono.

 

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, é giornalista pubblicista dal 2008. Laureato in Scienze della comunicazione, ha di recente pubblicato il libro " E' un mondo difficile". Ecco il link per acquistarlo http://amzn.to/2lohl4U. Lavora come Digital Marketing Manager in Irlanda.

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