Melito, luci della speranza alla marcia silenziosa

melito marcia silenziosa

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“In silenzio contro il silenzio” è stato questo il messaggio lanciato dal presidio di Libera della Valle del Tuccio “Nino Marino”, in accordo con Libera Regionale e abbracciato dalla volontà dello stesso Comune melitese.

Si è svolta ieri sera, lungo la principale via del Corso Garibaldi di Melito Porto Salvo, dalle 21.30, la fiaccolata di solidarietà nei confronti della giovane ragazza vittima di stupro consumato da, quello che, da più parti, è stato definito “branco”.

Presenti le Associazione dei Sindaci dell’Area Grecanica, la Regione Calabria e le principali istituzioni politiche; numerosissime anche le Associazioni di tutto il territorio che hanno deciso di ribadire il loro no alla ‘ndrangheta.

melito marcia silenziosa
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La marcia silenziosa è stata preceduta dalle parole del parroco della Chiesa Maria Immacolata di Melito Porto Salvo, Don Benvenuto Malara, il quale ha rivolto il suo accorato appello ai presenti in Piazza Stazione. “E’ davvero molto commoventeafferma il parrocovedere i rappresentanti, non solo dei Comuni vicini ma anche di Comuni lontani, presenti qui a Melito per esprimere la loro solidarietà e per sostenerci in questo momento particolarmente difficile per la storia melitese […] i fatti accaduti ci lasciano tutti sgomenti e vanno condannati senza mezzi termini, la comunità cristiana si china maternamente sulla vittima di tanta cattiveria diabolica e versa le sue lacrime di immenso dolore. Alla giovane vittima e alla sua famiglia esprimiamo la nostra vicinanza. […] Non permettiamo che i fatti negativi della vita ci rubino la speranza”.

Il referente regionale di Libera Calabria Domenico Nasone, ha poi ceduto la parola al Primo Cittadino di Melito, Giuseppe Salvatore Meduri, il quale ha più volte espresso il suo rammarico alla cittadinanza, in quanto si è trovato nella difficile condizione di vivere la raccapricciante vicenda “nella doppia veste di sindaco e di genitore”. LE FOTO

“Io sono uno a cui non mancano le parole, ma in questi giorni, spesso non le ho trovate.ha affermato Meduri Ho vissuto una grande sofferenza da quando ho appreso questa notizia. Ho manifestato tutto il mio disagio a qualche collega sindaco. Una sofferenza che abbracciava tutta Melito e non solo. […] Siamo mancati tutti, io in primis, tanto che continuo ad interrogarmi sul perché e sul come agire. L’unica cosa che sento di poter fare è chiedere l’aiuto di tutti perché tutti abbiamo bisogno di tutti. Non basta costituirsi parte civile, molti pontificano, io continuo a chiedere aiuto”.  Meduri continua poi nel suo discorso, lamentando l’operato di alcuni giornalisti che, a suo dire, “hanno distorto l’immagine di Melito e dei suoi abitanti, arrecando un danno all’intera cittadina, già profondamente ferita e stravolta. Quest’area è stata spesso mortificata nel suo orgoglio, nelle sue potenzialità e risorse. […] L’ultima considerazione, la voglio fare da genitore: pensiamo al tempo che noi adulti non dedichiamo ai nostri figli ed a quell’adolescenza che trascorre senza la nostra presenza”. Infine il Sindaco rivolge un sentito ringraziamento alle Forze dell’Ordine, alle Autorità religiose ed in particolare, al procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho ed al Prefetto. Ricordando in conclusione, come sia necessario alimentare la speranza poiché “il futuro passa  dai nostri giovani ed essi sono il senso della nostra vita”.

Si è poi dato il via alla marcia silenziosa. Il buio che avvolge Melito Porto Salvo è stato silenziosamente illuminato dalla luce di speranza di quelle tante fiaccole accese.

fiaccolata

A conclusione della marcia, si è giunti presso la piazzetta comunale, che si è arricchita delle parole di Don Ennio Stamile, referente regionale di Libera. “A me,  afferma Stamilel’ingrato compito di tracciare i pensieri conclusivi di questa serata. Devo dire semplicemente grazie a coloro che hanno organizzato tutto questo. Diamo un segnale chiaro a coloro che vogliono operare il male, Melito Porto Salvo è altra cosa. […] Noi abbiamo bisogno del volto bello della politica, la politica può sbagliare ma non fallire, come solitamente accade quando un Comune è colluso e sciolto per mafia”. Don Ennio invita a “prendere coscienza del male radicale che viviamo in Calabria e che si chiama ‘ndrangheta. Un male radicale che sconvolge e deturpa il volto di questa Regione e di tutti quanti noi e se questo è il male, ognuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità. In questa lotta nessuno può essere escluso”.

In ultimo viene ricordata, dalla voce di Domenico Nasone, un’altra vittima dei soprusi di ‘ndrangheta Anna Maria Scarfò, la quale, nel 1999, era stata anche lei, tredicenne e vittima di stupro ma anche vittima della comunità “che ha messo in giro menzogne, perché i mafiosi sono anche bravi a gettare fango e a distorcere le verità”.

Un segno tangibile per dire no alla prevaricazione sulla donna e all’affermazione del dominio ‘ndranghetista che ancora si respira in Calabria, ma anche rivolto alle coscienze di tutti in modo che non continuino a tacere.

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Author: Maristella Costarella

autore e collaboratore di ntacalabria.it

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