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<<Nonostante le notizie poco confortanti che stanno arrivando sul futuro dell’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo, sembra che non tutto sia perduto>>. L’annuncio viene dato da Domenico Scambia, segretario aziendale Uil SPL il quale afferma che <<pare che all’interno del decreto Balduzzi vengano risparmiati i piccoli ospedali con meno di 120 posti letti qualora siano posti in situazioni difficili all’interno di un territorio praticamente disagiato sia dal punto di vista economico che della viabilità.
Melito Porto Salvo sarebbe tra questi e, quindi, alla luce di questa legge avrebbero motivo di esistere>>.
Una notizia, quella dichiarata da Scambia, che qualora fosse confermata aprirebbe importanti scenari per il nosocomio melitese, più volte depauperato dei servizi essenziali, che rischierebbe di essere “risucchiato” nel nuovo Patto per la salute disposto dal Ministero e che andrebbe ad intaccare a livello nazionale il 33% delle strutture pubbliche le quali dispongono di meno di 120 posti letto.
Se la legge fosse rispettata, in Calabria chiuderebbero 8 ospedali e tra questi il T. Evoli di Melito di Porto Salvo. Naturalmente ancora si tratta di mere supposizioni anche se la chiusura nel recente passato del punto nascita melitese, per questioni numeriche visto che la legge nazionale imponeva i “tagli” per i reparti nascita con meno di 500 parti all’anno, non lascia presagire nulla di buono.
Domenico Scambia incalza ricordando come <<nel mese di febbraio era venuto a Melito il presidente della Regione Scopelliti dichiarando il rilancio dell’ospedale e l’apertura di nuovi servizi. In questi mesi invece cosa è stato fatto? Abbiamo assistito soltanto alla chiusura di ulteriori reparti>>.
<<Perché l’ospedale di Melito, – si chiede il segretario UIL FPL aziendale di Melito Porto Salvo – che aveva 23 unità operative, si ritrova oggi sull’orlo della chiusura?» paventando la chiara preoccupazione per la chiusura di molti reparti come «il pronto soccorso, l’anatomia patologica, la cardiologia, il centro trasfusionale, l’anestesia SAR, l’ecografia, la farmacia, l’oculistica, l’odontostomatologia, l’ORL, l’urologia, l’oncologia, la postazione del 118, l’allergologia e la dermatologia (servizio peraltro riconosciuto come uno dei 12 centri più importanti del meridione per diagnosi e cura della psoriasi)>>.
Scambia pone l’accento anche su un altro aspetto molto importante che è sempre legato all’esistenza del “Tiberio Evoli”. <<Non è possibile chiudere un ospedale come quello melitese sia per una questione sanitaria che economica in una zona disagiata e priva di servizi. Mi preme sottolineare – conclude – che negli anni si sono persi ben 800 stipendi e che le piccole medie imprese che gravitano intorno all’ospedale stanno morendo>>.
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