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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Vincenzo Crea, Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto” e Referente unico dell’ANCADIC Onlus:
“Scrivo per rappresentare la necessità che gli Organi di Governo si decidano sui provvedimenti che intendono adottare sull’Ospedale “Tiberio Evoli” di Melito di Porto Salvo, che ormai da troppo tempo non garantisce i bisogni della salute e della popolazione. Questa associazione è contraria alla decisione di chiudere il nosocomio e ritiene deve essere rivalorizzato, ma dobbiamo dire che se deve rimanere in queste condizioni, allora sarebbe meglio chiuderlo senza ulteriore perdite di tempo che comportano rischi alla salute e notevoli disagi agli ammalati e ai loro familiari. Si era deliberato nella precedente Giunta regionale di convertirlo in un centro polispecialistico ambulatoriale e di servizi, ma ancora nulla sotto il sole.
Il cittadino della fascia del Basso Ionio Reggino (compreso il territorio di Motta e Lazzaro) in caso di grave malore, attivato il servizio sanitario viene trasportato di norma presso l’Ospedale di Melito di Porto Salvo, a meno che il medico del 118 nel corso della visita ritenga necessario il trasporto in altre strutture mediche dotate di alta specialità. Si tratta di valutazione “ictu oculi” fatta dal medico in pochi minuti, il quale pur avendo una profonda preparazione medica, nella raccolta delle informazioni essenziali per stabilire gli indici di gravità del paziente e la struttura più vicina e adeguata ad intervenire in maniera più appropriata, potrebbe giungere ad una valutazione non precisa. Potrebbe capitare che un paziente trasportato dal 118 al pronto soccorso di Melito Porto Salvo ivi giunto si decidesse il suo trasferimento in altra struttura, ciò comporterebbe serie difficoltà in termini di tempo e di sicurezza, ancora più gravi se si considera l’età dei pazienti e/o i casi che dovrebbero ricevere cure tempestive.
Il pronto soccorso registra una carenza di personale medico e infermieristico, mancano i servizi di supporto, mancano gli strumenti per individuare la patologia, quindi instradare il paziente alla cura, ha attrezzature e macchinari per la maggior parte antiquati e non funzionanti. Non funziona la Chirurgia generale, la cui Struttura complessa non può operare per carenza di un primario e di chirurghi. Un paziente che trasportato dal 118 al pronto soccorso di Melito PS qualora si riscontrasse che il caso richiedesse l’urgenza immediata di un trattamento chirurgico (un banale intervento di appendicectomia o altro tipo) sarebbe rischioso ritardare l’intervento chirurgico. E’ superfluo aggiungere che il medico cerca sempre di fare del meglio per il paziente, ma nelle condizioni in cui si trova l’ospedale poco può fare, se non fornire le prestazioni mediche che il medico di base assicura presso l’abitazione del malato. In conclusione visto le carenze che presenta l’Ospedale in questione, che sono note a codeste spettabili Istituzioni e che certamente non sono soltanto quelle sopra citate, in attesa delle decisioni da prendere su questa struttura, si chiede alle competenti Istituzioni di voler disporre che per i pazienti, nei confronti dei quali i medici del servizio 118 ritengono necessario il trasporto presso il Pronto soccorso ospedaliero, che questo avvenga presso gli ospedali Riunti di Reggio Calabria, fermo restando la autonoma valutazione del medico del 118 del trasporto in altre strutture ancora più attrezzate.
Ringraziamo fiduciosi di immediate decisioni che non potranno essere che quelle di una solerte riqualificazione dell’ospedale in questione. La presente segnalazione è stata inviata lo scorso 6 settembre al Ministro della Salute, al Commissario per la Sanità in Calabria, al Presidente della regione Calabria, al Direttore Generale della regione Calabria Azienda Sanitaria provinciale n.5 di Reggio Calabria, al presidente dei Sindaci dell’Area Grecanica della Città Metropolitana di Reggio Calabria e al Prefetto della provincia di Reggio Calabria”.
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