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“La colpa è del paese”, “Tutta Melito sapeva e non ha parlato”, “E’ stata la ragazzina a cercarsela”. Sono questi alcuni dei commenti che in queste ore, appresa la notizia di nove giovanissimi arrestati con pesanti accuse a loro carico, conosciuti da tutti nel paese, stanno circolando sul web.
Questo sfrenato accanimento contro il paese adesso non fa altro che alimentare sterili polemiche che non portano a nulla se non a far diventare la vittima quasi colpevole. Quello che servirebbe fare oggi a Melito è solo “silenzio”, quel silenzio che deve portare solo rispetto a chi ha subìto simili atrocità.
Melito è stato definito il paese delle “bestie”. Ma non è così, a Melito ci vive tanta gente perbene che sa distinguere il bene dal male e che, davanti ad una storia assurda quanto vera come questa, si stringe attorno alla giovane vittima e alla sua famiglia.
Quello che emerge dalle indagini condotte dai Carabinieri di Melito di Porto Salvo è un “quadro degli orrori”.
Una ragazza costretta ad avere rapporti sessuali prima con una sola persona poi con tutti gli amici del carnefice.
Una ragazza minacciata di vedersi divulgate alcune sue foto intime ai genitori. E quando pensava di aver intrapreso una normale relazione sentimentale con un giovane se l’è visto pestare sotto gli occhi. Una giovane schiacciata da una situazione che andava sempre a peggiorare e braccata da persone che non le davano respiro o via d’uscita.
Sulla vicenda è anche intervenuto il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Antonio Marziale: “Il quadro descritto dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni della Città, è a dir poco agghiacciante. La violenza di gruppo su una minorenne è da considerarsi a tutti gli effetti un crimine intollerabile nei confronti dell’umanità debole e indifesa, pertanto, accertate le responsabilità, la Magistratura giudicante non può e non deve concedere alcuna attenuante”.
Adesso la misura è colma, complice purtroppo anche uno stato di omertà che circonda sempre storie così turpi, una omertà che non ha più confini geografici e che tocca il nostro Paese in tutte le sue latitudini e longitudini. Gli inquirenti parlano di più reati, sempre a sfondo pedo-sessuale, e le indagini delle Forze dell’ordine hanno portato alla luce anche una pressione psicologica sulla ragazzina che ha dell’incredibile.
La società, in ogni sua espressione, non può più far finta di niente, associazioni, scuole, e tutte le altre aggregazioni possibili e immaginabili hanno il dovere di contribuire alla diffusione di una cultura avversa a quella violenta e sensibilizzare chiunque a sentirsi parte attiva di questo processo, ricordando che chi sa e tace è complice degli aguzzini.
Il mio plauso e il mio ringraziamento alla Magistratura e alle Forze dell’ordine che hanno portato alla luce un “calvario” sul quale tutti siamo chiamati a riflettere perché i diritti dei minori non siano sofismi di sorta e non rimangano come mero inchiostro su carta straccia”.
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Detto giusto.
Vergogna!
Nu straneru
Notizie del genere scuotono al momento le coscienze, fin quando( Purtroppo) i riflettori rimangono presuntuosamente accesi , Poicon un semplice e meccanico ormai, gesto, telecomandiamo la nostra mente , dirottandola su altre notizie o pensieri. Queste atrocità , che offendono e feriscono, coloro che amano la giustizia , e tutto c’iò che le gira intorno. Purtroppo non sono e non saranno le uniche. Ci sentiamo coinvolti perchè sono accadute alle persone della porta accanto, a coloro che conoscevamo ,ai nostri amici , parenti forse. Purtroppo questi sono figli partoriti da questa società, senza principi, senza regole, senza cultura ,senza rispetto per l’autorità, nel suo complesso e nelle sue svariate forme, se da un lato gli educatori tribolano per creare una società vivibile, moderna e civile, dall’altro lato i media , trasmettono un messaggio diverso e incomprensibile, dove purtroppo vittime e carnefici sono oggetto di ammirazione da diverse fazioni.
Foti francesco