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Attesa per la quindicesima iniziativa, sostenuta dal Movimento Ferrovia Jonica Bene Comune, che si terrà sabato 23 gennaio a partire dalle ore 15:30, presso lo scalo ferroviario a Marina di San Lorenzo, luogo simbolo, in quanto alcuni anni addietro è stato cancellato il doppio binario in correlazione alla stazione.
Seguirà un convegno alle 16:30 presso la sala del Centro Giovanile Santissima Trinità in prossimità della Chiesa, all’incontro parteciperanno 45 tra associazioni, comitati, cittadini e 41 sindaci della costa jonica, tra i quali il primo cittadino laurentino, Bernardo Russo e il parroco Giovanni Zampaglione, gli stessi stanno portando avanti la voce dei cittadini, che reclamano il riutilizzo delle corse dalla stazione di Marina di San Lorenzo.
“Entro dicembre 2014, secondo incauti programmi di gestione di RFI, numerose stazioni ferroviarie lungo la linea ionica avrebbero dovuto essere declassate a “fermate”. Tecnicamente, tale declassamento consiste nella soppressione dei binari di precedenza ed incrocio e relativi apparati di segnalamento, che normalmente caratterizzano le stazioni ferroviarie, e che permettono di effettuare manovre dei convogli ferroviari, quali incroci tra treni marcianti in senso opposto, tra un treno più veloce che “supera” uno più lento, stazionamento di treni merci, ecc.”
E’ quanto dichiara Domenico Gattuso (Presidente CIUFER e Coordinatore Altra Calabria), la riduzione del numero di stazioni, in gergo definita “semplificazione” e relativa trasformazione in fermate sulla linea ionica è assolutamente da scongiurare. Essa si tradurrebbe in pesanti ripercussioni sul traffico ferroviario potenziale: si determinerebbe una riduzione di potenzialità (capacità di transito) ed un prevedibile allungamento dei tempi di viaggio in ragione delle maggiori distanze interstazione.
Le stazioni prese di mira, destinate al definitivo taglio e alla dotazione a singolo binario, sono le seguenti: Marina di San Lorenzo, Bova Marina, Capo Spartivento, Ferruzzano, Ardore, Gioiosa Jonica, Caulonia, Riace, Squillace, Roccabernarda, Isola di Capo Rizzuto, Roseto Capo Spulico, Policoro-Tursi e potrebbero non essere le uniche, in futuro. L’azione rientra in una strategia di RFI definita di “right sizing”, che si prefigura come una pericolosa tappa orientata allo smantellamento dell’intera linea ionica da Melito a Metaponto.
Questa operazione è stata già effettuata nella stazione di Marina di San Lorenzo. In seguito alla denuncia pubblica ed alle proteste di associazioni di cittadini e sindaci, RFI ha preferito operare mettendo in atto un’azione di “sabotaggio” meno visibile, ovvero applicando delle morse alla via ferrata atte a bloccare l’operatività del secondo binario (v.Foto2). Gli impatti determinati dalle azioni di cui sopra rischiano di tradursi in effetti negativi seri, sia sul piano operativo che sul piano sociale.
Tralasciando gli impatti sociali, pur non trascurabili, sono da evidenziare i riflessi pericolosi sull’esercizio sia in termini di offerta che in termini di sicurezza. E’ del tutto intuitivo, in effetti, ma siamo disponibili ad un confronto pubblico sulla base di studi e simulazioni specializzate, che la cancellazione del secondo binario si tradurrebbe, a meno di una presenza occasionale di treni in linea, in una contrazione della potenzialità della linea stessa, ovvero in una riduzione delle velocità commerciale dei treni. L’effetto ultimo sarebbe un allungamento nefasto dei tempi di percorrenza ed una conseguente perdita di competizione del vettore ferroviario a vantaggio di mezzi, privati e pubblici, su gomma, con dissuasione della potenziale utenza e perdita di quella esistente. D’altra parte non sono da escludere preoccupazioni in ordine alla sicurezza e alle azioni di protezione civile.
Il secondo binario di stazione, su una linea a binario unico, può essere adoperato in situazioni di emergenza o incidenti, evitando il blocco prolungato dell’esercizio della linea. Può essere inoltre utile per facilitare il recupero di una situazione di regime della circolazione in seguito a eventi eccezionali che abbiano determinato accodamenti indesiderati. Si rileva infine che le opere di eliminazione dei binari non determinerebbero benefici economici rilevanti, semmai comporterebbero oneri per l’esecuzione delle opere di smantellamento e trasformazione del sedime ferroviario.
Siamo pertanto a chiedere fermamente che RFI receda dalle sue azioni di sabotaggio della linea ionica e provveda in tempi rapidi a ripristinare il secondo binario a Marina di S.Lorenzo e ad eliminare le ganasce installate su sui binari delle stazioni atte ad inibire la circolazione dei treni. In relazione inoltre ai recenti eventi alluvionali che hanno interessato la fascia ionica calabrese (vedi disastro di Ferruzzano), è emersa in più punti la grave situazione e la evidente fragilità dell’infrastruttura ferroviaria; si ritiene importante dare luogo al più presto ad una azione di monitoraggio e verifica della sicurezza su tutta la linea, ed a porre in essere misure organiche di manutenzione straordinaria al fine di rimuovere situazioni di rischio e prevenire pericolosi fenomeni di dissesto idro-geologico che potrebbero comportare danni a viaggiatori e ferrovieri. Si sottolinea ancora come l’azione preventiva sia necessaria anche al fine di limitare costi, disagi, disservizi, isolamento delle comunità locali. Queste note sono state trasmesse alla Regione Calabria che, purtroppo, solo in parte le ha recepite, trasmettendole a RFI, dimostrando una sorta di complesso di inferiorità. Ed RFI ha risposto in modo evasivo. La battaglia rischia di farsi più aspra ancora, atteso anche le mancate risposte in merito agli altri 9 punti della petizione popolare e l’atteggiamento scarsamente ricettivo assunto da parte dell’Assessorato ai Trasporti della Regione e dai vertici FS. E’ di ieri l’ultima perla di disservizio sulla linea ionica, con la scomparsa del treno 12716 senza preavviso e senza servizio sostitutivo, con conseguenti disagi a catena subiti dai pendolari lasciati appesi. I calabresi sono stanchi di subire”.
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