L’Oasi naturalistica del Pantano di Saline vittima della siccità

Pantano di Saline

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L’Oasi naturalistica del Pantano di Saline Joniche è vittima della siccità e della lenta desertificazione del sud Italia”. A lanciare l’allarme Tito Solendo, Coordinatore Gruppo Attivo ’88 del WWF. Nella sua disamina, Solendo sottolinea come “L’area costiera reggina di Saline fin dagli anni ’70 è stata salvaguardata dal costante impegno di volontari ecologisti e comuni cittadini, che si sono avvicendati con pericolose lotte a tutela della superstite area devastata dalla Liquichimica e dall’endemico bracconaggio.

Anni di battaglie per il riconoscimento del bene ambientale come Zona umida costiera con acqua salmastra, dove veniva raccolto il sale creando lavoro e profitto, unitamente all’adiacente coltivazione del gelsomino per i profumi.

La vasta riviera da Riaci ad Annà sprofonda nel degrado e nel disinteresse dell’attuale Amministrazione comunale, con evidente incapacità e incompetenza. Il supporto tecnico-scientifico del WWF e l’impegno volontario di un gruppo di professionisti, senza scopo di lucro, autofinanziano attività di salvaguardia della natura, che ha determinato il riconoscimento europeo S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario) ed Oasi flora e fauna selvatica, con D.L. R. 2001, grazie alla volontà dell’On. Michelangelo Tripodi.
Si rende noto dell’attuale emarginazione del Gruppo Attivo ’88 WWF che rivendica la paternità delle conquiste, tramite intense lotte di tutela dell’habitat naturale del Pantano.
Non si può nascondere l’avvenuto sciacallaggio da parte di alcuni furbetti sconosciuti, con presunte finalità lucrose e gestendo il nulla.

Dal 1988 il Gruppo Attivo ’88 WWF svolge dei Campi di censimento, vigilanza e recupero uccelli e tartarughe marine dagli anni ’80, senza finanziamenti, collaborando con la Forestale, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Ricordiamo con nostalgia l’intensa collaborazione con le passate Giunte comunali, inoltre la popolarità e la stima dei cittadini, uniti nelle lotte essendo l’unica associazione attiva nel silenzio dei Governi e della Regione nel respingere ipotesi di reindustrializzazione inquinante per la salute umana e animale.

Il Pantano è dolosamente degradato e parzialmente prosciugato con delle alghe in putrefazione che emanano un cattivo odore, unito al depuratore nascosto a Ficarelle mal funzionate. Nella vegetazione nidificano vari uccelli come i cavalieri d’Italia, con l’abituale presenza dei fenicotteri rosa. Si teme l’azione vigliacca dei piromani che stagionalmente agiscono bruciando nidi e uccelli presenti nella folta vegetazione.

Da oltre trent’anni proponiamo progetti di bonifica e rinaturalizzazione con l’indicazione di attività ecocompatibili, per uno sviluppo economico come sostenuto dalla Regione con un finanziamento specifico, mal utilizzato da precedenti Giunte comunali. Amaramente rispolveriamo il passato tramite i servizi giornalistici e TV, commentando l’assenza di impegno e interesse nei riguardi dell’uomo e della natura, non curanti dei bisogni economici dei cittadini.

Ribadiamo l’urgenza di riscoprire e valorizzare il Pantano; l’area archeologica dell’antica cittadina greco-romana di S. Elia; l’area del porto, distrutto e insabbiato, causa errore progettuale. A riguardo di quest’ultimo, si apprende dai media la conferma della validità del vecchio progetto, con i soli interventi del dragaggio di pietrisco e ricostruzione del molo, nonostante da vari anni il WWF suggerisca di ridisegnare l’area del porto, tenendo conto delle correnti marine e del vento di scirocco, così da ripristinare l’utilizzo del porto da parte di pescherecci e diportisti per lo sviluppo di attività marinare e turistiche. Si reputa necessario attuare un urgente piano di bonifica del Pantano, ricostruendo la naturalità del luogo paludoso, ricoperto da inerti edili, rifiuti e ferraglie.

Riportiamo le vicende dei primi anni del ‘900, quando per costruire la ferrovia decisero di ostacolare il rapporto già esistente con il mare adiacente il Pantano, ove ospitava varietà di pesci e uccelli migratori.
Si evidenzia l’esistenza di un sub-fiume con acqua potabile che sbocca nelle due faglie del Pantano, visibili nella spiaggia.
Rinnoviamo il nostro impegno con determinazione e libertà, rivendicando il riconosciuto ruolo di volontari competenti e no-profit, con meriti acquisiti per il permanente lavoro e l’appoggio della cittadinanza”.

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, E' giornalista pubblicista dal 2008. Vive in Irlanda da circa 10 anni come Digital Marketing Manager, ma porta avanti il giornale con l'aiuto di vari collaboratori che hanno sposato il progetto di Ntacalabria.