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Riceviamo e pubblichiamo:
Per parecchio tempo, accogliendo il Suo invito, ho cercato di comportarmi da cittadino modello, poiché tale si può considerare solo chi non esterna il proprio malumore e la propria opinione, schivando totalmente tutte le vicende che hanno caratterizzato e caratterizzano la consuetudine di Condofuri, accogliendo addirittura il suggerimento di un affine a qualche componente della Sua Giunta ho deciso di tornare, per hobby, a coltivare la terra, perché, dicevano, è di questo che abbiamo bisogno, soprattutto a Condofuri; nonostante le mie buone intenzioni, però, egregio Sindaco, pur rimanendo entro i limiti del mio orticello e continuando ad ignorare tutto quello che accade nel resto del paese, mi viene difficile rimanere indifferente alle sollecitazioni che in qualche modo mi vedono destinatario nelle vesti di cittadino e soprattutto di contribuente, sottolineando a tal proposito che è sempre con indosso tali abiti che ho maturato la decisione di stilare queste poche righe lungi dal voler fare polemica o politica, come in passato qualche assessore della Sua squadra ha insinuato: il sottoscritto ha sempre aberrato la politica che, ed Ella lo sa, è ben altra cosa rispetto ad un’occasionale e spassionato impegno nel sociale, scevro da secondi fini e celate ambizioni.
Mi permetta di esprimere pertanto il mio pensiero con ciò che in questi giorni è argomento prevalente dei dibattiti di ogni improvvisata sede da convegno pubblico: la famigerata TARI, un tributo che definire esoso, considerate le tariffe applicate, potrebbe dare l’impressione di voler fare ironia gratuita; nulla da eccepire sul fatto che i servizi, soprattutto quando garantiti, vanno pagati, cercando però di mantenere il senso della misura con l’impegno da parte di quei soggetti a cui è stato demandato il difficile compito di amministrare un paese, di accanirsi il meno possibile sul cittadino. Sorge spontaneo, nella mente del sottoscritto, il quesito su quali siano state le valutazioni che hanno indotto a determinare per Condofuri l’applicazione di una delle due componenti della Tari, nella fattispecie la cosiddetta “tariffa variabile”, pari ad € 278,59 – per un nucleo familiare composto da quattro persone – corrispondente esattamente a ben 36 centesimi oltre il doppio di quanto è chiamato a pagare un analogo contribuente del Comune di Milano ricordando che il fardello risulta definito dal numero degli occupanti l’alloggio e dalla quantità di rifiuto residuo conferito; cos’ha determinato un aumento, in media, pari al doppio di quanto veniva pagato per la preesistente Tarsu sino al 2013? E ancora, dove sono i vantaggi per la cittadinanza che la tanto decantata “Gestione integrata dei RSU” volgarmente detta “Raccolta differenziata” avrebbe dovuto determinare?
Seppure non dissimile da quella di tanti altri cittadini di questo Comune, rimane comunque una mia opinione personale, come personale è l’opinione che nell’adozione di provvedimenti di qualsiasi genere e soprattutto in materia di tributi, a differenza di quanto accade a livello nazionale, in sede locale bisognerebbe tenere in considerazione le condizioni socio-economiche del contesto nell’intento di evitare ulteriori salassi per chi vive in quelle che, ormai da anni, non si perde occasione di definire, a convenienza, aree economicamente depresse, dove effettivamente la maggior parte della gente annaspa rasentando, se non addirittura scendendo al di sotto della tanto famigerata soglia di povertà.
Ho provato anch’io a mettere in atto la spending review utilizzando una scure ben affilata sul bilancio familiare ma pur privandomi di tanto che fino a qualche tempo fa mi concedevo continuo ad annaspare per cui, dopo avere frantumato anche l’ultimo salvadanaio, non me ne voglia, signor Sindaco, se non rispetterò puntualmente le scadenze fissate per il pagamento dei vari tributi: la mia priorità è quella di garantire una tazza di latte ed almeno un pasto caldo ai miei figli, per il resto “chi vivrà vedrà”! E se lo ritiene opportuno rappresenti pure ai miei “datori di lavoro” quanto sto affermando: il mestiere che svolgo, così come non mi esime dal pagamento delle tasse e non mi spoglia delle vesti di cittadino-contribuente-elettore allo stesso modo non mi impedisce di affermare la mia impossibilità economica a fare fronte con puntualità a tutte le tasse, comunali e non, che gravano sulle mie spalle.
Con un appunto per i consiglieri di minoranza in seno alla corrente amministrazione comunale, ai quali mi sento di dire cordialmente, umilmente e con consapevolezza sugli “spazi di manovra” concessi all’opposizione, che l’abbandono dell’aula consiliare quale forma di protesta di fronte all’adozione di provvedimenti o tariffe elevate dovrebbe essere quantomeno seguito da una precisa presa di posizione, concludo con il suggerimento e l’auspicio, qualora possibile, di una revisione delle tariffe applicate alla Tari per il 2014 e per gli anni a venire, in modo tale che ogni cittadino modello possa mantenere questo status attraverso la rimunerazione puntuale dei servizi di cui bene o male usufruisce.
Il cittadino Salvatore Tuscano
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