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Ecco la rettifica della redazione in merito alla denuncia del Signor Vincenzo Crea:
“L’albero è stato piantato dal Sig. Sgrò Vincenzo. Nel corso degli anni, la mia famiglia che è stata a Lazzaro tutte le estati, si è presa cura dell’albero, curandolo e mantenendolo nelle migliori condizioni possibili e godendo sempre della sua magnifica frescura.
Lo splendido albero di “finto pepe” piantato ormai quasi sessanta anni fa da mio nonno, Sig. Sgrò Vincenzo, in un’epoca in cui Lazzaro godeva ancora della frescura del bosco di ulivi e di molte strade con doppia alberatura ai lati. Nel corso degli anni, che vedono la presenza della mia famiglia a Lazzaro tutte le estati, sia mia madre, Sig.ra Margherita Sgrò, in Discalzi, che mio padre, Sig. Capitano Filippo Discalzi, e poi mia e di mia moglie, dopo la loro morte, ci siamo sempre presi cura del “nostro albero”, curandolo e mantenendolo nelle migliori condizioni possibili e godendo sempre della sua magnifica frescura.
Durante i primi giorni di novembre, le violente precipitazioni che si sono abbattute su Lazzaro, secondo quanto mi è stato riferito da amici (abitiamo e lavoriamo a Milano a 1360 km di distanza) hanno causato il cedimento del nostro albero, che si è pericolosamente piegato verso la casa di fronte, appoggiandosi ad essa. A questo punto, per non creare rischi e pericoli all’abitazione interessata, e a quelle viciniori, alla circolazione degli autoveicoli e a quella pedonale, considerata l’urgenza, dettata dal fatto che gli accadimenti si sono verificati in un fine settimana, e viste le foto inviate, che si allegano, ho ritenuto mia responsabilità civile e penale, dover provvedere, pur con estremo rammarico, come potrà testimoniare ogni vicino, al necessario abbattimento dell’albero di mia proprietà”. Dott. Alessandro Discalzi e Avv. Clelia Del Prete
Ecco invece la lettera del Signor Vincenzo Crea che riportiamo di seguito integralmente:
“E’ superfluo ritornare sull’importanza delle funzioni ecologico-ambientale, sanitaria, protettiva, igienica, culturale, didattica, ma a Lazzaro ormai è stato deciso di distruggere quelle cose belle, che sono rimaste.
Nella serata di martedi 3 novembre si è deciso di tagliare un albero secolare situato su suolo pubblico comunale posto sulla via Trento all’angolo di piazza “Caduti sul Lavoro”.
Un altro grave episodio, non è il primo. In ricordo della presenza di quell’importante albero gli esecutori hanno pensato bene di lasciare circa 70 cm di fusto. Meglio che niente.
Non è possibile che si possa tagliare un albero su strada pubblica al centro del paese e nessuno vede niente. Sebbene il disastro sia stato compiuto, venuto a conoscenza del grave fatto, ho interessato subito il Comando di Polizia Municipale e il Comandante della Forestale di Reggio Calabria, chiedendo Loro di verificare se siano state rispettate le norme nazionale e regionale a tutela del verde, acclarando i motivi che ne hanno giustificato il quasi completo taglio del fusto, tramite l’acquisizione di atti riguardanti l’intervento anche con riferimento alla eventuale necessità di tagliare l’albero, atteso che non si possono abbattere alberi interi con la motivazione della loro supposta pericolosità, senza che ciò sia supportato da pareri scritti, derivanti da approfondite valutazioni operate da esperti nel settore.
E’ stata evidenziata la necessità di verificare se nel corso dell’intervento, eseguito tra l’altro, col buio siano state adottate tutte le cautele a tutela della circolazione stradale e pedonale nonché le norme riguardanti la sicurezza sui luoghi di lavoro, evidenziando che nella tarda mattinata del 4 novembre ancora insistevano sulla strada pubblica dei rami tagliati che recavano pregiudizio alla circolazione veicolare e pedonale.
A tal riguardo è necessario verificare il corretto smaltimento prodotto o il lecito utilizzo dei beni demaniali atteso che si potrebbe rispondere di furto aggravato oltre che di danneggiamento di beni pubblici.
Si avverte tra l’altro in questi comportamenti la tendenza di risolvere i problemi e farsi giustizia da sé. Bisogna stare molto attenti perché con questi comportamenti si crea il terreno adatto allo sviluppo dell’illegalità. Di questi sviluppi il paese non ne ha proprio bisogno”.
Vincenzo CREA, Referente unico dell’ANCADIC Onlus e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
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