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Con il restauro dell’Annunciazione di Antonello Gagini della Chiesa di S. Teodoro Martire di Bagaladi prende avvio il progetto “Rinascimento d’Aspromonte”, promosso dal Comune di Bagaladi e finanziato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, nell’ambito del programma denominato “Miglioramento dell’offerta culturale del Parco Nazionale dell’Aspromonte – Azione 2 – 2015”.
Le azioni del progetto, svolte in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, la Parrocchia di San Teodoro Martire di Bagaladi e la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabra e la provincia di Vibo Valentia, sono finalizzate alla tutela e alla valorizzazione delle sculture mariane rinascimentali nonché al vasto patrimonio etnografico connesso al culto alla Madonna, ancora oggi perpetrato dalle comunità che popolano la montagna più Sud della Penisola italiana. I lavori non potevo quindi che prendere avvio dal capolavoro d’arte più significativo del Parco Nazionale dell’Aspromonte: il gruppo scultoreo dell’Annunciazione che si conserva nella chiesa bagaladese.
L’opera, commissionata nel 1504 da Jacopo Verduci per la perduta chiesa dell’Annunciazione di Bagaladi, è da considerare il primo esempio della carriera di architetto di Antonello Gagini, l’artista che inaugurò il Rinascimento nelle terre calabresi. Dopo il terremoto del 1908 il gruppo scultoreo era stato trasferito dalla chiesa dell’Annunziata, proprietà della famiglia Pannuti fin dall’Ottocento, al nuovo edificio ecclesiastico di San Teodoro Martire, consacrato nel 1936.
Da allora l’Annunciazione del Gagini è rimasta ad appannaggio esclusivo di studiosi ed appassionati del settore, lontano dalle mete turistiche più ambite della Calabria, nonostante sia da considerare tra i capolavori d’arte più interessanti che la regioni conservi.
Tali circostanze motivano gli obbiettivi del progetto deputati a valorizzare il patrimonio storico artistico rinascimentale presente nelle terre aspromontane, custodi di un corpus straordinario di sculture marmoree, alcune delle quali autografe del Gagini. In Calabria lo scultore ha infatti lasciato decine di opere, divenute modelli indiscussi nella sua formidabile carriera. E’ il caso del gruppo scultoreo dell’Annunciazione di Bagaladi, prototipo di future e analoghe composizioni in tutta la Sicilia e attualmente al centro di un delicato restauro condotto dalla ditta Materia e Immagine di Pasquale Faenza, con la collaborazione tecnica dei tirocinanti dell’Accademia di Belle Arti di L’Aquila e del CESMA, ente di formazione piemontese specializzato nel campo dei Beni Culturali. I lavori sono stati preceduti da una attenta campagna di indagini scientifiche, eseguite dal Laboratorio di diagnostica per i beni culturali di Spoleto, centro di eccellenza del MiBACT.
La diagnostica aiuterà a comprendere la natura dei pigmenti nonché l’entità delle dorature che in origine impreziosivano la superficie lapidea, esaltata non soltanto dalla gradina e dello scalpello ma anche dai rifessi dell’oro e dalla sfumature dei colori. Sono questi aspetti di fondamentale importanza per lo svolgimento del cantiere di restauro, pensato per essere fruibile dal pubblico grazie alle visite guidate curate dalla Società Cooperativa Grecale tutti i Sabati dalle ore 11:00 alle ore 13:00 e tutte le Domeniche di Agosto dalle 16:00 alle 18:00.
Ma il progetto promosso dal Parco Nazionale dell’Aspromonte, non si limita al solo recupero del più elegante manufatto lapideo lasciato dal Gagini in Calabria; contempla, infatti, anche diverse attività divulgative e promozionali, come la realizzazione di un documentario sul restauro dell’Annunciazione, ed una serie di puntate radiofoniche condotte dall’antropologa Patrizia Giancotti sugli aspetti etnografici relativi al culto mariano in Aspromonte. Saranno inoltre predisposti dei pannelli didattici ai lati dell’opera restaurata, curati dalla ditta Stefano Mileto e tracciati degli itinerari turistici, incentrati sulle sculture di Antonello Gagini e sulle opere rinascimentali conservate nei borghi che coronano la grande montagna calabrese, consultabili tra pochi giorni sul sito istituzionale dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte.
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