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La politica della guerra continuamente avvolge il filo del passato intrecciandolo con quello del presente. Guerra e pace-pace e guerra, senza tregua si susseguono per il controllo e il possesso di ricche risorse del suolo e del sottosuolo.
Brevi sono i periodi di pace che, storicamente, l’umanità ha conosciuto. Gli Spartani che sapevano fare la guerra molto bene, sacrificavano un bue quando vincevano per astuzia, sacrificavano un gallo quando vincevano per la loro forza brutale. Tutte le guerre sono state e saranno dominate dal principio del tornaconto e dell’utilità dei potenti di turno.
I crimini degli altri per poter dichiarare guerra con ampi consensi delle popolazioni sono sempre esaminati con cura a differenza dei propri. I signori della guerra che seminano morte di inermi innocenti oggi si identificano con le cosiddette multinazionali che si impossessano con l’astuzia e con la guerra di pozzi petroliferi di proprietà dei califfi che vogliono, insieme a loro, mettere in ginocchio tutte le nazioni stabilendo l’aumento o la discesa del prezzo del petrolio a loro piacimento. In gioco mettono la stabilità del resto del mondo che non intende rinunciare al benessere materiale.
Nella repressione dei Curdi da parte dei turchi, gli Stati Uniti furono i maggiori fornitori di armi. E questo terrorismo di stato è stato alimentato dal silenzio degli altri stati.
La Turchia non poteva avere un amico e miglior alleato degli Stati Uniti. La carriera alle armi nelle famiglie più potenti era automaticamente tracciata per il primogenito, se poi questo era impedito per gravi difetti fisici che non gli permettevano tale progetto per diventare soldato, i genitori decidevano di farlo un uomo di chiesa nella speranza che il prelato arrivasse al vertice della gerarchia ecclesiastica. Mitra e pastorale andarono sempre d’accordo. In Francia, prima della rivoluzione, immensi erano i beni della chiesa costituiti da donazioni secolari offerte dai fedeli per conquistarsi il Paradiso. Queste ricchezze servivano in parte per gli armamenti. Famoso è l’ordine religioso-militare dei Templari fondato nel 1119 per la liberazione del Santo Sepolcro in mano agli eretici infedeli. Filippo il Bello distrusse il loro potere economico e militare. Nel 1313 Clemente V sciolse l’ordine.
La tecnologia dei potenti non sembra più avere ragione e sicurezza nel possedere arsenali degli armamenti che costituivano la forza bruta vincente. Bastano pochi individui e in pochi secondi per attaccare e uccidere centinaia di individui che ignari si trovano in un supermercato o in una festa nazionale che commemora la vittoria bellica del passato (es. festa della presa della Bastiglia). Perché è scoppiata la guerra del golfo e cosa è successo dentro di essa proprio mente l’Unione sovietica di Gorbaciov stava per accordarsi con gli Stati Uniti su un piano di pace che avrebbe apportato libertà e democrazia senza più atroci nemici del comunismo? Si diceva che America e Russia avrebbero smantellato gli arsenali militari e per questo motivo l’Europa e tutto il mondo avrebbe vissuto un nuovo rinascimento. Illusione. Nella notte del 2 agosto 1990,proprio mentre la gente si gode l’estate dopo il crollo del muro di Berlino, le truppe di Saddan Hussein, grande impiccatore di comunisti e di gente comunque a lui contraria, invade il Kuwait. In gioco non c’è soltanto la libertà e i pozzi petroliferi del Kuwait ma il futuro economico di tutta la civiltà occidentale. L’intero pianeta diventa una polveriera. Le differenze etniche e le diversità di religioni mettono a subbuglio tutto il mondo.E’ questa l’occasione per trascinare tutta l’Europa in questa avventura per schierarsi nell’interno del golfo a fianco degli americani.
La profezia di Cervantes, guerriero di carriera, sembra proprio che si sia avverata. Bastano convinti fanatici esaltati dalla religione che, come Don Chisciotte della Mancia, riescono a distruggere i mulini a vento dei signori della guerra. Terroristi individuali, così come la peste bubbonica, sono sufficienti ad innescare la reazione a catena del male diabolico.
Virginia Iacopino
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