La politica del Cardinale Mazzarino di Virginia Iacopino

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Di Sicilia è nativo il furfante Cardinale Mazzarino, sempre pronto a fare male con il ministro cardinale Richelieu per le spese militari delle guerre religiose; è un ladro impiccione, è un furfante mascalzone, è l’amante di Anna d’Austria la sua ganza preferita tutta intenta a metter tasse per far guerre di espansione e religione. La sua casa è piena d’oro, argento, avorio e damaschi in quantità, il suo letto è sontuoso, noi dormiamo nella paglia, siamo i giusti da salvare ma costretti ad emigrare per cercar lavoro altrove. Su andiamo dal cardinale con il gioco sanguinoso della fronda, devastiamo la sua casa (canto di protesta detto mazzariata).

La fronda fu un movimento di opposizione alla politica del Cardinale Mazzarino. Era un gioco pericoloso caro ai monelli parigini consistente nel bersagliare se stessi o la polizia a colpi di pietre lanciate da una fionda. Scagliato il sasso essi si disperdevano per riapparire quando il pericolo era passato. Il nome piacque ai rivoltosi del ’48 che adoperarono la medesima tattica nei confronti del governo. Mazzarino non si turbava minimamente di questa pioggia di insulti e sassate. Un giorno fingendosi molto irritato per una mazzariata che ritenne più irriverente, più diffamatoria e aggressiva rispetto alle altre, fece sequestrare i foglietti di protesta in circolazione, non li fece distruggere. Fulminato da una sconcertante pensata, li mise in vendita. Ricavò una somma considerevole (10mila scudi) e, ridendo a crepapelle commentò: le casse statali sono in rovinosa perdita per lo spreco di Anna e tutta la corte me compreso valoroso militare e angelo della pace tra spagnoli e francesi. Riesco sempre a far firmare tregue trappole vantaggiose per la Francia; che scrivessero pure:la regina è tutto. Il cognato gioca tutto. Il principe prende tutto.

Il Cardinale Mazzarino fa tutto mescolando bene le sue carte. Il cancelliere delle finanze era il marchese italiano Porticelli che inventò nuove tasse; inasprì quelle vecchie, giudicò illegali tutte le costruzioni fuori le mura delle città; fece una sanatoria per legalizzarle pagando affinché non venissero demolite. In sostanza questa tassa regge ancora in Italia. Si favoriscono i costruttori abusivi anche se hanno costruito sul demanio pubblico e così che i palazzinari diventano legittimi proprietari in barba agli onesti.
Mazzarino aveva fatto sposare sua nipote Maria Mancini con Luigi XIV figlio di Anna. L’ultima dimora di Mazzarino fu l’appartamento adiacente a quello di Anna e collegato da un corridoio ignorato da tutti. Si afferma che la sua relazione amorosa era stata sanata da un matrimonio segretamente celebrato.Un indovino gesuita attorniato dal crocchio di donne e cavalieri quando osservò attentamente la mano di Mazzarino lo guardò fisso negli occhi e gli disse: perché vostra signoria si sforza a servire la Spagna quando tutti i vantaggi e gli onori che vedo nella sua mano derivano dalla Francia? Non faccia più l’angelo di pace tra spagnoli e francesi; si  interessi della Francia. E così fu.

Il frate domenicano Niccolò Machiavelli, molto attento all’evoluzione delle grandi monarchie di Francia, Spagna e Vaticano,aspirava alla formazione di uno stato unitario italiano come si era formato in Inghilterra, scrisse il suo famosissimo libro Il Principe per mettere in evidenza quali dovevano essere le arti ,le qualità e le strategie per governare un popolo senza egoismi, senza guerre di espansione, senza leggi vessatorie causa della realtà sociale e politica. La sostanza non è cambiata. Le  omelie che Niccolò e  quelle di frate Girolamo Savonarola erano ardenti per proteggere i poveri e i diseredati si diffondevano ed echeggiavano. Savanarola predicava in una sua splendida cantica: o chierica! o chierica! o Roma! o Roma! tu avrai tribolazioni che non vorresti ma te le meriti. Voi dite che siete i benedetti e noi gli scomunicati. Non siete voi che combattete nelle guerre maledette in nome di Dio? Io, insieme ai miei, combatteremo contro di voi lascivi corrotti.Savonarola anche se è stato impiccato e poi dato alle fiamme ha lasciato al mondo intero una lezione di coraggioso lottatore.Mazzarino e Richelieu furono  i massacratori del movimento cristiano dei Catari sostenitori di una netta distinzione fra bene e male, tra spirito e materia propugnatori di un rigoroso costume clericale divenuto lascivo e guerriero.

Papa Innocenzo III si terrorizzò per la rapida diffusione del catarismo nell’Europa meridionale, in Italia e nei Balcani. Andò su tutte le furie e istituì il tribunale della santa inquisizione per convertire i catari. I missionari inviati a tale scopo non vi riuscirono. Alcuni dei loro si convertirono al catarismo movimento giusto che distribuiva ai poveri tutto ciò che riceveva. Se i beni ecclesiastici, che sono immensi, esclusi dalle tassazioni si mettessero a vantaggio della plebi odierne e di tutti i migranti che fuggono da guerre di religione, carestie e avversità di clima, si risolverebbero i problemi mondiali;si tornerebbe ad una chiesa  povera che non ha bisogno di oro, di argento e di armi e di traffici leciti ed  illeciti, si avrebbe la rivoluzione francescana che tutti i poveri aspettano. Occorrono preti moderni che si ispirano a Giulio Genomino che predicava il riconoscimento della parità tra nobili, clero e popolani. Fu lui che infuocò la rivolta del pescatore di Amalfi Masaniello che si improvvisò capopopolo in una lotta giusta e sacrosanta. Si protestava contro tutte le famigerate gabelle. Si voleva proclamare l’indipendenza dalla Spagna ma purtroppo mancava la bussola di organizzatori capaci.E fu questo il motivo che il movimento non si inserì in quelli europei vincenti.

L’ultimo scherzo di Mazzarino fu la sua morte avvenuta durante i festeggiamenti di carnevale. I suoi funerali furono solenni come quelli del suo protettore cardinale Richelieu che, ironia della sorte, avevano ordinato una semplice cerimonia funebre in pentimento dei loro peccati mortali. Gli uomini onesti non furono pietosi con Mazzarino finché visse e non furono nemmeno pietosi con le sue spoglie e con la sua memoria. Scrissero sulla sua tomba: infine il cardinale ha terminato la sua sorte. Francesi che diremo di questo grande cardinale? Qui giace l’eminenza seconda. Dio ci guardi dalla terza.

Virginia Iacopino

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