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Articolo a cura di Mimmo Musolino
Arrivando alla Stazione di Melito Porto Salvo lo sguardo veniva attratto da una imponente costruzione immersa nel verde di maestose piante di palma e imperiose piante di pino calabrese (una delle varietà di piante di pino da proteggere).
Era l’ospedale di Melito, intestato al fondatore Tiberio Evoli, riferimento per la cura delle malattie e salvaguardia della salute non solo per i cittadini dei comuni dell’area grecanica o della provincia reggina ma anche per ammalati di tutta la Calabria e di altre regioni d’Italia.
Del degrado e del progressivo abbandono (anche se una tantum arriva qualche “contentino“) di questo ospedale se ne parla tanto, ma mai abbastanza, e credo che ancora non è stato spazzato via dalla malefatte della mala-politica solo e soltanto per l’impegno costante di valenti e preparati medici, del personale paramedico, ausiliario, amministrativo e per il sostegno di associazioni e comitati spontanei che lottano fortemente non solo per non dismettere tale importante struttura sanitaria ma anche per rafforzare le possibilità di cura per i pazienti che ancora hanno tantissima fiducia in questa prestigiosa istituzione a salvaguardia della salute.
Ma quello che volevo sottolineare, tornando alla premessa, è la completa distruzione e scomparsa del verde che abbelliva e dava un senso di salubrità a tutto l’ambiente ed era un biglietto di visita molto positivo, importante e caratteristico per la città del bergamotto.
Vegetavano degli imponenti alberi di pino calabrese e delle meravigliose palme delle canarie, che nel tempo, non hanno avuto nessuna cura e attenzione, e via via si sono ammalate ed essiccate.
Le prime (i pini) malandati e poi abbattute da mani impietose e le seconde (le palme) distrutte completamente dal Punteruolo rosso delle palme, un maledetto e terrificante insetto che è riuscito a cambiare il volto e sconvolgere l’immagine non solo dell’ospedale di Melito ma di intere città, da Palermo a Sanremo, da Rimini a Siderno, da Roma, Napoli e del più bel chilometro d’Italia di Reggio Calabria ecc..
Purtroppo si investono, in maniera improduttiva, e vengono sottratti (rubate), dalla casse dello Stato tantissimi soldi, ed una gravissima ed imperdonabile colpa della classe politica è stata quella di non avere prestato l’attenzione dovuta ed elargito gli investimenti necessari nella ricerca scientifica, nella Entomologia e nell’impegno per debellare tale malefico e distruttivo insetto coinvolgendo, attivamente ed in sinergia, tutte le strutture scientifiche e tecnico agricole operanti su tutto il territorio nazionale.
Un vero e proprio imperdonabile delitto contro il verde pubblico, la natura e l’ambiente!
Quel verde serviva anche per fare da schermo alla desolazione che molte volte si coglie guardando le strutture dell’ospedale, ed anche la statua che ricorda il suo fondatore, Tiberio Evoli, giace nel più vergognoso abbandono (vedi foto accanto) ed è praticamente impossibile anche leggere l’epigrafe.
Speriamo che non sia il segnale nefasto e colpevole di chi (…in molti fra i detentori del potere politico e dei poteri occulti…) vorrebbe far sparire il glorioso ospedale dalle fondamenta iniziando, dal ricordo e dall’immagine, dal suo fondatore Tiberio Evoli.
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