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Francesca Prestia, figlia d’arte, durante un’intervista rilasciata a Ntacalabria.it afferma: “Ho imparato a ballare il valzer con mio nonno musicista e pittore. Il mio sogno era quello di fare il Direttore d’orchestra ma le vicissitudini della vita a volte ti portano ad accantonare per un breve tempo le proprie aspirazioni per poi riproporle in un secondo tempo e affrontarle con maggiore maturità e convinzione”.
Oggi l’artista ha due lauree, un diploma al conservatorio, conoscenza ed esperienza nel canto gospel, insegnante, è una cantastorie calabrese. Anzi, “a’ cantastorie” ed è l’unica donna a sostenere e a portare avanti una tradizione musicale di denuncia al Sud, valorizzandolo e promuovendo le radici della terra di Calabria.
E’ stata definita da Otello Profazio la sua erede «Qualche anno fa mi presentai a Profazio – racconta la cantastorie Francesca Prestia – con la mia chitarrina battente e i miei teli dipinti. Lui si sedette e disse: Vediamo cosa sai fare. Allora incominciai a cantare. E’ stato molto critico ma ha gradito il mio coraggio e oggi ribadisce che sono la sua successora».
Grazie a Danilo Mancuso, produttore del prossimo cd in uscita in ottobre 2015 ha incontrato il cantautore italiano Roberto Vecchioni con il quale ha cantato insieme “I Agàpi, pirìa tu Thiù!” (L’amore, vampa di Dio, brano composto e musicato dalla Prestia, tratto dalla traduzione in lingua calabrogreca del Cantico dei cantici del poeta Salvino Nucera).
Da 10 anni l’artista si dedica al recupero e alla composizione dei testi della tradizione musicale calabrese, riproponendoli con nuovi spunti e sonorità. « La missione del cantastorie è quello di fare cronaca con le loro ballate, oggi nessuno canta il presente e allora bisogna comporre».
Così nasce “La ballata per Lea” che ha aperto l’Assemblea Nazionale delle Donne della Cgil, a Roma al Teatro Capranica e così sono venute alla luce tutte le altre strofe che Francesca Prestia ha scritto e porta in giro per le piazze con tanto di teli dipinti da un anziano pittore calabrese sulla base dei suoi bozzetti. “Mi trovavo a casa quando sentì il bisogno di scrivere e mi mise al pianoforte e incominciai a elaborare e a suonare tutto in un fiato le prime note della canzone”.
I suoi componimenti sono tutti dedicati alle donne. Come quella sulla brigantessa Generosa Cardamone che non ha mai sparato ma derubava ai latifondisti per rifocillare i poveri, la baronessa di Carini o ancora la contadina Giuditta Levato uccisa a Calabricata nelle lotte contadine.
«La mia raccolta di canzoni è rivolta a quelle che io chiamo le querce del Meridione: figure femminili singolari ed eccezionali che nel loro piccolo si sono ribellate e protestato a sistemi di prevaricazione e servilismo».
E continua: “Non possiamo lasciare alle giovani generazioni calabresi un patrimonio dove le pregevolezze, i lavoratori, vengono sconfitti e sopraffatti da una classe politica torbida, complice con la ndrangheta che porta voti alle elezioni.
L’obiettivo della mia generazione è quello di educare i figli al coraggio, a non scendere a compromessi e soprattutto condividere un programma di Calabria alternativo”.
«Io lotto come donna di cultura, lotto con la mia chitarrina per risvegliare gli animi e portare i cittadini a reagire opponendosi a schemi gretti privi di libertà d’espressione,-continua Francesca Prestia– mettendo in evidenza le radici della nostra terra. Mi piace molto il lavoro che sta portando avanti il Gal Area Grecanica perchè accentua la promozione del territorio attraverso la lingua greca-calabra, la musica, la ricchezza archeologica e il patrimonio agro-alimentare. I giovani devono essere protagonisti del luogo e allo stesso tempo il turista deve essere invogliato nuovamente a tornare nelle nostre località intrise di storia e cultura. Bisogna ripristinare le nostre radici per ricordare da dove veniamo”.
Nel corso dell’intervista l’artista sottolinea la perseveranza nel continuare con fervore e anima a cantare in greco-calabro ma soprattutto e dare nuove chiavi di lettura ai testi calabresi che ricompone con innovazione e mirabile sensibilità.
Un vortice d’emozioni che lascia spazio all’orgoglio e identità culturale di appartenere alla propria terra: “Ho in mente tantissimi progetti, una fucina d’idee. Sto imparando la lingua arberesche che si tratta di una minoranza etno-linguistica albanese storicamente stanziata in Italia Meridionale e insulare e in questo ambito ho trovato una collaborazione meravigliosa con le donne”.
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Plaudo e condivido con entusiasmo l’impegno creativo di Francesca Prestìa ma ancor più mi appassiona la sua determinazione di scoprire e divulgare il prezioso patrimonio tradizionale-storico del nostro territorio.
non si tratta soltanto del recupero e della rivalutazione di vicende umane di amore, oppressione, rivolta; di tragedie scaturite dalla violenza e dalla sopraffazione ,di eroismi vissuti fno al sacrificio supremo, – argomenti peraltro esaltanti e di grande spessore educativo -, ma l’impegno più encomiabile della nostra Artista ritengo sia quello di voler (con atttegiamento grintoso e graffiante …) rendere ATTUALI vicende lontane nel tempo e contemporaneamente voler essere presente alla coscienza delle ultime generazioni con le sue composizioni poetico-musicali ispirate alla più scottante attualità.Felicitazioni ed auguri !!
Grazie mille!!
Entusiasmante !!! Ricrea spirito e corpo conoscere più approfonditamente queste realtà umane ed artistiche . Complimenti anche a Françes ! è sempre più una giornalista di apprezzabile livello professinale , che unito alle sue eccelse doti umane può avere una carriera assicurata nel complesso panorama dell’informazione !!!!