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Il risultato del referendum svoltosi nel Canton del Grigione in Svizzera conferma, ove ce ne fosse bisogno, la trasversalità di un fronte del no alla centrale a carbone, che coinvolge i cittadini, le istituzioni e le associazioni;nonostante ciò la SEI, stando alle ultime dichiarazioni, non intende retrocedere dai suoi passi e continua imperterrita nelle sue azioni.
Il consigliere regionale Giuseppe Giordano interviene nel dibattito in atto manifestando da un lato piena soddisfazione per la battuta di arresto della politica industriale della SEI, dall’altro però, mette in guardia su un fatto preoccupante, non valutato nella sua gravità, e che dovrebbe portare ad una risposta immediata.
Qualche mese fa,sottolinea Giordano, la SEI ha presentato la domanda per ottenere in concessione per la durata di anni cinquanta una zona di demanio marittimo in località porto di Saline Joniche del comune di Montebello Jonico da cui è scaturito un bando di gara per dare “in concessione aree e pertinenze demaniali, infrastrutture portuali e specchi acquei, allo scopo di realizzare e gestire un terminale marino a servizio della centrale termoelettrica a carbone da 1.320 MWEL (2 x 660 MWEL) che la società richiedente intende realizzare nell’area dell’agglomerato industriale di Saline Joniche, con contestuale esecuzione di interventi di ripristino della funzionalità e di adeguamento delle infrastrutture marittime esistenti “.
Nelle sostanza, evidenzia il consigliere regionale, pur con un procedimento pendente presso il TAR del Lazio che deve decidere sulla autorizzazione alla costruzione della centrale, la SEI intende,nelle more, “impadronirsi “dell’area portuale bloccando così ipotesi di sviluppo alternative. Da qui la necessità, secondo Giordano, di verificare urgentemente da parte delle istituzioni pubbliche le azioni da porre in essere per bloccare l’iter amministrativo ed evitare la spoliazione di un bene che potrebbe essere finalizzato per altri scopi.
Su queste basi, afferma Giordano, non posso che fare un appello al governatore Scopelliti affinchè la regione intervenga immediatamente per scongiurare tale pericolo in quanto,al di là della meritoria impugnazione proposta presso il TAR Lazio a seguito di un ordine del giorno consiliare votato all’unanimità, vorremmo ricordare gli impegni ufficiali presi sull’area dell’ex liquilchimica.
Nella seduta consiliare del 17 luglio 2012,infatti, il Presidente Scopelliti comunicò come l’area fosse oggetto di una valutazione in sinergia con Invitalia per programmare una ipotesi di sviluppo alternativa a quello della SEI nel pieno rispetto della vocazione turistica e immaginando anche un concorso internazionale di idee. In questa prospettiva, ricordava il Governatore, si potranno utilizzare i nuovi fondi comunitari,individuando una azione specifica, e ,ove possibile, gli stessi fondi FAS. Ebbene, conclude Giordano, chiedo che, alla luce degli impegni assunti e sui quali vorremmo conoscerne gli sviluppi, il governo regionale valuti se proporre un eventuale ricorso avverso la procedura finalizzata alla concessione dell’area portuale o presenti una istanza perché la stessa procedura venga sospesa in attesa delle determinazioni del TAR Lazio e in ragione dei progetti regionali in corso per il recupero del sito industriale.
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