Gal Area Grecanica: “Tanto rumore per nulla”

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Registriamo con molta amarezza il contenuto della nota stampa pubblicata sui quotidiani locali in merito alla vicenda del rinnovo del CdA del Gal Area Grecanica.

Parlare di golpe sembra eccessivamente esagerato e fuori luogo. Forse sfugge all’estensore della nota, sul cui pensiero democratico non nutriamo dubbi, il vero significato di rovesciamento del potere in maniera illegale e violenta. Vorremmo ricordare, un particolare forse intenzionalmente omesso, che il rinnovo “parziale e di continuità tecnica” del Consiglio di Amministrazione del Gal Area Grecanica è stato un atto dovuto connotato da imprescindibili caratteri di regolarità e legittimità.

E’ stato un atto dovuto perché chi l’ha determinato ha agito con senso di responsabilità proprio in un momento importante per le tante imprese (ed anche qualche comune!) che stanno portando a termine rilevanti investimenti finanziati dal Gal finalizzati a rafforzare la loro capacità produttiva e migliorare la loro competitività. Che cosa farebbero le decine di aziende beneficiarie senza una guida del Gal? Quali politiche turistiche riuscirebbero a fare da soli i sempre più numerosi operatori del settore che risulta oggi caratterizzato da addetti e presenze in costante aumento?

Crediamo che così facendo il Gal possa essere sempre di più un soggetto tecnico ed esecutivo per dare attuazione alle politiche ed alle strategie di sviluppo decise dalle autorità pubbliche che molto spesso programmano con il concorso di partenariati locali che hanno offerto sempre il proprio contributo in termini propositivi.

Da tempo l’Area Grecanica ha un luogo dove la politica locale è chiamata ad esercitare fruttuosamente il proprio ruolo di determinazione delle scelte strategiche. Questa sede è l’Associazione dei Comuni dell’Area Grecanica alla quale portiamo il doveroso rispetto istituzionale.

E’ stato proprio questo garbo istituzionale che ci ha guidati nella decisione di nominare un Consiglio di Amministrazione composto da solo tre membri che rappresentano il numero minimo previsto dallo Statuto.

Ciò che è accaduto in assemblea è l’esatto contrario di quello che viene riferito e cioè, mentre i sindaci intervenuti abbandonavano l’aula assembleare, la parte privata ha nominato i suoi componenti limitando al numero minimo di tre il numero della composizione del consiglio, e ciò in previsione di un allargamento del consiglio, così dando seguito alla gestione ordinaria e, anche in considerazione del fatto che alcuni comuni (soci del Gal) risultano commissariati, si è rinviato in attesa che questi riacquistino la loro naturale rappresentatività e possano liberamente indicare i loro amministratori di fiducia.

In definitiva, e per come si vede, tanto rumore per nulla.

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Author: mario.labate

mario labate - collaboratore presso la testata ntacalabria.it

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