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Con una lettera, l’ormai ex consigliere Mario Tripodi annuncia le proprie dimissioni. Tripodi si dimette con efficacia immediata dall’incarico di Consigliere del Gal Area Grecanica.
Dimissioni Consigliere Mario Tripodi
Con una luna Lettera il consigliere Mario Tripodi spiega le ragioni di questa scelta.
“La riflessione, che alcuni soci (in particolare i soci pubblici dell’Area) facevano sulla necessità di un nuovo modo di concepire il GAL e del suo modo di operare; scaturiva dalla posizione di enorme rilievo che i rappresentanti delle comunità locali avevano individuato per il GAL, in relazione all’avvio a livello nazionale e regionale della Strategia per le Aree interne.
Fatto si è che nell’ Area Grecanica, che è un’area pilota ove si tenterà di sperimentare un percorso di sviluppo locale; il GAL ha sostenuto i Sindaci nella redazione di Bozza e Preliminare di Strategia per lo sviluppo dell’Area. E adesso, sempre al GAL ci si è rivolti per predisporre le Schede Progettuali”.
Mario Tripodi: “Rinnovamento necessario”
“Si consideri che le strategie nazionali nei prossimi anni anche per le città di medie dimensioni oltre che per i Comuni nelle aree interne; comporteranno nuove forme di governo e di politica pubblica con unità di misura in aree più vaste delle singole circoscrizioni comunali e quindi impegni e opportunità che potranno essere colti solo attrezzandosi adeguatamente e tempestivamente.
Nella visione di molti, pertanto, il GAL avrebbe dovuto assumere, e non più solo per proclama, la funzione di Agenzia di Sviluppo di tutto il territorio dello Ionio Meridionale (aree rurali e territori costieri).
Ad un anno da questa mia esperienza devo constatare che i temi su esposti sono stati affrontati di sfuggita ed in maniera episodica. È opportuno allora che si apra una profonda discussione tra i soci; onde verificare la necessità o meno di puntare ad un rinnovo del modo di essere e di operare del Gal”.
In cosa consista questo rinnovamento:
“GAL = Agenzia di Sviluppo dello Ionio Meridionale;
Il GAL non può concentrare i propri interventi su un’area ristretta e su temi parziali.
Ampliamento della compagine societaria;
La compagine sociale è risicata e poco rappresentativa.
Per stimolare una partenza andava bene mettere assieme quattro sigle e due associazioni. Ma ora non più. Le realtà produttive del territorio sono assenti e il loro coinvolgimento è poco significativo. Non si va da nessuna parte con una riunione dei soci all’anno per approvare il bilancio.
La compagine sociale del GAL va rafforzata con il coinvolgimento effettivo delle realtà produttive del nostro territorio”.
Governance responsabile
“Ad oggi il modo di procedere del Consiglio di Amministrazione è a dir poco approssimativo e raffazzonato.
L’esercizio delle funzioni amministrative a rilevanza esterna deve avvenire per formale delega (notarile) del Consiglio.
È opportuno che le attività che producono effetti giuridici vadano distribuite tra i singoli Consiglieri. In tale contesto va ricordato come sia essenziale che il C.d.A si doti di un Regolamento e che i verbali del C.d. A. siano trasmessi ai soci entro 5 giorni dalla seduta.
Ma è la mancanza di una organizzazione stabile che impedisce al Consiglio di esercitare a pieno il proprio ruolo. Ovvero quello di definire in concerto con l’Assemblea la politica del GAL e monitorarne gli effetti.
Oggi c’è un cane che si morde la coda. Infatti, in buona sostanza il Gal non ha una propria struttura tecnica e si rivolge per la predisposizione dei progetti finalizzati alla partecipazione a bandi a professionista esterno […]”.
Creazione di una struttura operativa stabile
“I soci del Consorzio, vecchi e nuovi, devono essere in grado di sostenere economicamente la creazione di una struttura organizzativa stabile del Consorzio stesso.
Se il Consorzio non è un circolo culturale né tantomeno un centro studi allora deve strutturarsi in maniera organicamente permanente. Darsi un’organizzazione permanente per il GAL è condizione sine qua non per potere attuare lo scopo per il quale è costituito.
Il consorzio si deve dotare di una struttura organizzativa propria, stabile, competente e perciò remunerata si da consentire al Consiglio di essere supportato e quindi poter esercitare:
a) una propria autonoma decisione sulle scelte progettuali
b) una capacità di controllo sulla realizzazione dei progetti;
Credo di avere assolto al mio incarico – conclude – stimolando ogni utile riflessione. E poter dunque cedere il testimone ad altre energie che potranno tradurre in atti concreti le riflessioni svolte”.
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