Il fronte del No degli autentici comunisti

virginia iacopino

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di Virginia Iacopino

L’arroganza del potere nell’amministrare democraticamente la cosa pubblica non deve ispirarsi all’arte marziale di Nicolò Machiavelli che ha sempre ingannato. Noi comunisti partigiani del no non vogliamo passare dalla repubblica parlamentare a quella presidenziale con un uomo solo al comando.

Per l’unica risposta adeguata ai problemi del momento bisogna far comprendere e trasmettere agli altri che la Resistenza è stato l’atto di nascita di una Italia nuova e diversa senza inciuci incivili di pasticcioni arraffoni che si arrampicano sugli specchi ricorrendo a trucchi per ingannare il popolo italiano lavoratore onesto.

Ogni cittadino deve incominciare a capire che bisogna vigilare continuamente affinchè si possa rimanere cittadini e non sudditi come avrebbe voluto la riforma costituzionale del governo Renzi ed Elena Boschi. Nel 1948 si discusse con la guida di un comitato di studio della struttura del senato, e per maggior garanzia democratica, non si decise di dare poteri forti al presidente del consiglio con l’introduzione del premierato alla Renzi.

Nel 2013 il Presidente della Repubblica, battezzato Re Giorgio, decise di riavviare il processo di riforma nominando una commissione di saggi per avanzare proposte in materia istituzionale-economico sociale i quali suggerirono di superare il bicameralismo perfetto passando ad una sola camera politica e riducendo il Senato a un Senato delle Regioni in rappresentanza delle loro autonomie. E no, caro Re Giorgio,il patto del Nazareno con Silvio Berlusconi e i suoi leaders non possono mai e poi mai democraticamente trovare un accordo sui contenuti della riforma costituzionale e della nuova legge elettorale. Giorgio, da quando sei stato incoronato Re hai dimenticato che i comunisti sono stati alla testa della lotta unitaria contro le vecchie classi dominanti incapaci di svolgere un ruolo nazionale.Io sono nata comunista da genitori instancabili lavoratori e desidero morire da comunista Berlingueriana.

Tocca alla classe operaia e a tutti gli onesti lavoratori, insieme con le proprie aspirazioni, difendere la nostra costituzione che va ritoccata solo in quegli aspetti superati senza subire attacchi devastanti. Il momento è cruciale, drammatico. E’ naturale abbandonare le rozze polemiche rottamatorie e stringersi insieme a combattere, ciò ci convincono le ragioni profonde che portano a questa unità lontana dai ricordi dell’ideologia nazifascista. Vogliamo lottare, faticare, soffrire fianco a fianco a tutti coloro che,a turno,hanno bisogno di essere sostenuti. E’ necessaria una nuova unità del movimento operaio,artigianale ed impiegatizio. Sono troppi i deputati? Il presidente della Camera Nilde Jotti aveva proposto di ridurre il numero dei deputati addirittura alla metà.Giulio Andreotti fu contrario. Il deputato comunista Ugo Spagnoli era della stessa opinione della Jotti. Avrebbero reso con una serie di misure adatte più snello e democratico il lavoro del Parlamento.

Chiedo a Giorgio Napolitano se è propenso di rivisitare tale proposta naturalmente apportando, se necessario, ritocchi. Inoltre chiedo il rispetto dell’art.58 della Costituzione nell’interesse dei cittadini, una votazione dei Senatori e dei Parlamentari in modo palese, non ci sarebbero più i cosiddetti franchi tiratori che nel segreto dell’urna diventano veri campioni del doppio gioco nocivo alle istituzioni democratiche e agli interessi elementari della convivenza civile.

Solo così potrebbe finire il sabotaggio e la congiuntura occulta. Il referendum ha spaccato in due tronconi l’Italia creando risse e confusioni che senz’altro influeranno fortemente sul futuro italiano.Fu De Gasperi che nel 1947,mentre era ancora in corso il dibattito democratico sulla Costituzione,formò il suo governo centrista con l’esclusione dei rappresentanti del P.C.I.: e del PSI.

Questo atto di rottura fu grave ed ebbe le conseguenze negative che ancora il popolo italiano sta pagando.Il suffragio universale della Costituzione è stato voluto dai comunisti a cui è stato dato il voto alle donne fu diverso dal suffragio universale di Giovanni Giolitti che riconosceva, solo agli uomini,il diritto di voto..Enrico Berlinguer nel 1975 ha affermato:il P.C.I. mira a dare all’Italia la necessaria nuova guida politica solida, stabile ed efficiente che sappia piegare ogni resistenza reazionaria.Solo con un suffragio universale in un sistema proporzionale si può affermare la forza democratica degli interessi collettivi.

Se sapremo lottare con la linea guida Berlingueriana potremo liberamente continuare a cantare o bella ciao in un rinnovato partito comunista.

Virginia Iacopino

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