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“L’amore che non vorrei”: questo il titolo del convegno tenuto lo scorso 21 novembre presso l’Istituto Superiore Euclide di Bova Marina; un simposio particolarmente e profondamente emozionante, per contenuti e stile, che ha tenuto saldamente attenta l’intera platea dall’inizio fino alla fine, in un climax coinvolgente di informazioni, riflessioni, emozioni, racconti e talenti “euclidei”.
Humus dell’evento l’impegno e l’attenzione alti che il nostro Istituto persegue, con grande determinazione e fiducia, nella formazione umana dei discenti, nella promozione di una cultura del rispetto e dell’educazione alle relazioni. “Strumenti necessari” – afferma la Dirigente Scolastica, dott.ssa Domenica Minniti– “affinchè i ragazzi possano costruire un pensiero sano sui temi delle pari opportunità, superando gli stereotipi e le rappresentazioni distorte dell’essere donne e uomini, nel rispetto dell’identità di genere, culturale, religiosa, dell’orientamento sessuale, delle opinioni e dello status economico e sociale. Solo così, si possono incentivare la consapevolezza ed il rispetto di sé e dell’altro, prevenendo il rischio di essere, un domani, autori di violenza”.
Ad aprire il convegno i ragazzi delle classi prime del Liceo che, in un connubio perfetto e vibrante di parole e musica, hanno narrato con garbo ed eleganza, di fronte ad una platea sempre composta, la loro idea di Amore e di Donna, simboleggiata da un’anfora che l’UDI ha scelto come simbolo della “Staffetta contro la violenza sulle donne”; un’anfora che rimanda alla capacità di contenere qualcosa, una vita. Quella vita che, pochi giorni fa, è stata crudelmente tolta a Giulia Cecchettin. A lei e per lei i ragazzi hanno dedicato un’immagine, una riflessione, una rosa bianca. A lei poi hanno chiesto PERDONO prima di spegnere il microfono e chinare la testa per quel minuto di silenzio che è sembrato tanto assordante per dolore e commozione.
A seguire, l’intervento degli alunni delle classi terze dell’Istituto Comprensivo Bova Marina-Condofuri-Palizzi, graditi ospiti, insieme ai loro docenti, per l’occasione. Attraverso varie forme espressive, quali la poesia, il canto e la tecnologia digitale, hanno sapientemente rappresentato e dato voce ad una tematica così complessa che, purtroppo, sta piombando così violentemente anche sulla loro tenera età. La parola è poi passata ai relatori: la dott.ssa Rossana Mandalari, Psicologa psicoterapeuta; Personale Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Reggio Calabria-Polizia di Stato. Interventi audaci i loro, coraggiosi e, a tratti, sferzanti, pronunciati a “voce bassa” ma con un ritmo emotivo calzante che ha raggiunto picchi altissimi, realizzando un quadro autorevole e memorabile che ha informato i ragazzi ma, soprattutto, li ha sensibilizzati rispetto alla necessità di possedere quegli strumenti culturali utili per poter leggere ed interpretare fatti ed atteggiamenti, per capire e vivere consapevolmente le relazioni già dall’età adolescenziale, per superare pregiudizi ancestrali tramandati da generazione a generazione, stereotipi e clichè radicati nel tempe e risalenti a quel sistema patriarcale ancora presente che, spesso, ci tiene ingabbiati e ci impedisce di vivere liberamente.
“Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”, Cristina Torres Cáceres.
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