Don Giovanni Zampaglione riflette sulla ludopatia

don Giovanni Zampaglione auguri

Don Giovanni Zampaglione, parroco di Masella e Montebello Jonico, nonché direttore dell’Ufficio diocesano sport turismo e tempo libero dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova ha voluto offrire una lettura (di incoraggiamento) e magari indicare una strada per uscire da questa “devianza” o “malattia” che è la ludopatia a seguito di tutti questi scandali che si sono succeduti in questi giorni e che ha visto coinvolti diversi giocatori.

“Viviamo in una società – ci dice don Giovanni Zampaglione – dove bisogna fare i conti con la fragilità dei singoli, in tutti gli ambiti, e, non solo quello sportivo.Nello sport (a partire dagli oratori….) e a questo proposito mi rivolgo a tutti gli educatori bisogna tornare a mettere le energie migliori se si vuole prevenire le devianze e accompagnare il percorso formativo dei giovani.

Come ufficio (già l’anno scorso abbiamo fatto qualcosa assieme ai membri dell’Ufficio diocesano sport turismo e tempo libero dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova) cercheremo di trasmettere valori positivi e offrire quei messaggi che servono per la vita soprattutto a chi pratica uno sport o “calpesta” un campo di gioco. Lo sport come tale deve tornare ci dice don Giovanni Zampaglione- a essere strumento educativo e di aggregazione ove ognuno deve rispettare le regole e soprattutto crescere dal punto di vista della vita e dei comportamenti in maniera da non cadere nelle varie devianze. Essendo un educatore , profondo conoscitore di vari sport e calcio soprattutto mi dispiace dire che tantissimi giovani ( penso al calcio) hanno tutto, spiccano il volo in alto e in fretta.

Tantissimi hanno contratti da nababbi e nessun bisogno di denaro eppure “bruciano” lo stipendio in vari giochi. Il modo di aiutare le persone (tutti compresi i calciatori) è il DIALOGO. Non “scagliarsi ” gli uni contro gli altri o cercare notorietà o notizie o puntare il dito rovinando questi ragazzi o persone ma aiutarla ad aprirsi e comprendere i fattori scatenanti che innescano il desiderio irrefrenabile del gioco.La situazioni a livello giovanile e altro la tro sconvolgente. Viviamo in una società dove intere generazioni si fanno risucchiare e intrappolare da smartphone e tablet. Ma la cosa più triste che ho notato è che tanti ragazzi (a partire da piccoli) vengono “montati” dai propri genitori con i soldi, la carriera e tante ma tante illusioni. 

L’unico modo per non farsi marchiare per sempre a causa dei giochi illeciti o altro è vivere bene la propria vita e accontentarsi anche del poco che la vita ci offre perché la vita è la più grande impresa del mondo.Si possono celebrare i successi ,ma apprendere lezioni dai fallimenti e dalle cadute e solo con il dialogo e la vicinanza delle persone care si possono superare tutti i problemi e le “devianze”.
Concludo con questa riflessione afferma don Giovanni Zampaglione:

“Si parla di ludopatia per il caso dei calciatori-scommettitori. Ma è un fenomeno che riguarda milioni di persone. Ricche e povere, giovani e adulte. Cause e rimedi dovrebbero variare da caso a caso, non si può fare di tutte le erbe un fascio. Per il povero pensionato può essere il desiderio di un po’ di tranquillità economica, o addirittura disperazione. Per i giovani ricchi ancora peggio forse: la conseguenza di un vuoto esistenziale, senza la presenza di Dio, senza l’idea di fare qualcosa per il prossimo, senza alcun ideale da coltivare. In tutti i casi, bisogna guarire, si può guarire, dando un senso alla propria vita. Facendo comunità, donandoci agli altri”.

Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, E' giornalista pubblicista dal 2008. Vive in Irlanda da circa 10 anni come Digital Marketing Manager, ma porta avanti il giornale con l'aiuto di vari collaboratori che hanno sposato il progetto di Ntacalabria.