Declassare la SS 106 da Strada Statale a strada “di paese”

autovelox

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Riceviamo e pubblichiamo:

Sono Fortunato Tripodi, libero cittadino residente a Sant’Elia di Saline, nel comune di Montebello Ionico, e sono uno dei tanti “fruitori” della Strada Statale 106. Le virgolette sono d’obbligo, in quanto l’essere fruitore di qualcosa presupporrebbe che vi sia un servizio, un qualcosa, di cui beneficiare, cosa che, purtroppo, non si può certo affermare con riferimento alla nostra SS106.

La necessità di condividere le riflessioni di seguito esposte, già maturate nel corso del tempo, nasce contestualmente all’apposizione degli Autovelox presso il tratto della Strada Statale 106, all’altezza di Annà, comune di Melito Porto Salvo, fra l’ex bivio – che molti continuano ad utilizzare come bivio! – di Annà e lo svincolo con ingresso per Caracciolino (comune di Montebello). Un altro autovelox è stato posizionato presso il tratto della SS 106 all’altezza di Bocale, come in molti già saprete.

Storicamente, il breve tratto di SS 106 che va da Melito a Saline è stato teatro di tristi e sanguinosi incidenti: in questi ultimi mesi si è registrato un notevole incremento del numero di sinistri e, purtroppo, di feriti e vittime, sempre nel medesimo tratto. Incidenti spesso causati, anche, dall’alta velocità di uno dei veicoli coinvolti, piuttosto che da manovre non consentite, in quel determinato tratto: per questo motivo, qualsiasi strumento che sia in grado a salvare vite umane è da accogliere con il massimo del consenso.

Pochi anni addietro, più o meno contestualmente alla consegna dei lavori per la realizzazione delle rotatorie e di (pochissime!) altre migliorie nel tratto Reggio-Melito della SS 106, l’ANAS aveva proceduto a rimodulare i limiti di velocità su questa tratta, abbassandoli in maniera anche considerevole, soprattutto da Melito a Saline, ma non solo. Tanto è vero che, volendo percorrere la SS 106 da Melito a Reggio (poco meno di 30 Km), rispettando sempre i limiti di velocità imposti, si impiegherebbe qualcosa come 50’, senza traffico. E sfido chiunque a dimostrare il contrario. Potrei anche, provocatoriamente, chiedere quanti abbiano mai percorso l’intero tratto di SS 106 fra Melito e Reggio, rispettando tutti i limiti di velocità imposti. Ma non è questo il punto della questione.

Come già detto, è di questi giorni la notizia dell’installazione degli autovelox, un ulteriore deterrente che, si spera, possa evitare il ripetersi di incidenti gravi.

Se è vero, come è vero, che in questi ultimi anni sono stati sensibilmente abbassati i limiti di velocità in parecchi tratti della SS 106 (Reggio-Melito) e questo può essere fatto ricadere sotto la voce “repressione”, è altrettanto vero che, rotatorie a parte, poco, pochissimo anzi, è stato messo in atto per quanto riguarda la “prevenzione”. Mi riferisco innanzitutto alla completa assenza di vigilanza su tutta una serie di svincoli: a solo titolo indicativo e non esaustivo, l’ex bivio di Annà, ancora troppo spesso utilizzato quale attraversamento, soprattutto d’estate, così come l’ex bivio di Sant’Elia, provinciale per Montebello.

Mi riferisco a tutti i punti di intersezione a raso, in questo tratto, sia a quelli “autorizzati” attraverso l’apposizione della striscia discontinua sia a quelli così utilizzati, di fatto, seppure in assenza della discontinuità: percorrendo la SS 106 nel tratto Reggio-Melito è necessario prestare sempre la massima attenzione perché potrebbe sbucare, da un momento all’altro, un’autovettura da uno di questi punti di intersezione e/o immissione. Ed anche qui, sfido chiunque a dimostrare il contrario!

Non si può non parlare della rotatoria realizzata in corrispondenza della vecchia “curva della Coca-Cola”: andare a realizzare una rotatoria in una delle curve più pericolose dell’intera SS 106, anziché pensare ad ammorbidire, addolcire, rettificare il tracciato in quel punto è semplicemente da folli!

Poco o niente è stato fatto per ampliare le carreggiate, per segnalare adeguatamente, rendere più sicuri gli svincoli, le intersezioni a raso, per mettere davvero in sicurezza chi transita sulla SS 106. E questo nonostante le vagonate di milioni spesi sul tratto Reggio-Melito!

Ed allora, se l’unica cosa che è stata concretamente possibile mettere in atto è stata una sensibile riduzione dei limiti di velocità – e se può salvare vite umane, ben venga! Lo ribadisco – si abbia il coraggio di fare l’unica cosa sensata: declassare la SS 106 da Strada Statale a strada “di paese”! Senza inutili infingimenti! Se non si è in grado, se non è possibile o se non si ha una reale volontà di adeguare, seppur nei limiti del possibile, la SS 106 agli standard minimi che una Strada Statale deve possedere, è meglio declassarla!

La provocazione nasconde quello che è il reale auspicio: che la SS 106 possa essere finalmente (e realmente) messa in sicurezza, adeguata ai requisiti che una Strada Statale dovrebbe possedere.

Abbassare i limiti di velocità, inserire il deterrente degli autovelox va bene, benissimo! Soprattutto se non ci sono le condizioni di sicurezza. Ma non può essere questa la soluzione al problema. Sarebbe un prendersi, e prenderci, in giro, pensare questo.
Abbiamo fatto gli autovelox, adesso facciamo la Strada Statale 106!

Fortunato Tripodi

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