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“E’ prioritario rilanciare l’ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo per combattere il Coronavirus in Calabria“. La denuncia arriva da Pierpaolo Zavettieri, Presidente Associazione dei Comuni dell’Area Grecanica, in una nota scaturita dopo l’Assemblea dei Sindaci dell’Area.
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Coronavirus, bisogna rilanciare ospedale di Melito
Il declino che la sanità del versante reggino jonico-meridionale vive da molti anni ha ingenerato una grande sfiducia in tutti i cittadini. La necessità, oggi, di dover affrontare anche sotto il profilo emergenziale-epidemiologico la riorganizzazione dell’assetto sanitario non può che aggravare una situazione già al collasso.
Gli stanziamenti ed il piano che il Governo ha messo in atto per contrastare una possibile pandemia e per limitare i decessi e i disagi, dovranno necessariamente prevedere anche interventi finalizzati alla riattivazione di strutture dismesse o non perfettamente efficienti.
La Lombardia ad esempio ha già avviato da molti giorni la richiesta al Governo Centrale di dotazioni straordinarie per aumentare i Posti Letto e l’efficientamento e la realizzazione di posti Terapia Intensiva e Rianimazione.
È vero che la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto, sin qui, sono state regioni maggiormente interessate dalla presenza di persone contagiate da virus CoVid-19 ma è altrettanto vero che la sanità pubblica e privata del Nord-Italia consente un’accoglienza ed una prevenzione sanitaria esponenzialmente più efficiente rispetto al Sud-Italia. Pertanto se l’emergenza da coronavirus si presentasse in numeri importanti anche nel Mezzogiorno il sistema sanitario non riuscirebbe a far fronte neppure in minima parte.
La situazione
Poiché in queste ore, dalle diverse Aree Omogenee della Città Metropolitana, registriamo ipotesi e proposte, avanzate da operatori sanitari ed amministratori pubblici, di riapertura di strutture sanitarie già trasformate per altre finalità o dismesse (es. Palmi, Gioia Tauro, Scilla, Siderno) funzionali alle terapie di contenimento del “Virus”, diventa prioritario in una logica di piena ed uniforme copertura territoriale rilanciare l’utilizzo dell’ospedale di Melito P.S. che copre una fascia di territorio estesa per almeno 60 Km di linea costiera e molte comunità montane.
Non vorremmo e non pensiamo che la spesa straordinaria del governo, consentita all’Italia attraverso la richiesta all’UE di maggior deficit, scateni l’ennesima “guerra tra poveri” fra le aree più emarginate del Sud o peggio determini l’utilizzo di tutte le risorse straordinarie (anche quelle destinate alla prevenzione) solo al Nord. A tal fine sarà necessario che l’azienda metropolitana (ASP-RC), di concerto con il livello politico-amministrativo regionale,metta a sistema le proposte relative alle vecchie e nuove emergenze riguardanti l’intero territorio di sua competenza, se non altro, considerando almeno un punto di riferimento sanitario per ogni Area Omogenea:
- l’Ospedale di Polistena per l’Area della Piana
- l’Hub di Reggio Calabria per l’Area dello Stretto
- lo Spoke di Locri per l’Area della Locride
- l’Ospedale Generale di Melito P.S. per l’Area Grecanica.
Solo il 21 febbraio è stato formalizzato l’ultimo appello della nostra “Associazione”, indirizzato addirittura al Ministro Roberto Speranza. All’interno la richiesta di un tavolo istituzionale per la tutela della salute nel nostro territorio. Purtroppo, subito dopo l’Italia intera è entrata nell’allerta generale da CoVid-19.
La richiesta
Nella sua lunga lettera, Zavettieri si rivolge a vari organi. In particolare:
- Ministro della Salute
- Presidente della Regione Calabria
- Prefetto di Reggio Calabria
- Sindaco Metropolitano
- Commissario Straordinario al Piano di Rientro
- Commissione Straordinaria
- Direzione Sanitaria dell’ASP-RC
Ognuno, per le proprie competenze, di intervenire senza alcuna esitazione sulla necessaria apertura di ulteriori posti di Terapia Intensiva. Saranno riservati a persone non autonome (in numero da 8 a 10) da ubicare presso il nosocomio di Melito Porto Salvo con le seguenti motivazioni:
- nelle quattro aree omogenee verrebbero distribuiti equamente i posti di T.I. indispensabili per affrontare l’emergenza da CoVid-19, attualmente in numero di 20 posti di T.I. presso l’Area dello Stretto; 13 posti di T.I. presso l’Area della Locride; 12 posti di T.I. presso l’Area della Piana; 0 posti di T.I. presso l’Area Grecanica;
- l’ospedale di Melito P.S. dispone già ed in modo definitivo dei locali adeguati per l’ubicazione dei posti di T.I. che – con l’applicazione di deroga all’appalto – si potrebbero realizzare immediatamente;
- trattandosi di “ospedale generale”, il Tiberio Evoli, dispone già di unità operativa e servizi accessori (laboratorio di analisi, radiologia, etc.) a supporto dell’eventuale Terapia Intensiva e del percorso diagnostico terapeutico per i soggetti affetti da CoVid-19.
Non agire con tempestività, mentre si legge in queste ore di nuovi casi anche al sud, significherebbe fallire nella strategia preventiva. Ed anche assumersi ogni responsabilità morale, sociale ed economica.
Intervenire con provvedimenti provvisori (es. tende e presidi non attrezzati) e non dotare strutture esistenti, con caratteristiche idonee all’installazione di indispensabili strumentazioni per combattere il CoVid-19. In tal modo si consentirebbe anche che, al termine dell’emergenza, venga tutelato il diritto alla salute e gli investimenti effettuati non risultino sprecati. Ció non rappresenterebbe una politica oculata e lungimirante indispensabile a cambiare le sorti di una Calabria abbandonata e fondamentale per ridare fiducia ai cittadini.
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