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CENTRALE A CARBONE SALINE JONICHE: LA SEI CHIEDE 4 MILIONI PER DANNI D’IMMAGINE AGLI ATTIVISTI DEL MOVIMENTO GRECANICO
Sulle vicende che interessano in questi giorni alcuni attivisti del NO al carbone e la loro militanza in difesa del territorio di Saline e della comunità, vi è solo l’ulteriore colpa di chi ha consentito che si pagasse un debito contratto da altri.
E’ evidente che il coraggio di chi rischia viene punito, aldilà delle motivazioni e dei procedimenti addotti, perché si sappia con un avvertimento legale, che non bisogna esagerare.
Ma con la difesa della bellezza, della sostenibilità, della salute e della sicurezza sociale non si esagera mai, si sappia. Si citino per danni piuttosto tutti quei rappresentanti delle istituzioni, della politica e delle parti indifferenti, che hanno utilizzato l’area di Saline per farsi le campagne elettorali, per produrre ritardi procedurali utili a fermare il processo di carbonizzazione e la vendita dell’area a pezzi, che hanno detto “no” e poi “sì”, che non hanno opposto resistenze e che non hanno mai concretamente prodotto un’alternativa vera di sviluppo e coesione territoriale alle occupazioni ed ai progetti di altri.
Se è legittimo che si debbano pagare questi 4 milioni, si aggiungano ai debiti di responsabilità di tutti coloro che hanno lasciato solo gli attivisti a difendere un territorio di tutti. La città metropolitana di Reggio Calabria ha la sua porta a Sud ancora una volta sfondata da chi, straniero, ci mette un cartello: “proprietà privata”. Vietato anche difenderne l’aria e la terra, le sue comunità…a nostro rischio e pericolo.
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