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La concessione del demanio alla SEI è contro l’interesse pubblico. Lo ribadisce più volte il sindaco Salvatore Mafrici nella sua nota alla Capitaneria di Porto di Reggio Calabria. Il primo cittadino accoglie tempestivamente l’invito dell’istituzione reggina che, nel rendere pubblica l’istanza della società svizzera, ha dato l’opportunità, ai portatori di interesse soggettivo, di presentare per iscritto osservazioni ritenute idonee alla tutela dei propri diritti.
In qualità di amministratore, Mafrici tutela in primo luogo la comunità condofurese che rappresenta: «Dalla concessione demaniale scaturirebbero una serie di opere che stravolgerebbero totalmente lo status quo dell’ex area industriale di Saline Joniche, ad iniziare dalla costruzione di un pontile all’esterno del porto. Sarebbero a rischio tutte le attività di pesca, acquicole e turistiche fino ad oggi in essere in questo tratto di mare». In altri termini con la concessione delle particelle richieste, l’intera struttura portuale di Saline verrebbe ancora una volta sottratta alle iniziative degli operatori economici e turistici della zona, per essere destinata esclusivamente alla sola iniziativa proposta dalla SEI: LA COSTRUZIONE DELLA CENTRALE A CARBONE.
C’è di più. Il sindaco evidenzia come siano non veritiere le dichiarazioni della SEI circa la possibile destinazione del porto ad attività turistiche. «Dall’esame degli elaborati progettuali allegati – specifica Mafrici – non emerge la previsione di alcuna opera che possa essere destinata a tale uso, ed inoltre gli spazi residuali lasciati all’interno del porto non risulterebbero in ogni caso sufficienti a supportare iniziative private e pubbliche destinate ad implementare le attività essenziali che dovrebbero essere poste a servizio di una banchina turistica quali, ad esempio, una zona per il rimessaggio invernale e la cantieristica nautica. Lo stesso può ribadirsi per quanto riguarda le attività connesse alla pesca, difatti non solo non vi è progetto per area destinata alle suddette attività, ma i limitati spazi non asserviti alla destinazione d’uso della SEI, risulterebbero ancora una volta insufficienti a soddisfare le esigenze dei pescatori del luogo e di tutti gli altri operatori del settore».
Nel riconfermare ancora una volta il suo NO alla Centrale a Carbone, Mafrici ritiene un’eventuale concessione demaniale contraria a quei principi di efficacia, efficienza, economicità nonché di buon andamento che stanno alla base di ogni pubblica amministrazione. Infatti, con la distruzione di quel che in questi anni è stato fatto per il porto di Saline Joniche, le stesse cospicue risorse pubbliche, provinciali e regionali, destinate al risanamento dell’area sarebbero state sperperate inutilmente!
Accanto a queste incongruenze, il sindaco evidenzia, in ultimo, la non competenza della Capitaneria di Porto per il procedimento di rilascio della concessione. Più precisamente la destinazione d’uso non è inerente né l’approvvigionamento né la produzione di energia elettrica se non in minima parte.
L’opinione del primo cittadino è condivisa da tutta la giunta, ed in particolare dall’assessore al ramo Giuseppe Foti, nonché dal “Comitato dei Sindaci per il No”, con i comuni di Bova e Motta San Giovanni in prima fila.
«È innegabile che l’accoglimento della richiesta di concessione demaniale, proposta dalla SEI – asserisce l’assessore all’ambiente – priverebbe definitivamente le comunità locali dell’unica occasione di rilancio e sviluppo di un territorio che fonda la propria economia sul turismo, sulla pesca, sulla qualità delle produzioni agricole e che negli ultimi anni è stato colpito da un profondo degrado sociale ed economico».
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