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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Sindaco e Consigliere Metropolitano, Salvatore Mafrici in merito alla riforma Madia sulle aperture per la stabilizzazione degli LSU/LPU calabresi:
“Appresa con estremo favore e piena soddisfazione la notizia dell’emanazione degli ultimi decreti attuativi della riforma sulla P.A. da parte del Ministro Madia, in cui sono state inserite anche le norme necessarie per l’avvio della stabilizzazione dei precari calabresi, preme però subito portare all’attenzione del dibattito pubblico una proposta per fare in modo che tali dettami normativi non rimangano “lettera morta” poi all’atto dell’utilizzo di queste disposizioni da parte degli Enti locali che beneficiano delle prestazioni dei lavoratori in questione.
A portare tale proposta è il Sindaco di un Comune che utilizza le prestazioni lavorative di ben otto dipendenti LPU, con contratto a tempo determinato da circa due anni e mezzo e che, quindi, al 31 dicembre prossimo raggiungeranno il requisito dei tre anni di servizio presso un Ente pubblico e, pertanto, avranno la legittima aspettativa di essere assunti a tempo indeterminato presso lo stesso o altro diverso Ente. La proposta, che viene portata alla pubblica attenzione anche nelle vesti di Consigliere della Città Metropolitana di Reggio Calabria e viene indirizzata in particolare all’Assessorato regionale al Lavoro, è quella di attivare subito un tavolo di confronto con i rappresentanti politici e tecnici degli Enti locali e con i Sindacati, al fine di approfondire e risolvere ogni dubbio interpretativo sulle novità normative in materia e prevenire così ogni difficoltà che potrebbe poi ostacolare nella fase operativa dell’applicazione delle disposizioni legislative il raggiungimento dell’obiettivo della stabilizzazione, con il rischio serio e concreto di vedere vanificati gli sforzi di questi anni in cui finalmente è stata posta tale questione tra le priorità del Governo Nazionale e Regionale.
Le difficoltà, infatti, che si intravedono subito, anche se ancora in una fase di lettura superficiale ed approssimativa delle norme in oggetto, riguardano lo stato di grave crisi economica in cui versano attualmente tutti (o quasi?!) i Comuni calabresi e i vincoli normativi in materia di assunzioni cui gli stessi Enti locali sono soggetti, a partire da quelli relativi alle cessazioni degli anni precedenti che, nella maggior parte dei casi, non potranno mai consentire la stabilizzazione di tutti i precari attualmente utilizzati dai Comuni calabresi. Occorre, pertanto, che tali criticità vengano da subito analizzate e possibilmente risolte in maniera condivisa, per evitare, invece, che nel prossimo futuro ricadano tutte sulle spalle dei Comuni e di chi cerca di amministrarli pur tra sempre maggiori problematiche, che spesso impediscono ormai anche di poter erogare i servizi essenziali ai cittadini.
Non vorremmo, infatti, domani ritrovarci travolti dalle richieste dei lavoratori, che finalmente avranno assunto la legittima aspettativa di essere stabilizzati, e non potere dare loro la risposta che attendono ormai da circa quindici anni e che, in verità, tutti vorremmo dare. L’accorato appello finale è di dare, quindi, subito ascolto a chi rappresenta le Istituzioni locali e vive sulla propria pelle il disagio dei lavoratori e dei cittadini che cercano risposte ad oggi ormai non più rinviabili”.
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