Concorso intitolato a Domenico Smorto, premiati Mangiola e Stelitano

premio smorto

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Nel Palazzo della Provincia, venerdì u. s., si è svolta la cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso “Area dello Stretto”, intitolato al Dott. Domenico Smorto.

Per la saggistica il secondo premio è stato assegnato agli autori Mangiola-Stelitano e consegnato a F. Mangiola dall’editore del libro, dott. Domenico Laruffa.

Nel breve intervento l’autore, parlando anche a nome della coautrice, assente per motivi di famiglia, ha ringraziato la Famiglia Smorto e la Giuria per aver voluto in loro onorare la figura della protagonista del libro, Suor Diomira che, come scritto nella pergamena, “ha speso la propria vita, annullandosi, per stare accanto agli ultimi”, in aggiunta al suo merito principale di essere stata la “prima donna Ministro straordinario della Comunione”.

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Un secondo motivo di gratificazione è derivato dalla comune origine laurentina del trinomio, composto da San Gaetano Catanoso (coprotagonista del libro), dal dott. Smorto e da F. Mangiola, nativi i primi due di Chorio di San Lorenzo e il secondo di San Lorenzo.

A tal proposito si rammenta un bel siparietto, di cui nel libro a p. 46, tra il nostro benamato Santo e un signore che era andato a trovarlo.

Vistosi bene accolto, costui si incoraggiò a parlare: “Ecco, signor canonico, io abito allo Spirito Santo, ma non sono dello Spirito Santo. Io sono di San Lorenzo, ma non proprio di San Lorenzo. Sono di San Pantaleone di San Lorenzo”. Ed il Catanoso a tono: “Anch’io sono di San Lorenzo, ma non proprio di San Lorenzo. Sono di Chorio di San Lorenzo”. “Dunque”, riprese l’interlocutore, “siamo paesani!” “Proprio così”, concluse Padre Catanoso: “Siamo paesani”. Va da sè che l’incontro ebbe un seguito importante che sfociò nella compravendita del suolo, dove sorge Casa Madre delle Suore allo Spirito Santo.

Il terzo motivo riguarda la professionalità del dott. Smorto. Un giorno il padre dell’autore, nel mentre sbucciava un fico d’India, sentì una fitta in un occhio. Lì per lì non diede importanza. Siccome però il disturbo continuava, si recò dal medico di famiglia che notò qualcosa di strano e gli consigliò di andare subito dallo specialista.

Da San Lorenzo si recò all’ospedale di Melito P. S., dove fu preso in cura proprio dal dott. Smorto.

Dopo averlo accuratamente visitato, gli trovò conficcata nella pupilla una spina. Con molta delicatezza e con grande professionalità riuscì a estrarre tutto intero il corpo estraneo, guarendo perfettamente l’occhio ferito. Un sentito ringraziamento postumo al dott. Domenico Smorto.

(fm)

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