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È trascorso poco più di un mese, esattamente trentadue giorni, dalla sconfortante notizia dell’accoglimento, da parte del Tar Lazio, del ricorso della regione contro la costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche. Una settimana, è durato il brindisi del ‘No’ da allora il silenzio ha travolto nuovamente quest’angolo disgraziato della Calabria, precisamente Saline Joniche.
Proposte? Esclusa qualche “fantasiosa” idea, si è riappropriato della solita quotidianità: il nulla.
Rifacimento del porto (dove troverete i 70 milioni di euro necessari in questo periodo di forte crisi economica?), centrale del bergamotto, riqualificazione costiera, sviluppo sostenibile di qua, sviluppo turistico di là e tanti e inutili ‘bla bla bla’. Tra calabresi ci capiamo e siamo sicuri che comprenderete il modo di dire :“i primi iorni ra zita”, perché abbiamo assistito proprio ad un’enfasi durata pochi giorni e nulla di più. Intanto, restiamo in attesa di proposte concrete che sappiamo già che non arriveranno, perché le voci sinora ascoltate appartengono a chi, per questa terra, non ha mai fatto nulla o, a chi questa terra non la conosce per niente. Inoltre, siamo in campagna elettorale, tra un paio di mesi saremo chiamati a votare per il nuovo consiglio comunale di Montebello Jonico e, di progetti realizzabili nessuno parla, non si ha neanche un tanto auspicato accenno. Si sa solo che nell’indifferenza generale, Saline continua a morire di fame e angoscia.
Dai fautori del no come minimo ci saremmo aspettati delle proposte, almeno quelle!
E il Presidente della Regione così celere nel manifestare la sua soddisfazione per la decisione del Tar, non lo è altrettanto nel formulare soluzioni per un’area estremamente depressa da cinquant’anni e scusateci se noi abbiamo e nutriamo il sospetto che sarà così pure per il futuro ameno che qualcuno sia capace di dimostrare l’esatto contrario!
Vorremmo ricordare, ancora una volta, un dettaglio non trascurabile: l’area continua ad avere una destinazione d’uso INDUSTRIALE. Quante sono state le amministrazioni che si sono premurate a cambiare lo stato di fatto delle cose? Ve lo diciamo noi: NESSUNA.
Fortunatamente continueremo a riporre fiducia nella Sei SpA e ci porremo sempre contro la sentenza del Tar, una sentenza che sa così tanto di decisione più politica che tecnica. Continueremo a sperare che qualcuno si renderà conto che tutte le autorizzazioni conseguite in sette anni d’impegno ininterrotto, sono state concesse da professionisti competenti e parte integrante dello Stato, quello stesso Stato che ha annullato se stesso, con una sentenza più che discutibile ma che, non solo ha lasciato l’amaro in bocca, ha creato in noi una condizione di forte preoccupazione per un futuro che non riusciamo a scorgere. Acta est fabula.
I Comitati
“Vederechiaro” Saline –Domenico Foti
“Futuro Sicuro” – Paolo Campolo
“Trasparenza” – Leandro Fisani
“Grecanica Sviluppo” – Assuntino Benedetto
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Davvero sconsolante il proverbio calabrese: :“i primi iorni ra zita”, che però, purtroppo, rappresenta la realtà di quanto si ripropone nell’area grecanica dopo i fuorvianti concetti strombazzati dagli pseudo-ambientalisti che non hanno capito l’importanza e la valenza del Progetto della Centrale proposta per Saline.
Evidentemente, costoro stanno bene così, ed anzichè seriamente approfondire, hanno preferito demonizzare anche il benessere ed il concreto sviluppo che, peraltro, non hanno mai conosciuto per quella terra.
C’è da augurarsi che le prossime elezioni locali diano una sonora risposta a tale disfattismo.