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Il 23 ottobre 2010 le agenzie di stampa battevano le dichiarazioni dell’allora sindaco f.f. del Comune di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Raffa: “L’Amministrazione comunale di Reggio Calabria è contraria alla costruzione a Saline Ioniche della centrale a carbone in sintonia con la precedente decisione assunta dal governo cittadino guidato da Giuseppe Scopelliti di cui anch’io facevo parte”.
Nella nota il dott. Raffa continuava aggiungendo “…ben venga qualsiasi approfondimento tecnico che ci consenta, ancora di più dal punto di vista tecnico, di rifiutare insediamenti che promettono occupazione, ma che poi, come è avvenuto in passato con la Liquichimica e con gli altri programmati poli produttivi, si concretizzano in operazioni di grande speculazione che si lasciano dietro illusioni, cassintegrati e grandi utopie di industrializzazione del territorio. La Calabria ed il reggino in particolare hanno bisogno di ben altro per creare nuovi e duraturi posti di lavoro, invertendo così una tendenza che fino ad oggi ha impedito il nostro sviluppo”.
Negli anni a venire il dott. Raffa, nel frattempo divenuto Presidente della Provincia, confermerà la visione divergente rispetto all’ipotesi progettuale di SEI-Repower, con tutta una serie di atti amministrativi e dichiarazioni diffuse a mezzo stampa:
Il 15 marzo 2012 nella sala conferenze di Palazzo Foti veniva presentato il bando per il “Concorso internazionale d’idee rivolto alla riqualificazione del waterfront di Saline Joniche e alla realizzazione di un parco naturale e antropico”. Tale progetto, che ha riscosso un notevole successo con oltre 70 concorrenti e numerose ipotesi progettuali di elevata valenza, nelle intenzioni dell’Amministrazione Provinciale che lo ha proposto e realizzato, si poneva l’obiettivo di declinare e promuovere un’idea di sviluppo compatibile con i territori interessati e totalmente contrapposta all’ipotesi di costruzione di una centrale a carbone;
Il 28 maggio 2013 il Consiglio Provinciale approvava all’unanimità una mozione, presentata dal vicepresidente Nucera, che esprimeva parere negativo contro lo scellerato progetto della SEI-Repower, mentre dalla giunta provinciale si invitava la Regione a “…predisporre un piano di rilancio della zona in cui insiste l’ex Liquilchimica…”;
Il 5 settembre 2013 il settore Ambiente della Provincia di Reggio Calabria, nelle osservazioni presentate per la Conferenza dei Servizi relativa alla richiesta di concessione del porto di Saline e di un’area di demanio marittimo a servizio della centrale, evidenziava che “…Gli interventi programmati non contribuiscono significativamente all’attenuazione ed alla compensazione delle pressioni ambientali esercitabili dall’impianto…”;
Il 2 ottobre 2013 il presidente Raffa, durante l’incontro avvenuto nei locali della provincia, con i diportisti ed i pescatori dell’Area Grecanica, dichiarava che sarebbe stato il primo ad incatenarsi davanti ai cancelli dell’ex liquichimica, a Saline Joniche, se ci fosse stato l’ok del governo al progetto della centrale a carbone.
Il 6 novembre 2013 l’Assessore provinciale Pirrotta, intervenuto all’Urbanpromo 2013 di Torino per presentare il progetto vincitore del concorso d’idee per la riqualificazione del waterfront di Saline Joniche dichiarava “…Voglio lanciare un appello, quello di cercare insieme strategie e azioni che aiutino gli enti e le Istituzioni a creare un’inversione di tendenza per trasformare luoghi sfigurati in aree ecosostenibili estremamente innovative e competitive…”;
Il 12 dicembre 2013, durante la prima riunione della conferenza dei servizi, nella sede della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, i dipartimenti della Provincia, Ambiente e Pianificazione Territoriale, esprimevano una netta contrarietà alla concessione delle aree demaniali a SEI_Repower.
Una lunga sequenza quindi, di no espressi chiaramente anche attraverso la presa di posizione di numerosi esponenti della coalizione di governo provinciale che, stranamente e senza nessuna ragione apparente, viene interrotta il 4 marzo 2014, nel corso della seconda conferenza dei servizi presso la Capitaneria di Porto, quando il presidente Raffa decide di rinnegare tutto quanto fatto e detto fin’ora per contrastare il progetto della centrale a carbone e, come nella peggiore tradizione politica italiana, fa il salto della quaglia passando dal no convinto all’impianto della Sei_Repower ad un parere favorevole alla concessione del Porto di Saline e delle aree demaniali a servizio della centrale.
Nei verbali dell’ultimo incontro della conferenza dei servizi infatti si legge: “Il Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Dott. Giuseppe Raffa, relativamente alla conferenza dei servizi in oggetto [ … ], in merito alle competenze allo stesso ascritte per il ruolo politico-istituzionale ricoperto, [ … ] esprime parere favorevole per l’Ente che rappresenta…”
Un si “politico istituzionale” quindi, che viene espresso nella più completa noncuranza del parere tecnico dei dipartimenti interpellati e che, ad avviso del Coordinamento Associazioni Area Grecanica – No Carbone, svilisce e mortifica il ruolo istituzionale del Consiglio Provinciale e vede il Presidente Raffa porsi come un padrone che, arbitrariamente ed in piena autonomia, assume decisioni anche se, come nel caso in esame, sono palesemente contrastanti col mandato avuto dal Consiglio Provinciale e con le deliberazioni assunte all’unanimità dallo stesso.
Un si “politico istituzionale”, espresso al chiuso di una stanza, che calpesta la volontà di un intero territorio, quella stessa volontà che il presidente Raffa ha sempre detto pubblicamente di voler rappresentare.
Stante la paradossale situazione createsi, il Coordinamento, chiede ai consiglieri ed agli assessori provinciali, che in più di un’occasione hanno manifestato il loro NO convinto alla costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche, di riappropriarsi del loro ruolo istituzionale, esigere chiarezza e pretendere che il Presidente Raffa renda conto in Consiglio del suo agire.
Ci si chiede, infine, come un medico, quale il presidente Raffa è, possa creare le condizioni affinchè questo insediamento industriale venga costruito, soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi emersi dall’inchiesta di Vado Ligure riguardo i danni alla salute e le 442 morti che, secondo gli inquirenti, sarebbero state causate dalla centrale a carbone presente in quella zona.
Coordinamento Associazioni Area Grecanica
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