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Seconda interrogazione parlamentare promossa dalla deputata M5S Dalila Nesci sulla centrale a carbone che la società Sei vuole costruire a Saline Joniche (Reggio Calabria) e senza il socio Repower, uscito con il referendum del cantone svizzero dei Grigioni, proprietario dell’azienda.
Con Nesci ha firmato tutto il gruppo Cinque Stelle della Camera, che conta 104 deputati, tra cui i calabresi Federica Dieni, Paolo Parentela e Sebastiano Barbanti. È la prima volta che una forza politica dimostra tanta compattezza su un atto di sindacato ispettivo alla Camera.
Nei giorni scorsi Sei ha richiesto ai comuni della zona la pubblicazione di un avviso per gli interventi e gli espropri, nonostante sull’opera manchi l’accordo fra Stato e Regione Calabria, che si è sempre detta contraria all’impianto.
In questa seconda interrogazione sulla centrale di Saline Joniche, dopo aver chiesto chi sarà il sostituto di Repower, i deputati M5S hanno domandato al presidente del Consiglio e ai ministri di Sviluppo economico, Ambiente, Affari regionali, Interno e Beni culturali «quali iniziative, nell’ambito delle rispettive competenze, intendano adottare circa la mancata intesa fra Stato e regione» e se ritengono superato il problema burocratico.
I deputati M5S hanno poi chiesto ai ministri interrogati «quali iniziative, anche eventualmente di carattere ispettivo, intendano promuovere in ordine» all’avviso che Sei ha richiesto ai comuni del territorio reggino interessato e se, «successivamente all’interrogazione n. 4/00312 di cui in premessa, si siano manifestati interessi di ‘ndrangheta sul progetto in argomento».
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