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In occasione del centenario della realizzazione della centrale idroelettrica di Motta San Giovanni, il Presidente Giuseppe Raffa e il vicepresidente Giovanni Verduci hanno consegnato una targa alla famiglia Catalano “per l’impegno volto alla promozione e allo sviluppo del territorio provinciale tutto”.
Nel 1913, infatti, grazie all’ingegno dell’imprenditore mottese Carmelo Catalano, il comune ionico fu uno dei primi in Calabria ad illuminare le strade con l’energia elettrica prodotta nel rione San Giorgio.
“L’importanza di conoscere la storia della propria comunità sta nel sapere cosa, chi e quali avvenimenti hanno reso quel luogo tale, con le caratteristiche e le peculiarità che lo rendono unico, anche se piccolo, nella storia del mondo – ha esordito Verduci. La storia di Carmelo Catalano è l’esempio di come in ogni età, in ogni luogo, è possibile trovare chi, come l’imprenditore mottese, riesce a guardare oltre, superare gli ostacoli posti dallo scetticismo comune, anticipare i tempi e favorire così lo sviluppo. E’importante – ha poi evidenziato il vicepresidente – ricordare, approfondire e promuovere questi esempi. Capire che bisogna prestare attenzione alle cose più importanti senza trascurare tutto il resto, perché in ogni esperienza umana, anche in quella che può apparire semplice e banale, si nasconde il seme del progresso”.
“La Provincia – ha invece dichiarato il presidente Raffa – curerà la pubblicazione di un opuscolo sulla storia di Carmelo Catalano e della centrale idroelettrica di Motta San Giovanni. E’ importante ricordare gli esempi positivi per promuovere la nostra comunità che è ricca di questi casi. Con le scuole del nostro territorio abbiamo già intrapreso un percorso mirato a riscoprire queste storie che sono piene di significato, la pubblicazione sulla storia di Catalano arricchirà le biblioteche di tutti gli istituti tecnici provinciali, all’interno dei quali saranno poi organizzati specifici momenti di approfondimento”.
A ritirare la targa Vittorio Catalano, figlio dell’imprenditore Carmelo, che, dopo aver ringraziato l’Amministrazione provinciale, ha dichiarato: “La storia di mio padre dev’essere raccontata ai più giovani per suscitare in loro un sentimento fatto di amore per la propria terra. Uno stimolo a trarre esempio dai migliori uomini che non hanno mai dimenticato la terra d’origine e hanno contribuito allo sviluppo, al progresso sociale e civile del proprio paese”.
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