Castorina: “Questa estate lanciamo gli Stati Generali dell’Area Grecanica”

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L’Italia per oltre il 54% è amministrata da piccoli comuni , realtà sotto i 5.000 abitanti, dove vivono oltre 10 milioni di cittadini, pari al 17.3 % della popolazione stanziata nel territorio italiano.

La provincia di Reggio Calabria e la nostra regione in particolar modo vive le problematiche connesse alla criminalità organizzata che hanno spento diversi barlumi di speranza relativamente al riscatto di un intero territorio.
Per immaginare uno sviluppo del nostro Paese occorre puntare sulla difesa e valorizzazione di queste realtà che, accanto a debolezze strutturali, presentano evidenti punti di forza nello straordinario patrimonio di beni culturali e ambientali, di tradizioni e saperi che custodiscono.

È quindi importante che il governo nazionale e successivamente alle elezioni quello regionale ragioni e pensi misure che possano facilitare e incentivare percorsi di crescita e sviluppo per queste realtà, puntando su un nuovo protagonismo dei territori.

La legge di Stabilità estesa a queste realtà ha nei fatti paralizzato tutta la spesa possibile anche a chi ha un saldo di bilancio in attivo. A questo si aggiunge Il blocco dei residui passivi che non consentirà di pagare le imprese che hanno già svolto un lavoro, così come il blocco del personale impedirà di assumere, laddove vi fossero i fondi per farlo.

Dobbiamo immaginare misure che favoriscano la crescita e dobbiamo ragionare di questo in modo corale e condiviso.

Ripatire dai territori vuole dire ragionare su innovazione e servizi per rafforzare il ruolo di questi i comuni a vantaggio del Paese. Vuole dire investire sul paesaggio e sulla cultura che insiste in queste realtà: la cultura porta lavoro, crescita e diventa attrattiva.

Significa riconoscere incentivi e sgravi contributivi e fiscali per le realtà commerciali presenti in questi borghi: la chiusura di un bar, di una pizzeria, di una farmacia in un piccolo comune può voler dire la morte del comune stesso. Comporta potenziare l’offerta abitativa evitando l’abbandono e l’isolamento di queste piccole cittadine. Implica pensare a un piano turistico per le piccole realtà inteso con interventi di recupero e riqualificazione dei centri abitati e dei borghi e realizzare una rete di strutture ricettive per un turismo locale, caratteristico del territorio e di qualità.
Ripartire dalle piccole realtà vuole dire anche pensare a premialità per i comuni virtuosi.

Tutto ciò nella consapevolezza dell’importanza e del ruolo dei piccoli comuni e dei loro territori nel quadro dell’Unione Europea.

I piccoli comuni sono un elemento imprescindibile nella costruzione europea, perché contribuiscono ad avvicinare l’Europa ai cittadini e a costruire dal basso l’Europa dei popoli.

Rispetto a questo, il semestre di presidenza Europeo a guida Matteo Renzi ci deve indurre a pensare a un’Europa che non guardi solo ai grandi centri ma anche ai piccoli borghi. L’Unione Europea offre importanti opportunità di finanziamento per gli enti locali, i quali non sempre riescono a attingervi. Occorre supportare i piccoli comuni con servizi professionali mirati alla predisposizione di progetti europei, all’ottenimento di finanziamenti e alla successiva gestione.

Serve immaginare l’Unione dei comuni per la progettazione e attraverso un tavolo permanente di programmazione.
In questi anni i dati in nostro possesso ci forniscono un quadro desolante rispetto alle risorse ritornate a Bruxelles.
La proposta è quella di rendere i territori ancora più visibili, solidali e competitivi, valorizzando le identità locali, le culture e le tradizioni. Dietro questa nostra idea di Italia, c’è’ una scommessa sui nostri talenti, sulle nostre origini e c’è’ la voglia di mettere la faccia in questa sfida di civiltà.

Per fare questo c’e’ la necessità di trasformare la nostra campagna di ascolto che ci ha portato nel cuore dell’area grecanica in una piattaforma permanente di confronto da costruire insieme al Partito Democratico ma aprendo a tutto quel civismo democratico e quelle associazioni che fino ad ora sono state dimenticate dalla politica.

Per provare da dare un contributo alla discussione in modo fattivo e ridare vitalità a realtà abbandonate serve lanciare per questa estate gli Stati Generali dell’Area Grecancia – che siano un momento di sano confronto e proposta politica – insieme ai nostri amministratori, insieme ai nostri dirigenti, insieme alle forze politiche che vogliono cambiare le cose, insieme a chi ha a cuore le nostre tradizioni e la nostra voglia di spendersi per la nostra terra.

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