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di Maria Natalia Iiriti
Anche quest’anno la tartaruga Caretta caretta ha visitato le coste calabresi. Le spiagge di Bova Marina, Palizzi e Brancaleone accolgono la maggior parte dei nidi che a questo punto della stagione sono più di dieci e terranno impegnati ricercatori e volontari dalla fine di luglio fino a tutto settembre.
Maria Denaro, Teresa Malìto, Carmela Mancuso, Giovanni Parise e Salvatore Urso gli instancabili, ricercatori Unical del TARTACare Calabria, guidati dal prof. Antonio Mingozzi, sorridono soddisfatti: sarà un’annata speciale, con un numero considerevole di nidi. Abbiamo incontrato Maria Denaro e Salvatore Urso nel corso della preparazione di una recinzione ombreggiante per la prima schiusa della stagione, attesa a giorni sulla spiaggia di Bova Marina. Con loro Giulia Cerritelli, tesista all’Università di Pisa e Francesca Luzi, tirocinante, studentessa di Scienze biologiche dll’Università di Ancona, entrambe abruzzesi, giunte nel basso jonio reggino per conoscere più da vicino Caretta caretta e per dare una mano al progetto.
“La Calabria si conferma la terra delle tartarughe e il litorale ionico reggino può definirsi, a pieno titolo, la costa delle tartarughe” racconta Salvatore Urso. Intorno alla recinzione si sono radunate molte persone, per lo più bambini, incuriositi e interessati al lavoro dei ricercatori. Si stanno mettendo d’accordo per dare il benvenuto alle tartarughe con un disegno. Si attendono i volontari del campo WWF che, anno dopo anno, prestano il loro aiuto prezioso al progetto TARTACare.
“La tartaruga sta rendendo questi posti famosi in Italia e all’estero” continua Urso mentre sistema la recinzione. “Attorno alla specie sta nascendo un nuovo tipo di turismo di nicchia legato proprio alla presenza della tartaruga. Purtroppo il territorio investe ancora poco su questo progetto, nonostante sia un brand vero e proprio”. Ma qualcosa di importante sta per iniziare. Si tratta di un LIFE, progetto internazionale finalizzato proprio alla conservazione delle tartarughe marine in Calabria, in quella che si presenta alla comunità scientifica come la più grande area di nidificazione italiana.
Tre milioni di euro per realizzare importanti interventi di riqualificazione ambientale, mitigazione dell’impatto della pesca accidentale delle tartarughe marine, sensibilizzazione e informazione pubblica nel tratto di costa compreso tra Melito di Porto Salvo e Bianco. Nei comuni di Palizzi, Bova marina e Brancaleone si concentreranno le azioni più importanti del progetto che prevede, in particolare, il ripristino e la bonifica di alcuni tratti di spiaggia, la mitigazione dell’inquinamento luminoso, la costruzione di sentieri per migliorare e indirizzare l’accesso dei turisti in spiaggia nel rispetto della flora e della fauna. “Il progetto Life servirà alla Calabria e sarà di esempio per chi in Italia dovrà occuparsi di una più corretta gestione della costa” spiega Urso. “Serve ad attuare azioni dimostrative di buona gestione delle spiagge in funzione della presenza di specie importanti come la Caretta caretta”. Il progetto inizierà il prossimo ottobre e terminerà nel 2017 e avrà come capofila il comune di Palìzzi, grazie all’impegno dell’ex sindaco Sandro Autolitano e di altri sette partner quali il comune di Brancaleone, il Dipartimento internazionalizzazione della Regione Calabria, il Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze dellaTerra dell’Università della Calabria, il consorzio CATTID dell’Università di Roma La Sapienza, l’agenzia di Bruxelles Europe Consulting, la società di botanica Chlora SAS e Legambiente che si occuperà della divulgazione e comunicazione.
“Nel corso degli anni la collaborazione con le amministrazioni comunali è andata crescendo” conclude Urso. L’instabilità politica, purtroppo, non facilita il lavoro. Il progetto LIFE fornirà gli strumenti per migliorare quanto realizzato finora”.
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