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Comuni come Bruzzano e Brancaleone non potevano fare altro che attirare molti, attratti dalla loro storia e dalla loro bellezza.
Bruzzano e Brancaleone
Bruzzano e Brancaleone sono così diventate, il 20 maggio, una delle tappe principali del progetto “La Via dei Borghi”.
Il primo comune ad essere visitato è stato quello di Bruzzano Vetere (ossia “antico”). Qui, il professore Sebastiano Stranges ha narrato le origini Armene di Bruzzano, il cui nome proviene dall’armeno “Bursahanan” che significa “luogo profumato”; in questo luogo infatti, per sfuggire agli arabi, giunse un contingente di truppe armene, guidate da Niceforo Foca (il nonno) e qui edificarono un castello.
Il Castello e la Chiesa
Il castello è stato scavato nella roccia ed è chiamato ancora oggi “Rocca Armenia” o “Rocca degli Armeni”.
All’interno del castello vi è una piccola chiesa che, secondo l’usanza armena valida anche per gli altri edifici del luogo, era scavata nella roccia e fino a 40 anni fa era possibile ammirare gli affreschi sulla parete della chiesa. Mentre sono ancora visibili gli affreschi che decoravano le 2 nicchie orientate come l’abside verso Est; secondo il modello delle chiese bizantine. Ciò che ha attirato di più i visitatori vicino l’abside è stata la presenza di una vasca scavata nella roccia di Arenaria utilizzata forse come fonte battesimale.
All’interno del castello, oltre alla chiesa, sono conservati ambienti come il salone, dove i principi accoglievano gli ospiti e la cucina. Dove è presente il pavimento Rissěu, tecnica di mosaico di pietra importata dai genovesi ma di origine Greco – Romana.
A Bruzzano anche la Porta Ubica
Bruzzano però non si caratterizza soltanto per il castello ma anche per la presenza della Porta Ubica, un arco trionfale costruito dai principi Carafa di Bruzzano; in onore di un miles che apparteneva alla mobile famiglia di ritorno dalla vittoriosa battaglia di Lepanto. Il borgo è caratterizzato da case scavate nella roccia i da silos (cisterne per contenere il grano o acqua piovana).
Santa Maria dei Tridetti a Staiti
La seconda visita è stata quella alla chiesa di Santa Maria di Tridetti, qui ad accogliere i visitatori sono stati il sindaco di Staiti Giovanna Pellicanò e il presidente del consiglio comunale il Prof. Leone Campanella. Proprio lui ha narrato la storia della chiesa, la cui costruzione risalirebbe all’ XI sec. Pare inoltre che sorgesse sulle rovine di un tempio dedicato a Nettuno, il dio del mare. La particolarità di questa chiesa è che è stata costruita con materiali di riutilizzo che provenivano da templi ionici in età greco romana.
Nel corso degli anni la struttura è stata oggetto di ricerche da parte dell’archeologo Paolo Orsi e numerosi restauri che l’hanno conservata fino ad oggi.
Dopo la visita alla chiesa di Santa Maria di Tridetti, il gruppo di escursionisti si è diretto verso Brancaleone Superiore.
Tappa a Brancaleone Vetus
A Brancaleone Superiore, dopo una pausa pranzo, i visitatori hanno avuto modo di assistere all’inaugurazione del percorso turistico con la nuova toponomastica del borgo. Questo grazie agli interventi di recupero e valorizzazione che sta effettuando la Pro Loco di Brancaleone con il progetto: Renaissance Brancaleone Vetus.
A seguire c’è stata la visita alla chiesa – grotta denominata “Albero della Vita” del IX° sec. dove al suo interno vi è un pilastro centrale e dei graffiti di chiara ispirazione Armena. Le vie del borgo con la chiesa matrice ed i panorami hanno consentito i visitatori di godere dei panorami sull’intera vallata degli armeni. Poi la visita alla grotta della “Madonna del Riposo” in cui vi era raffigurata la Vergine che tiene in braccio il Bambinello avvolto in fasce.
Conclusione di un viaggio di scoperta a Bruzzano e Brancaleone
La visita ai borghi di Bruzzano Vetere ed a Santa Maria di Tridetti (Staiti) e Brancaleone vetus è stata possibile grazie all’impegno e alla collaborazione delle associazioni culturali Kalabria Experience e Il Giardino di Morgana; guidate Carmine Verduci e Domenico Guarna. Ma anche da parte del presidente della pro loco Bruzzano Pino Martino, del sindaco di Staiti Giovanna Pellicanò; ed il professore Leone Campanella che hanno permesso di far riscoprire agli stessi calabresi questi luoghi pieni storia e d’incanto.
In particolare un ultimo grazie va al professore Sebastiano Stranges, il quale, narrando la storia di questi borghi, ha svegliato le coscienze su quanto sia davvero importante il territorio calabrese e quanto debba essere valorizzato attraverso i giovani.
Articolo di Annalisa Busonero
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