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Sono passati 100 giorni dall’alluvione che ha colpito duramente la costa jonica reggina e nello specifico i territorio di Brancaleone e Bruzzano con danni ingenti all’agricoltura, aziende popolazione.
Anche i borghi hanno risentito delle abbondanti piogge che hanno fatto schizzare ai massimi record i pluviometri.
Anche a Brancaleone Vecchio si sono registrati cedimenti e danni provocati da frane che hanno suscitato interesse da parte della nostra associazione che dalla sua rifondazione nel 2011 ha lanciato il parco archeologico di Brancaleone Vetus interessato nel 2008 da ottimi interventi di recupero effettuati dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici e paesaggistici della Calabria.
Nel Gennaio di quest’anno si è resa nota la notizia del ritrovamento di altre grotte rupestri che fino ad ora non sono state mai interessate da studi e ricerche, hanno consegnato un ulteriore quadro complessivo dei primi nuclei abitativi del borgo risalenti sin dall’età del ferro, a dirlo è il Prof. Sebastiano Stranges che assieme a Carmine Verduci e Carlo Fiumanò hanno effettuato il sopralluogo per registrare la scoperta e monitorare lo stato dei beni fin’ora sconosciuti.
Un’altra pesante ferita dovuta all’alluvione si registra nella piazzetta della Chiesa dedicata al tempo a Maria SS. Annunziata (oggi sala conferenze) costruita nel 1935 che nella parte nord ha ceduto sotto la furia delle acque con il conseguente crollo del parapetto e parte del piano di calpestio.
Da questa profonda ferita che interessa la struttura, si è rivelata un’altra interessante scoperta, descritta a suo tempo in preziose pubblicazioni sulla storia e le origini del Borgo, come nel libro “Brancaleone tra cronaca e storia” scritto da Vincenzo De Angelis il quale ha ritrovato importanti documentazioni che attestano l’esistenza di un Monastero proprio dove oggi sorge la piazzetta, ampiamente descritta sulle ricerche di archivio condotte da Carmine Laganà nella sua pubblicazione: Apprezzo dello Stato dei Carafa di Bruzzano anno 1689, dove minuziosa è la descrizione di questo complesso monastico di antichissime origini. Tra le righe del libro si legge che si trattava del Monastero dei PP. Zoccolanti di S. Antonio.
Appaiono oggi evidenti alcuni contrafforti e muri perimetrali di quello che era il complesso esistente in tale luogo, oggi interessato da questa frana che rischia di compromettere la stabilità della Chiesa a pochi centimetri dal fronte franoso. Altre tracce del complesso monastico si trovano nella parte sud-est dove sono evidenti alcune tracce evidenti di pilastri e mura perimetrali che rendono chiaro anche l’orientamento dell’antica struttura probabilmente esistita fino alla costruzione della nuova chiesa su cui poi è stata ubicata la piazzetta che poggia sulle antiche mura del Convento.
La Pro-Loco di Brancaleone ha già allertato la Soprintendenza la quale attraverso dei tecnici ha svolto le indagini di monitoraggio dell’intero borgo.
Si fa sempre viva l’esigenza di stimolare un approfondita analisi sul futuro del parco archeologico di Brancaleone Vetus in quanto numerose vestigia stanno venendo alla luce in un momento delicato per il borgo che oggi si trova danneggiato nei suoi sentieri turistici, ogni anno mantenuti puliti da erbacce grazie ad iniziative di volontariato che trovano la loro concretezza nell’opera di promozione della Pro-Loco di Brancaleone che fornisce anche servizi di guida turistica con un grosso riscontro di pubblico.
Stando a questa straordinaria e ulteriore scoperta, si delinea un quadro importante di tutto il complesso storico archeologico dell’area di Brancaleone Vetus che nasconde ancora numerosi segreti di importanza non solo archeologica, per cui necessitano di particolare attenzioni nell’opera di indagine e conservazione del sito in essere, fino ad oggi poco interessato da progetti conservazione e monitoraggio.
L’auspicio è quello che gli organi competenti si attivino per aiutare il Borgo a rinascere nell’interesse del turismo locale e dell’intero indotto che ruota attorno alle presenze turistiche che ogni anno affollano il territorio.
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