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“Profondamente lentamente, natura”.
È questo il titolo dell’ultimo lavoro di Serena Palermiti presentato qualche giorno addietro presso i locali della “Casa del confino di Cesare Pavese” a Brancaleone. A dialogare con l’autrice nel corso dell’incontro promosso ed organizzato dalla locale Pro-Loco sono stati il giornalista Gianfranco Marino, il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino, il presidente della Pro Loco di Brancaleone Carmine Verduci e il padrone di casa Tonino Tringali.
Un viaggio introspettivo alla riscoperta della natura e dei suoi ritmi, ma anche solamente un modo per regalare agli altri un po di se stessi assieme ad un valido strumento per riscoprire il gusto delle cose semplici attraverso delle particolari tecniche sperimentate proprio da Serena Palermiti nel corso dei suoi studi universitari e perfezionati attraverso le sue attività lavorative.
“Il mio lavoro – spiega l’autrice – è un viaggio alla riscoperta di me stessa e dei ritmi che la vita frenetica ci ha sottratto, un viaggio che si snoda per tutta una vita durante la quale racconto aneddoti, esperienze, speranze e delusioni, insomma una specie di autobiografia colorata da qualcosa di speciale che ho inteso regalare a quanti amano la natura e ad essa si vogliono riavvicinare”. Nel lavoro di Serena – spiega Bombino – uno spazio preponderante è quello riservato all’Aspromonte, una montagna verso la quale l’autrice nutre un amore sconfinato.
Basterebbe già solo questo per giustificare la mia presenza di stasera, ma ovviamente c’è anche dell’altro, anche perché l’esperienza ed il lavoro di Serena Palermiti ci offrono un quadro di insieme assai particolare non solo della nostra montagna ma anche e soprattutto dell’attrazione istintiva che tanti provano per essa. Pensare ad esempio a luoghi come il santuario di Polsi, che l’autrice menziona nel suo lavoro, pone tanti interrogativi. Polsi – conclude Bombino – è un luogo che rivela più di altri il reale spirito della nostra montagna, quello che Serena ha provato con ottimi risultati ad analizzare, vivere e trasferire”.
“La tematica di stasera – aggiunge Gianfranco Marino – è estremamente affascinante, e il fatto che si sia scelta una location come la casa del confino di Cesare Pavese messa a disposizione dal signor Tringali aggiunge fascino al fascino caricando questo appuntamento di ulteriore significato. Il tema del volume di cui abbiamo discusso ci ha regalato profonde emozioni, una nota di merito all’autrice che ha saputo interpretare un bisogno avvertito da tanti, la stessa nota di merito – conclude Marino – che mi sento di tributare a chi ha pensato di utilizzare una residenza come quella del confino di Cesare Pavese per l’organizzazione di simili eventi”.
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