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di Maria Natalia Iiriti
L’incontro “Ferrovia Jonica bene comune” tenutosi a Bova Marina lo scorso 10 aprile, ha riunito in una stessa sede chi viaggia sui treni, chi lavora sui treni e chi li costruisce.
Tra i dieci punti della petizione popolare lanciata a Bova Marina, importanza centrale trova il destino delle OMECA. Ne ha parlato molto chiaramente Antonio Pensabene, segretario della FIOM, portando all’attenzione dell’uditorio e degli amministratori presenti in sala, tra cui il neo assessore ai trasporti Nino De Gaetano, la situazione della fabbrica. Gli operai delle OMECA costruiscono treni diretti in Danimarca, treni con motori diesel, idonei per una linea non elettrificata come la nostra linea jonica. A questa commessa segue la produzione di treni elettrici, le carrozze metro che vanno a Roma, a Milano e persino in Marocco. A questo punto i dipendenti delle OMECA si pongono una domanda : “Per quale motivo facciamo treni per tutti e non per la Calabria?”. Questa domanda smuove passi e coscienze.
Pensabene incontra Domenico Gatttuso, professore universitario. Mettono insieme le proprie competenze su un principio comune: il diritto alla mobilità che trova nel treno – che quelli che Pensabene rappresenta costruiscono e quelli come Gattuso difendono -, un bene pubblico a un costo ragionevole. In una regione come la Calabria a scarsa vocazione industriale, le OMECA rappresentano un’eccellenza che si è fortificata negli anni. Dalle OMECA escono le carrozze 668 costruite fra gli anni 1974 -1977. Molti reggini ricordano i vagoni destinati al trasporto sotto al tunnel della Manica, treni svedesi, le carrozze dell’ETR 500, il primo treno ad alta velocità italiano, i TAF, i treni ad alta frequentazione. “La nostra fabbrica è la più produttiva del gruppo Ansaldo – Breda” spiega Pensabene. Nel 2013 vengono costruite 220 carrozze destinate in Italia e all’estero. Ma, a fronte di questo risultato strepitoso, nell’estate 2014 Finmeccanica comunica che gli operai delle OMECA non hanno diritto al premio di produzione: le carrozze costruite sono per la maggior parte destinate alla mobilità locale, mentre un treno ad alta velocità rende un utile maggiore. “Dalle OMECA è uscito anche il metro dell’EXPO che siamo riusciti a consegnare in tempo. Dopo la consegna Finmeccanica ha stipulato un preliminare di accordo per venderci a Hitachi. Il problema dei trasporti in Calabria è un problema vitale e riguarda le linee ferroviarie, stradali, portuali e aeroportuali. Senza questa strategia non ci può essere sviluppo sociale, economico e culturale” continua Pensabene. “Non ci sono più giustificazioni, non c’è più tempo per interventi tampone. Bisogna agire per scardinare le dinamiche in atto finalizzate a lasciare la Calabria all’abbandono, e per i trasporti e per l’industria. Le OMECA non possono essere svendute in questo modo: la Regione deve prendere una posizione nei confronti dell’industria e favorire la mobilità interna ed esterna, migliorare le condizioni di viaggio dei cittadini e sostenere l’economia”.
L’assessore De Gaetano ha comunicato di aver chiesto un incontro al Ministro delle Infrastrutture. “E’ la vendita scellerata del know –how in un settore strategico che fino a oggi ha ottenuto commesse da tutto il mondo. Vi daremo una mano per evitare la vendita a Hitachi. Il fatto che il Ministro competente e il Presidente del Consiglio appartengano al mio stesso partito mi fa ben sperare”.
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