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Nella vita degli uomini i ricordi affiorano di continuo: si mischiano e si amalgamano con le esperienze passate e con quelle recenti.
Per chi è nato in terra di Calabria, a Bova, nel profumato Aspromonte, i ricordi possono essere le fragranze delle piante aromatiche: la Calàmittha (la nepitella), il Dendrolìvano (rosmarino), la Vrundulìddha (l’elicriso), la Cliza (la pulicaria), la Ghamobucìssa (il cisto); sono gli odori che si portavano addosso, per quanto ne erano impregnati, i nostri genitori, i nonni, gli amici, i compagni di giochi. Erano gli odori delle giovani donne in amore e quelli dei giovanotti; era il profumo fragrante e naturale delle campagne bagnate dalle prime piogge di fine estate, che rende intenso, persistente e prepotentemente vivo il ricordo di tutta quell’umanità.
Facendosi strada tra i meandri della mente, riemergono e rivivono i canti, le voci, i lamenti, il rumore proveniente dalle botteghe artigiane e il “tricche tracchetracche tra” delle tessitrici al telaio. Tanatos ed Eros, in perenne antagonismo, informano il “Genius loci” di queste contrade aspromontane.
Ci sono vari modi di desiderare e ripensare il proprio paese natale. Lo si può fare costruendovi una improbabile immagine idilliaca, niente altro che un umanissimo sentimento di nostalgia del passato; il rimpianto della propria giovinezza, del tempo dell’innocenza e della spensieratezza.
E’ il corollario al comportamento che contraddistingue chi, non sorretto da fantasia, creatività, a corto di idee, vede le comunità dell’entroterra aspromontano come fossero società cristallizzate da conservare, riposte in musei della civiltà contadina. Considerandole prive di energie autopropulsive, le percepiscono come aree in cui le Dee delle Arti non vi dimorano più, né vi ispirano, come un tempo, la creatività, l’ingegno, l’operosità dei discendenti della precedente generazione di contadini, artigiani, professionisti.
È difficile continuare a produrre cultura in questo mondo in cui l’omologazione a modelli televisivi sta massacrando le diversità culturali, aggredendo anche quelle peculiari dei piccoli centri abitati, ma le Muse con discretezza si aggirano tuttora tra queste contrade. La loro presenza ispiratrice della musica, del teatro, del canto ne è favorita dalla convivenza degli abitanti di Bova con la bellezza del luogo, dalla architettura semplice ed armoniosa delle abitazioni, dalla pacifica, civile costumanza.
La spiccata curiosità intellettuale dei bovesi, determinata, probabilmente, dall’avere a disposizione un non comune panorama sull’immenso orizzonte del Mediterraneo, ne favorisce la disponibilità a confrontarsi con altri mondi per accoglierne gli apporti culturali migliori. A questo carattere e costume sociale, va aggiunta la loro remota frequentazione con l’arte, in particolare, con le diverse espressioni dell’arte musicale (l’educazione musicale a Bova è attestata dalla pluriennale, ininterrotta presenza del complesso bandistico comunale).
Questo retroterra è l’humus sul quale è radicato il bisogno di un continuo arricchimento socio-culturale della comunità. Sono queste le premesse che hanno consentito ad alcuni bovesi di ideare e realizzare negli anni passati le prime edizioni del “Paleariza”, così come, in anni più recenti, il bel concerto di musica barocca del violinista di origine bovese, Maestro Lorenzo Colitto e del Maestro clavicembalista De Michelis ed ancora il concerto di musica bizantina con il cantore Cavarnos .
La fondazione Bova Life- VuaZoì, fondata dall’imprenditore Saverio Micheletta, oggi, con una visione più chiara e matura, si immette nella scia già tracciata dalle precedenti iniziative, con l’intento di contribuire a mantenere vivi, arricchire e migliorare i costumi civili della comunità bovese.
La fondazione ha festeggiato ieri la propria nascita organizzando un concerto di musica classica a Bova.
In questa proposta di ottima musica classica, riemerge il nostro substrato musicale che, come raccontava il Maestro Guido Piovani in un recente piacevole concerto da lui tenuto nel teatro comunale di Cittanova, ha nelle bande musicali di tutto il Sud Italia il veicolo di diffusione della educazione musicale e quindi anche dei bovesi.
Bruno Traclò
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