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“Si ripercuotono sui bergamotticoltori gli effetti della querelle sorta per il Bergamotto di Reggio Calabria tra le sigle e i comitati a sostegno dell’indicazione Geografica Protetta ovvero l’IGP approvata dal ministero a dicembre 2023 dopo circa tre anni di istruttoria e, purtroppo, boicottata dalla Regione a febbraio 2024 a favore della ipotetica DOP, che prevede l’estensione del disciplinare dell’essenza al frutto e promossa dal relativo consorzio di tutela insieme a due associazioni di categoria con la camera di commercio reggina”.
Ad intervenire sulla questione i Dottori Agronomi Antonio Manti e Rosario Previtera.
“Un iter mai intrapreso dal Ministero, quello di istruttoria della DOP, tra l’altro evidentemente carente della documentazione necessaria e soprattutto mancante degli studi necessari per ottenere una DOP; studi di cui si parla da tempo ma che di fatto l’università ha ammesso di non avere mai prodotto specificatamente.
Si accumula così un notevole ritardo per i produttori e i trasformatori del prezioso bergamotto che si affacciano alla prossima campagna produttiva senza la tutela tanto sperata e agognata; una tutela, quella dell’IGP che consentirebbe loro di svincolarsi dal secolare oligopolio dell’industria locale dell’essenza legata all’industria cosmetica internazionale e quindi di affacciarsi al mercato del frutto fresco in Italia ed in Europa grazie ad un marchio sempre più rischieto come avviene per altri agrumi IGP. Già si parla di probabile diminuzione del prezzo al quintale del bergamotto da industria rispetto all’anno in corso: da 80 a 60 euro/q.
Si spera che non sia vero. Intanto la filiera a causa del boicottaggio regionale, ha perso al possibilità di partecipare al bando nazionale di finanziamento per le IGP e le DOP. Non solo: con il nuovo regolamento comunitario sulle IG approvato a febbraio, i consorzi di tutela assumeranno un ruolo nuovo e importante, non solo per la vigilanza e la promozione ma anche in merito alla sostenibilità delle filiere e alle sfide del mercato e del cambiamento climatico. E l’area vocata dei 50 comuni del Bergamotto di Reggio Calabria IGP necessita di nuova linfa tecnica e di governance innovativa e illuminata visto il crescente rischio desertificazione connesso alla siccità. Senza considerare le potenziali problematiche del futuro come ad esempio la malattia del “Citrus greening” che colpisce gli agrumi e che in Sicilia già stanno provando a prevenire.
Ci si chiede inoltre che fine abbiano fatto tutte le promesse dello scorso anno da parte dei politici e della Regione, in merito ai ristori per la crisi bergamotticola dovuta alle ondate di calore. Gli scenari che si profilano non sono dei più rosei ma occorre essere resilienti e sapere affrontare le sfide del futuro anche con l’aiuto delle istituzioni le quali devono porsi a favore delle filiere agricole e non opporsi alle scelte che provengono dal basso”.
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