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La Fiumara Grecanica del Bergamotto, qui nasce questo meraviglioso frutto. Casualità volle che dall’arancio amaro e dal cedro, un innesto come solo sa fare la natura, nascesse il bergamotto. Fino ad ora un’esclusiva grecanica, qualche tentativo mal riuscito di produrlo altrove, poco successo. In realtà intorno a questo agrume grecanico girano forti interessi, relativi all’essenza, oggi unica sua “parte” tutelata dalla denominazione di origine controllata. E nonostante tutto ció, i dati parlano chiarissimo, quel che non si produce in natura lo si fa in laboratorio.
A livello mondiale ogni anno si commercializzano circa tremila tonnellate di essenza dichiarata di bergamotto, mentre l’essenza genuina di bergamotto prodotta annualmente ammonta a non più di cento tonnellate. Che bella fregatura. Eppure c’è la dop. Che bella tutela! Dopo tanti investimenti, dopo essere riusciti a salvare la produzione di bergamotto, oggi ci sono ben milleduecento ettari vocati a questo agrume, sul più bello peró le cose son cambiate radicalmente. I dati del 2023 sono tragici, il caldo causa principale del disastro. A fronte di tanta terra coltivata ad agrumeti, il prodotto fresco risulta pressochè invenduto. Questo è la realtà. I bergamotticoltori sono disperati, lamentano l’inutilità della dop dedicata all’essenza di bergamotto, perchè in realtà non tutela l’agrume in se ma un suo derivato. Mentre le cose precipitano, si continua a discutere, senza costrutto, sull’eventualità di chiedere la dop o la igp per il bergamotto. Fronti accesissimi, l’un contro l’altro armati, in una lotta che, chiunque vinca, non porterà alcun risultato concreto a vantaggio dei bergamotticoltori. Avere una denominazione di origine ha senso se ció da un valore aggiunto al prodotto, se il consumatore grazie a ció viene invogliato a comprarlo. La mia personalissima tesi è che la dop (o l’igp) non servirebbe a niente.
Con tutto il rispetto, vivendo all’estero posso dire che pochi sanno dov’è la Calabria, si contano sulle dita di una mano coloro i quali conoscono Reggio Calabria, lo stesso discorso vale anche la nostra amatissima Calabria Grecanica, e nessuno sa cosa vogliano dire queste sigle misteriose, dop e igp. Temo che su questo punto si stia perdendo tempo, che si scaldino inutilmente gli animi, quando invece sarebbe più utile concentrarsi sulla trasformazione del bergamotto e sulla sua commercalizzazione. Non ho ricette su come fare, anche se tutti sappiamo che l’unione fa la forza. Una citazione personale. Qualche settimana fa un simpaticissimo signore novantenne, meglio noto come il professore, vedendoci ogni mattina, a far colazione e a scrivere di Calabria, un giorno ci ha regalato 4 bergamotti. Dimensioni da melone, magnifici, dal sapore inebriante. Un’amica nelle stesse ore ci ha regalato dei cedri. Che farne? Per fortuna siamo amanti sfegatati del cibo, e quando possibile prepariamo delle marmellate e confetture (marmellata di bergamotto e cedro, ricetta in un altro articolo). Bergamotto, amaro e pervasivo, mescolato al cedro, dopo due giorni di lavoro un risultato da leccarsi i baffi. Felici di aver ricevuto questi doni, pensavo cosa sarebbe accaduto se a riceverli fossero stati degli amici belgi.
D’altra parte che nessuno sappia cos’è il bergamotto, sufficiente recarsi da Cesare, gelateria dai mille gusti, per osservare che il gelato a questo gusto viene scelto esclusivamente dai reggini, non dai turisti. Lo stesso accade con l’ottimo gusto di Annona. Se non li conosci, se non ne hai mai sentito parlare, umanamente normale non prenderli in considerazione. Come accade con la bibita al chinotto. Tante volte l’ho fatta assaggiare, facce al limite dello schifato, per noi invece un ottimo prodotto. Cosi rimarrà sempre un prodotto di nicchia. Siamo alle solite, finchè non arriverà la multinazionale, non si conquisterà nessun mercato. Gli esempi dell’acqua San Pellegrino e della Birra Messina ci insegnano tante cose. L’una di proprietà svizzera, l’altra olandese, le troviamo ovunque, e piacciono. La birra italiana venduta in Belgio? Un’eresia fino a qualche anno fa, poi grazie alla forza commerciale della multinazionale olandese, tutti adesso conoscono il prodotto, e guarda caso lo apprezzano. Passare dall’essere tanti piccoli produttori di bergamotto ad essere un grande gruppo globale ce ne passa, intanto si potrebbe iniziare con lo smettere di litigare. Mettere da parte una volta per tutte dop e igp. Passare al punto due. Cercare di capire come far conoscere i prodotti derivati del bergamotto.
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