Questo post é stato letto 43920 volte!
La prima idea dell’unità europea nacque in Inghilterra con il movimento filosofico-religioso-politico dell’Illuminismo che si prefiggeva di emancipare i popoli europei per toglierli dall’oscurantismo, dalle false credenze, dalle superstizioni medievali privi di ragione. Il movimento, gigantemente, esplose in America, in Francia e in Russia dove gli intellettuali rafforzarono la loro cultura raffinata e acquisirono una ammirevole supremazia. I popoli europei erano lacerati dalle contrapposizioni religiose. Forte era l’influenza delle chiese e delle monarchie con i loro privilegi ecclesiastici e feudali. Vivevano una vita lussuosa, oziosa e dissipata a danno di coloro che, pur lavorando dall’alba al tramonto, non possedevano il minimo decoro per una esistenza decente. Incominciava a farsi strada il metodo della ricerca scientifica sperimentale che faceva tramontare gli influssi del pensiero magico-religioso e faceva nascere una filosofia pratica, morale, economica politica che chiedeva di sottoporre le Sacre Scritture al vaglio critico della ragione allo scopo di arrivare ad un concreto accordo fra le differenti interpretazioni che erano e sono ancora occasioni di violenze e guerre.
L’Europa tra continue guerre di religione e quelle di successione ai troni papali e monarchici fu un campo di battaglia unico in quanto ogni religione presumeva e presume di essere quella vera discriminando le altre. Esempio lampante: il pavone nella tradizione cristiana rappresenta l’incorruttibilità dell’anima immortale e quindi la resurrezione e il Paradiso. Per l’Islam, l’induismo, il buddismo rappresenta lo stesso concetto riferito però alla rinascita (resurrezione) della purezza della coscienza macchiata che non può costituire salvazione. Dal 700 in poi molte furono le donne europee colte ed evolute (le filosofe della rivoluzione) che lottavano soprattutto con i loro scritti per una Europa unita e egalitaria. Scesero in campo per sostenere il diritto all’istruzione e il loro inserimento anche nel campo scientifico. Denunciavano come le religioni avevano costretto la donna a rimanere subalterna schiava dell’uomo. In India le donne venivano bruciate sul rogo quando il marito moriva. Le rivoluzionarie diedero il loro forte contributo per spianare la strada non solo allo studio ma anche influendo positivamente per un sistema economico. Eleonor Marx, figlia di Carlo, sosteneva che la donna operaia doveva essere la “punta di lancia” della lotta per l’uguaglianza tra i sessi in quanto vittima di un rapporto economico sfavorevole che rendeva la loro vita ancora più precaria di quanto accadeva alle donne borghesi.
A partire dal primo gennaio 1955 finalmente si ebbe la grande illusione che l’Europa unita in cerca di pace e di lavoro equamente retribuito decollava. Ma non si mise in conto che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Nacquero molti contrasti a causa delle diverse posizioni sul modello della unificazione. Era più conveniente seguire quello federale o quello di una confederazione di patrie ancorate alle religioni? Finalmente si partorì. L’accordo doveva riguardare il mercato comune europeo con l’eliminazione degli sbarramenti doganali e dei muri che impedivano la libera circolazione di persone, di capitali e di merci. Fu l’Inghilterra che riuscì a sopprimere l’espressione federale. Sorsero ancora ostacoli in riguardo all’unione economica con quella monetaria. Nessun accenno si faceva e si fa per l’unione politica. Si risuscitarono gli accordi della Breton Wood del 12 luglio 1944 con cui 730 delegati di 44 nazioni definirono per l’Europa un sistema di regole capace di controllare la politica monetaria internazionale che doveva usare nei pagamenti il dollaro americano a cui si doveva una cieca fiducia per la stabilità. Gli effetti collaterali negativi non tardarono a venire. L’Inghilterra reclamava anche l’uso della sterlina. Queste due guerre ritardarono la circolazione di capitali e le opportunità di buoni investimenti stranieri. Provocarono disastri nelle banche, nelle industrie e in tutti i settori produttivi. L’America si barcamenò come sempre è riuscita a farlo; emise, senza controllo, moneta priva della necessaria copertura di riserve auree. A nulla sono valse le accanite proteste degli stati europei. L’America è maestra infallibile per esportare guerre, inflazioni ecc. Non si fa alcun scrupolo morale per l’impoverimento altrui. Così avvenne anche con il piano Marshall politico economico statunitense per la ricostruzione dell’Europa distrutta dalla seconda guerra mondiale. Fu veramente un’idea brillante per gli affari americani. Gli Stati Uniti erano usciti indenni dalla disastrosa guerra. Nessuna delle loro città era stata bombardata per cui fu un gioco da bambini aumentare la capacità produttiva sia agricola che industriale. La sua produzione danneggiava l’economia interna e, per tenere prezzi alti, economicamente due erano le vie d’uscita: o distruggere la merce prodotta o fermare la produzione che avrebbe apportato disoccupazione e disordine sociale. L’Inghilterra e la Francia chiesero di estendere gli aiuti anche alla Russia che aveva avuto un ruolo importantissimo per liberare l’Europa dal nazifascismo. La Russia conosceva bene le strategie economiche militari americane e quello che successivamente avrebbero chiesto per occupare il territorio con basi missilistiche. Rifiutò l’aiuto e fu così che non divenne dominio politico economico militare.
La caduta del comunismo lasciò gli Stati Uniti senza una superpotenza rivale che gli permise di fare guerre a loro piacimento. Il progetto Europa unita è figlio della sconfitta di Hitler e Mussolini. È l’art.11 della nostra costituzione che ha permesso all’Italia di inserirsi nella creazione dell’Europa unita. Oggi l’uscita della Gran Bretagna dall’unione europea ha fatto esplodere tensioni politiche dimenticate. Inoltre rischia di perdere il libero accesso ai mercati europei e diventerà, secondo alcuni esperti, colonia americana. Nel mondo di fatto chi non lo è? La Germania attuale è la maggiore potenza economica in costante attivo commerciale. Ha bisogno di mano d’opera straniera ma ha promosso cambiamenti nella legge del lavoro per poter licenziare in tronco in caso di necessità aumentando le ore lavorative settimanali e riducendo i costi del lavoro. Il Veneto anela di entrare in simbiosi con la Germania della cui filiera produttiva fa parte. La Germania ha una forte intesa economica con il movimento della lega veneta anti-italiana. I veneti sono stati raminghi per il mondo in cerca di lavoro ma la loro patria è rimasto il Veneto che non si sente italiano. Il loro slogan è: italiani da poco più di cento anni veneti da tremila. Il loro miracolo economico inizia da piccole aziende a conduzione familiare che si ingrandiscono grazie ai sussidi dello stato che odiano. Nelle loro case e in tutti i posti sventola la bandiera austro-ungarica mai affiancata da quella italiana o europea. Si armano contro i ladri con la giustizia fai da te e osannano come eroi coloro che si fanno giustizia da sé. Giovanni Collot scrittore di politica statunitense ed europea, storico di geopolitica del ventesimo dice: benvenuti nel Veneto Texas d’Italia.
Virginia Iacopino
Questo post é stato letto 43920 volte!