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Riceviamo e pubblichiamo:
Il 18 settembre si è consumato un episodio che sicuramente non trova paragoni nella storia di Bagaladi. Il Sindaco, Santo Monorchio, senza tener conto dei rapporti intercorsi e senza tener conto di un contratto d’affitto regolarmente registrato, ha spostato d’imperio il Centro di Pronta Accoglienza “Suor Teresilla”.
Con un’ordinanza di sgombero immediato ha, infatti, disposto il recupero dell’immobile e lo smantellamento del mobilio, delle attrezzature, dei materiali e degli oggetti ivi presenti, obbligando così gli operatori che, pur di salvaguardare la serenità dei minori, sono stati costretti a subire quasi in silenzio questo oltraggio. Perché il Sindaco ha dimostrato questo grado di cruda insensibilità senza dare neanche un giorno di preavviso? Perché non ha voluto prendere in considerazione altre proposte? E perché, fatta l’ordinanza, è poi sparito? Dov’era mentre i minori disorientati tentavano di comprendere quello che accadeva e, nonostante le rassicurazioni degli operatori, vedevano smantellare la “loro casa”? Ha forse mandato l’Assistente Sociale del Comune per un ulteriore supporto agli operatori? No, non ha fatto niente di tutto questo! Semplicemente se n’è tornato a Reggio. E l’Assessore ai Sevizi Sociali come ha potuto accettare questa irragionevole ordinanza? Non avrebbe dovuto tutelare i più deboli, proprio in virtù del ruolo che gli compete?
Non v’è ira nelle nostre parole, ma di certo una profonda disillusione, un sentimento di amaro disinganno, un inevitabile senso di scorno! Ecco, con un atto tanto vergognoso, se ne va via per sempre la nostra speranza di crescita! Sembra davvero inutile pensare, progettare, programmare, quando alla fine per mezzo di un’ordinanza si annulla tutto con una facilità che fa ribrezzo.
Si volevano forse gesti eclatanti! Ma non ci sono stati né drammi né incatenamenti. C’è invece delusione, tristezza, svilimento per aver dovuto subire un’imposizione umiliante che, nei fatti concreti, ha costretto la cooperativa a non godere più d’uno stato di diritto. Mai avremmo pensato che un Sindaco di Bagaladi avrebbe potuto osare compiere una atto del genere nei confronti del suo piccolo paese, di persone deboli che vanno invece tutelati.
Ma perché il Sindaco ha voluto e sottoscritto una siffatta ordinanza? Il problema esiste da più di un anno, da quando i locali scolastici sono stati dichiarati inagibili e i Commissari Prefettizi si sono visti costretti ad adattare ad aule, per l’A. S. 2013/14, i locali dell’edificio ex ECA. Eppure il Sindaco conosceva bene il problema, visto che è stato oggetto di campagna elettorale, ma non ha sentito alcuna urgenza di porvi rimedio. Il caso è esploso solo alla fine di agosto.
Il Sindaco, dunque, per ben tre mesi non si è mai preoccupato di convocare il Dirigente Scolastico, così da trovare con lui una possibile soluzione. Né, d’altronde, ha fatto altro di concreto coinvolgendo la minoranza! Ha solamente deciso d’imperio di spostare il Centro di Pronta Accoglienza e la Palestra, con il pretesto di dover dare alla scuola una sede unitaria, altrimenti la stessa sarebbe stata trasferita a Melito P. S., fomentando peraltro, con tale affermazione, un clima totalmente ingiustificato di tensione, conflitto e allarme sociale.
Ma perché tre diversi ordini di scuola dovrebbero stare necessariamente nella medesima struttura? Fino a qualche anno fa la Scuola Elementare, la Scuola Media e la Scuola Materna si trovavano in strutture diverse e nessuno ha mai obiettato su tale cosa, nessuno ha mai chiesto di unificare le sedi. Del resto, in termini didattici e di stimoli ambientali, la separazione dei tre ordini di scuola sarebbe certamente da preferire.
Possibile che un Sindaco non sappia dare risposte concrete? Possibile che un Sindaco non sia in grado di trovare soluzioni illuminate, ma al contrario crei ulteriori problemi? Nel tentativo di risolverne “temporaneamente” uno – a suo dire infatti tale necessità dovrebbe protrarsi soltanto per un anno, il tempo necessario alla ristrutturazione – ha infine generato tre nuove situazioni di instabilità e precarietà: la Scuola, la Palestra, il Centro di Pronta Accoglienza.
La Scuola. Anche noi pensiamo che la scuola e l’istruzione siano la priorità assoluta di ogni Amministrazione. Anche noi vogliamo che i nostri bambini e i nostri ragazzi vivano ed operino in strutture messe in sicurezza, attrezzate e dotate di ogni confort. Ma questo non significa che rispetto alle soluzioni adottate, non ve ne fossero delle altre e magari di migliori. Anche noi siamo convinti come Khalil Gibran che «l’istruzione non sparge semi dentro di noi, ma fa sì che i nostri semi germoglino». Siamo convinti che l’educazione sia la premessa fondamentale per lo sviluppo dell’individuo e sia sicuramente lo strumento più potente per combattere la povertà, il sottosviluppo, lo sfruttamento, i pregiudizi e, nel contempo, per promuovere l’amore verso gli altri, l’integrazione sociale, l’accoglienza in senso lato. Tuttavia siamo anche fermamente persuasi che sia indispensabile garantire questo diritto a tutti. Il diritto allo studio, all’istruzione è uno dei diritti fondamentali della persona, sancito dai moltissimi documenti internazionali, nazionali e regionali, e noi vorremmo che anche nel nostro piccolo paese questo diritto venisse sempre tutelato e applicato per tutti, ma davvero tutti.
La Palestra. Dopo poco più di un anno dalla concessione dei locali in affitto e dal loro riadattamento, con la conseguente spesa di una cospicua somma di denaro, i gestori di recente si sono visti forzatamente trasferiti presso il Centro Sociale, che in precedenza era stato riadattato per altri scopi con finanziamenti pubblici. Ma se la Palestra ha finora sempre offerto un servizio efficiente per la comunità, in quanto ben gestita e ben avviata, perché dunque si è sentita l’urgenza di spostarla in altro luogo?
Il Centro di Pronta Accoglienza. Grazie alla Legge 285/97 – che prevede interventi a livello nazionale, regionale e locale, per favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell’infanzia e dell’adolescenza, dando priorità all’ambiente ad esse più confacente e alla realizzazione di servizi di preparazione e di sostegno nel rapporto genitori-figli, di contrasto alla povertà e alla violenza, nonché di misure alternative al ricovero dei minori in istituti educativo-assistenziali, con particolare attenzione alla condizione dei minori stranieri – al Comune di Bagaladi, che all’epoca aveva messo a disposizione in forma gratuita i locali, è stato erogato un contributo di 200 milioni di Lire per la realizzazione di un Centro di Pronta Accoglienza, l’adattamento della struttura, la spesa dell’arredo e, in ultimo l’acquisto, di una Fiat Panda.
Da quel momento la gestione della struttura si è sempre basata sul sacrificio costante dei diversi operatori che per anni si sono spesi con sincero spirito di volontariato e grande sensibilità, mantenendovi sempre un’atmosfera familiare, serena, così da far sentire i minori presenti in seno ad una vera famiglia. Nel 2013 la Società Cooperativa Utopia ha finalmente avuto la struttura in affitto per 5 anni, con contratto regolarmente registrato e pagando un canone mensile di € 250. È stata così intravista la possibilità di programmare il futuro in modo mirato, con un certo respiro e senza l’ossessione della chiusura, avviando persino la procedura dell’accreditamento, giunta quasi alla conclusione, tant’è vero che a luglio di quest’anno la Regione Calabria, grazie ad una procedura straordinaria, ha autorizzato formalmente la struttura.
Oltre al fatto gravissimo del non rispetto della dignità della persona anche e soprattutto nei soggetti più deboli, quello che ci rammarica dell’atto del Sindaco è che siamo convinti – ben consapevoli di come al momento Bagaladi non sia in grado di garantire nessun vero sbocco lavorativo ai concittadini – che il CPA avrebbe de facto tutte le caratteristiche per rappresentare uno spiraglio concreto di lavoro non solo per i membri stessi della Cooperativa ma anche per gli altri cittadini bagaladesi. Potrebbe divenire l’espressione di una economia in movimento in questa fase di evidente stagnazione, a tal punto che mai nessuno, nemmeno lontanamente, avrebbe osato pensare che uno dei primi atti sostanziali del Sindaco, Santo Monorchio, sarebbe stato di questo paradossale tenore.
Quanto alla scuola, poi, essa quest’anno conta 91 alunni. È ovvio che a tutti, uno per uno, bisognerà offrire il meglio sia a livello logistico, sia a livello delle attrezzature didattiche, dell’offerta formativa, dell’assistenza. Ciò che dispiace è che si siano formate solo due pluriclassi per la scuola elementare, una pluriclasse per la scuola media e due sezioni della scuola materna; ma ciò non toglie che si debbano ugualmente garantire agli alunni le condizione più giuste e migliori per il loro apprendimento. Il Sindaco sin dal suo insediamento, avendo ben noto il problema dell’inagibilità dei locali scolastici, doveva intervenire subito! Doveva trovare un’adeguata soluzione per i nostri bambini, per i nostri ragazzi e soprattutto per i diversamente abili, procedendo all’abbattimento delle barriere architettoniche e garantendo loro adeguate forme di assistenza!
È stata una gravissima leggerezza da parte sua aspettare il mese di settembre! Frettolosamente ha cercato di correre ai ripari, senza lasciarsi minimamente sfiorare dal pensiero che con le sue avventate decisioni avrebbe creato problemi alla Palestra e al Centro di Pronta Accoglienza e alla Scuola che al contrario devono essere necessariamente considerate quali risorse da tutelare e difendere per il benessere dell’intero Comune.
I nostri bambini, è assolutamente vero, meritano di essere sempre salvaguardati! Ma perché in nome di tale salvaguardia, che pur si poteva dar loro in modo più logico e appropriato, si è dovuto crudelmente sconvolgere quel poco di serenità e di stabilità che avevano i coetanei meno fortunati di loro ospiti del CPA? Se proprio aveva deciso, non si sa per quali reconditi motivi, poteva quantomeno dare un preavviso, un lasso di tempo, anche minimo, per preparare i minori? Dobbiamo essere tutti uniti per dare protezione a chi non ne ha, in particolar modo ai minori non accompagnati che chiedono asilo, che sono sperduti, che non hanno nessuno, che non capiscono la nostra lingua e possono comunicare il loro dramma solo con lo sguardo triste e vuoto. I minori del CPA sono i figli di tutti quanti noi, del Sindaco compreso!
E la nostra gente questo lo sa! Una comunità accogliente come la nostra i ragazzi Bangladesi certamente non se la sarebbero mai aspettata: tutti si sono sempre dimostrati solidali, tutti sono stati pronti a donare qualcosa per rendere il loro soggiorno confortevole.
Non si dimentichi poi che ognuno di loro ha alle spalle una tragedia familiare. Molti, pur essendo partiti con la propria famiglia, si sono ritrovati da soli; altri hanno lasciato gli affetti nel loro paese, messi sui barconi dai genitori, per evitar loro un destino di morte, di fame e di disperazione. Idealmente quei genitori hanno affidato a noi i loro figli!
Papa Francesco a proposito dei flussi dei migranti ci ricorda il nostro dovere di carità cristiana di fronte a queste «storie» che ci dovrebbero far «piangere e vergognare: esseri umani, nostri fratelli e sorelle, figli di Dio che, spinti anch’essi dalla volontà di vivere e lavorare in pace, affrontano viaggi massacranti e subiscono ricatti, torture, soprusi di ogni genere, per finire a volte a morire nel deserto o in fondo al mare». E Bagaladi ha sempre espresso il meglio di sé in questo senso: ha sempre dimostrato una profonda umanità nell’accogliere e un’enorme generosità nel dare! Oggi invece un atto sprovveduto e facilone macchia insensatamente questo nostro virtuoso passato!
C’è tra di noi chi continua a sostenere fino alla nausea che non vuol creare danno nel suo operare. Al contrario si serve della sua stucchevole retorica e dei suoi sofismi per confondere la gente, per alimentare e istillare un clima di sfiducia, di tensione e di sospetto. Ma se costui non vuol creare danni, perché ha dunque agito in questo assurdo modo?
Inoltre, se è vero che vi è un problema legato all’organico della scuola e se è vero che mancano i collaboratori scolastici per la vigilanza di alcune ore, non si poteva, in ultima analisi, trovare la soluzione del volontariato, magari con contratti a giovani che vogliono inserirsi nelle graduatorie come personale ATA? Tale servizio costituirebbe per loro un punteggio vitale! Al contrario, il nostro Sindaco ha preferito creare tre nuove problematiche piuttosto che mettere in piedi nuove opportunità di lavoro a vantaggio dei suoi concittadini.
Ecco dunque che per tutti questi motivi siamo convinti che il Sindaco il 15 settembre avrebbe dovuto accogliere gli studenti in locali di gran lunga più idonei, che avrebbe dovuto offrire una scuola moderna e innovativa nei numerosi locali comunali a disposizione e inutilizzati, trasferendovi anche i necessari laboratori e le attrezzature didattiche. Non avrebbe dovuto spostare la palestra! Non avrebbe di certo dovuto rimandare l’apertura dell’anno scolastico, creando disagi agli alunni e alle famiglie bagaladesi! Non avrebbe dovuto spostare il Centro di Pronta Accoglienza disorientando i minori e scindendo unilateralmente un contratto di affitto!
Consiglieri di minoranza: Caterina Rossi, Giovanna Pizzimenti e Vincenzo Anghelone
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